Thom Yorke e i suoi miti: da Michael Stipe a… Dante Alighieri

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A chi si ispira uno dei più grandi artisti musicali della contemporaneità? Nomi che forse non sospettereste nel pantheon di Thom Yorke!

Thom Yorke è un Artista con la A maiuscola, questo lo sappiamo. Naturalmente ciò non si deve solo alla sua personalità fortemente alternativa e intelligente, ma anche alla sua formazione e all’ambiente nel quale è cresciuto con i futuri membri dei Radiohead. Nonché, ovviamente, ai suoi gusti artistici, musicali e letterari.

Nel corso degli anni Yorke ha lasciato trasparire svariate simpatie nei confronti di altri artisti con vocali in caps lock, che su di lui hanno esercitato un’influenza più o meno notevole. Il primo nome da fare è naturalmente quello del leggendario Michael Stipe, frontman e vocalist storico degli R.E.M..

Pare sia stato lui, tanto per dirne una, ad ispirare a Yorke il famoso verso “I am not here, this is not happening” nella canzone How to Disappear Completely. “Quando ero ragazzo, loro [gli R.E.M.] erano il collegamento per me tra la mia parte di studente d’arte e la mia parte di musicista. Michael Stipe, il cantante degli R.E.M., era il mio eroe e ora siamo amici”.

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“Ed è una cosa strana! Mi ha aiutato attraverso la fine di quel periodo in cui le cose sono semplicemente impazzite, e la gente iniziava a parlarmi come se fossi Gesù per strada. Lo chiamavo e gli dicevo ‘Proprio non ce la faccio’.” Da cui, poi, il famoso mantra da recitare per ritrovare sé stessi, citato qui sopra.

Fuori dal campo musicale, sono molti altri i miti ai quali Thom Yorke deve la sua ispirazione. “[Quando ero giovane] tutti i miei eroi erano persone che non si curavano davvero di come apparivano e non si curavano di avere tutta la gloria e così via. Semplicemente andavano avanti con le loro cose”.

“Come Thomas Pynchon” dice Yorke, riferendosi al famoso romanziere autore de L’Arcobaleno della Gravità (Gravity’s Rainbow), che vive praticamente celato dal pubblico e non si mostra in foto fin dalla giovinezza. “Noam Chomsky è un mio eroe, soltanto perché non posso credere che qualcuno con un cervello di quelle dimensioni possa riuscire a sollevare la testa”.

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Tra le altre ispirazioni letterarie di Thom si contano anche William S. Burroughs, la cui tecnica cut-up ha aiutato il cantante dei Radiohead nel superare il suo blocco dello scrittore; il nostro Dante Alighieri, il cui Inferno ha ispirato la canzone Pyramid Song; e William Blake, in un volume del quale, Songs of Innocence and Experience, il cantante ha scritto le liriche di Airbag.

Molte importanti ispirazioni quindi quelle che Thom Yorke porta con sé nella sua espressività artistica, e che del resto si riflettono chiaramente nella sua produzione e in più sfaccettature. Questo, di genio in genio, ha portato Yorke ad essere contato nel frattempo lui per primo come ispirazione per tantissimi altri artisti, musicisti e non.

Fonte: Far Out Magazine

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