Perché Dustin Hoffman non si vede più al cinema?

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Ma c’è forse dell’altro? Viene da chiedersi se non possa centrare qualcosa l’accusa di molestie ricevuta da Hoffman, nel 2017 (in pieno scoppio del #MeToo) da parte di una donna che lo ha tacciato, quand’era stagista di 17 anni sul set di Morte di un Commesso Viaggiatore nel 1985, di aver fatto commenti e battute inappropriate e di averle chiesto “un massaggio con i piedi”.

Hoffman ovviamente si è subito scusato profondendosi in mille espressioni di colpevolezza, ma questo non gli ha impedito di essere attaccato davanti a un pubblico dall’impietoso John Oliver. Al quale ha risposto, all’epoca: “Hai reso chiara la questione meglio quanto chiunque possa fare. Sono colpevole, perché qualcuno mi ha accusato di qualcosa”.

“Sono colpevole, tu spingi un bottone ed è in tutto il mondo. Sono un predatore, sono questo e quello, e non è vero”. Dopo sei anni abbiamo imparato che questi meccanismi di giudizio affidati ai media e soprattutto ai social non possono e non devono funzionare, ma chiaramente nel 2017 la situazione era diversa e l’impatto con questa realtà era ancora traumatico.

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E quindi, potrebbe essere che Hoffman sia stato escluso da ruoli importanti per via di questa accusa? O che lui stesso abbia deciso di mantenere un profilo basso negli anni successivi? Forse non lo sapremo mai, ma in ogni caso nel 2024 lo vedremo tornare in una produzione importante e chiacchierata: Megalopolis di Francis Ford Coppola. Saprà “tornare” sulle scene in grande stile?

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