Gabriele Muccino pensa di dimettersi come giurato dai David di Donatello

Continua la faida tra Gabriele Muccino e i David di Donatello

Gabriele Muccino
Gabriele Muccino alla cerimonia di premiazione dei David di Donatello 2019, credits: Rai
Condividi l'articolo

Non si è placata di una virgola la rabbia che il regista Gabriele Muccino ha cominciato a provare per i David Di Donatello all’alba delle nomination di prestigiosi premi, da cui è stato escluso il suo film Gli anni più belli.

Come vi avevamo già raccontato qui, Gabriele Muccino aveva accusato il comitato dei David di Donatello di aver perso la propria credibilità, soprattutto perché aveva escluso il suo film dalla lista delle nomination.

L’attacco si era poi prolungato “prendendo di mira” il film Favolacce, che, al contrario de Gli anni più belli, ha fatto incetta di nomination. In un tweet, infatti, aveva asserito di non essere riuscito a finirlo e poi aveva fatto dell’ironia sul non essere abbastanza intelligente o cinefilo.

Naturalmente queste affermazioni hanno portato molte persone a rispondere a Gabriele Muccino, a consigliargli di lasciar passare un po’ di tempo per sbollire, prima di scrivere cose di cui si sarebbe potuto pentire.

Ma i giorni sono passati e la posizione di Gabriele Muccino nei confronti di David di Donatello si è, in realtà, inasprita. L’autore ha dato inizio a un rant in cui ha affermato di star valutando l’ipotesi di dimettersi come giurato dei David Di Donatello, che secondo lui non meritano più il titolo di premio più prestigioso del cinema italiano.

LEGGI ANCHE:  Gabriele Muccino vuole fare un film sul Coronavirus in Italia

Più avanti, nello stesso thread, Gabriele Muccino spiega i motivi dietro la sua scelta, escludendo che sia presa per motivi di invidia. Ha scritto:

Mi tiro fuori con amarezza, non certo invidia, per aver adorato il NOSTRO cinema più nobile e vederlo ridotto ad una schermaglia tra film minori, ignorati e /o sopravvalutati. Mi dispiace anche per il pubblico che ha perso interesse assistendo a gare tra film sconosciuti. Come crediamo di riportare il pubblico italiano a tifare per il nostro cinema se i titoli in gara sono sconosciuti ai molti, e peraltro nemmeno tra i più amati!? Lo scollamento sarà sempre più marcato e disastroso per l’intera industria del cinema e della sua filiera. Un saluto rispettoso va però al Presidente e a Direttore Piera Detassis che sta cercando di risolvere con tutta se stessa gli enormi problemi ereditati da anni di clientelismo in cui addirittura i defunti votavano… Viva allora il cinema italiano, quello vivo. #DavidDonatello