Sound of freedom, ecco il thriller sul traffico di minori

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Né Barbie, né Oppenheimer. Il fenomeno del momento si chiama “Sound of freedom“, film prodotto dall’indipendente Angel Studios che ha già oltrepassato i 155 milioni di dollari di incassi al botteghino americano, superando pellicole del calibro di Mission Impossible 7. Insomma, è questa la vera sorpresa della stagione cinematografica in corso. Ma andiamo con ordine: cos’è e di cosa parla “Sound of freedom”?

Scritto e diretto da Alejandro Monteverde, è uscito in America il 4 luglio scorso ed è tratto da una storia vera. Un agente della Cia, Tim Ballard, vuole smascherare un gruppo di persone che trafficano minori a scopo sessuale. Ballard ha veramente lavorato come agente per il Dipartimento della sicurezza nazionale, prima di intraprendere la sua personale ricerca per consegnare alla giustizia i trafficanti di bambini. L’agente ha poi fondato la sua organizzazione anti-tratta, denominata Operation Underground Railroad.

Il film è stato accostato spesso, in queste settimane, alle teorie cospirazioniste del gruppo QAnon, secondo il quale esisterebbe un gruppo di potere che punterebbe a un nuovo ordine mondiale, considerato colluso, fra le altre cose, anche con la pedofilia. Negli Usa Donald Trump l’ha definito “il film del momento in qualsiasi parte del mondo”, mentre Elon Musk ha detto che Twitter (ora “X”) promuoverà il film proiettandolo in streaming per un tempo limitato.

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sound of freedom
Credit: Angel studios

Dallo stesso produttore della serie tv su Gesù, The Chosen

Altra cosa interessante che riguarda questo film è la sua proiezione, appunto. Dovete sapere che in realtà il film risale al 2018, ma Disney (che acquisì la casa di produzione 20th Century Fox proprio in quel periodo) decise di tenerlo in stand-by. L’anno scorso la casa di Topolino l’ha rivenduto ad Angel Studios, tra l’altro lo stesso produttore di un’altra serie tv che sta facendo chiacchierare, The Chosen, una rivisitazione della vita di Gesù Cristo che trovate su Netflix. Oltre alla vendita dei biglietti con le modalità “canoniche”, la casa di produzione indipendente ha deciso di permettere l’acquisto per terzi attraverso un’app chiamata “Pay It Forward”. In pratica, dopo aver pagato si ottiene un codice che può essere dato a chiunque: presentando questo codice al cinema, si riceve un biglietto.

Tra l’altro in una scena post-credit il protagonista Jim Caviezel (quello de La passione di Cristo, sì) si rivolge direttamente agli spettatori invitandoli ad acquistare biglietti per far vedere il film a chi non se lo può permettere. Non c’è dubbio che il film faccia leva su un pubblico (quello della destra americana, tanto per cominciare) molto legato alle teorie cospirazioniste. Esiste infatti una bella fetta di popolazione americana che sostiene che il traffico di minori sia più diffuso di quanto si pensi e che venga ignorato di proposito dai poteri forti e dai democratici, in particolare.

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Quando lo vedremo in Italia?

In realtà “Sound of freedom” non parla di teorie cospirazioniste e non c’è alcun riferimento a QAnon. Semmai è stato pubblicizzato facendo leva su un pubblico che crede fortemente a queste teorie. Nel film ci sono sicuramente elementi cristiani tipici dell’etica repubblicana: il protagonista, ad esempio, prima di andare in Messico per liberare due fratellini dai trafficanti, pronuncia la frase: “I figli di Dio non sono in vendita”. Secondo la critica, comunque, la pellicola è ben realizzata e non è la solita “solfa” tipica della propaganda cristiana o di estrema destra.

Attualmente questo film non è uscito in nessun’altra parte del mondo ed è molto probabile che non lo vedremo al cinema, ma direttamente sulle piattaforme in streaming (si parla del prossimo autunno). Nel cast ci sono, oltre a Caviezel, Mira Sorvino, Bill Camp, José Zúñiga ed Eduardo Verástegui, che è anche uno dei produttori. Voi cosa ne pensate? Diteci la vostra nei commenti!

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