Bella Ciao inno delle proteste per la morte di Mahsa Amini

In Iran Bella Ciao è diventata simbolo delle proteste mosse dalla popolazione a seguito dell'uccisione di Mahsa Amini

bella ciao
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La morte di Mahsa Amini, la 22enne uccisa dalla polizia morale iraniana per aver indossato in modo sbagliato l’hijab, è divenuto uno dei casi politici dell’anno. L’evento ha scatenato violente proteste in Iran dove regole sull’abbigliamento femminile sono state inasprite dal presidente Ebrahim Raisi lo scorso 15 agosto. Le donne che si stanno schierando contro le regole del loro Paese hanno scelto come inno della loro lotta Bella Ciao, celebre brano della Resistenza Italiana. Il tutto è nato a seguito di un video divenuto virale di una ragazza che canta il brano in lingua persiana.

Recentemente Bella Ciao è stata al centro di una violenta protesta nata in Italia a seguito del rifiuto da parte di Laura Pausini di cantarla durante una trasmissione spagnola in quanto ritenuta “troppo politica” (qui i dettagli). La cantante di Faenza a seguito delle critiche mosse a causa di questa sua decisione, ha spiegato i motivi del rifiuto su Twitter.

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orrei esporre il mio punto di vista dopo le polemiche di questi giorni – aveva scritto. In una situazione televisiva estemporanea, leggera e di puro intrattenimento, ho scelto di non cantare un brano inno di libertà ma più volte strumentalizzato nel corso degli anni in contesti politici diversi tra loro. Come donna, prima che come artista, sono sempre stata per la libertà e i valori ad essa legati. Aborro il fascismo e ogni forma di dittatura. La mia musica e la mia carriera hanno dimostrato i valori in cui credo da sempre. Volevo evitare di essere trascinata e strumentalizzata in un momento di campagna elettorale così acceso e sgradevole, purtroppo non è stato così. Rispetto il mio pubblico e continuerò a farlo, con la libertà di scegliere come esprimermi

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