Cinema, Biglietti deducibili come i farmaci: l’idea di Giovanna Melandri

Su L'Espresso, Giovanna Melandri ha lanciato la proposta di rendere detraibili dalle tasse i biglietti di cinema, teatro e quant'altro

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Senza ombra di dubbio il Cinema e l’arte in genere è uno dei settori più duramente colpiti dal Covid-19 visto che per la seconda volta tutta la cultura è stata bloccata per tentare di arginare il contagio del Virus.

Giovanna Melandri, presidente della fondazione MAXXI, museo nazionale dedicato alle arti del XXI secolo, su L’Espresso, ha spiegato come, secondo lei, si potrebbe aiutare il settore a ripartire quando l’emergenza sarà passata.

L’ex Ministro per i beni e le attività culturali ha infatti proposto di detrarre il costo dei biglietti dalle tasse, come si usa fare per i farmaci.

La mia proposta è curare l’Italia agendo anche sulla leva fiscale: rendendo deducibili, ai fini del calcolo d’imposta sul reddito delle persone fisiche, le spese di accesso (ticket, abbonamenti ecc.) ai tanti luoghi – teatri, cinema, auditorium, musei, istituzioni – dove si riceve, si produce, si scambia cultura – scrive la Melandri. Proprio come facciamo per le nostre spese farmaceutiche. Lo stesso meccanismo diretto, la segnalazione all’Agenzia delle Entrate tramite tessera sanitaria, si può replicare per quel consumo sociale di arte, musica, parole, immagini che è da sempre uno speciale salva-vita e a maggior ragione varrà quando cominceremo a emergere dall’incubo Covid-19.

 La deducibilità fiscale delle spese culturali è leva imprescindibile di una moderna visione del welfare, flessibile e trasparente, in grado di fornire un “farmaco” antidepressivo capace di accendere immaginazione e desiderio e responsabilizzare chi la cultura produce sull’ impatto sociale che genera. E magari così facendo, sostenendo il potere di scegliere, potrebbero sorprenderci le nuove gerarchi culturali. Insomma, si studino compatibilità e criteri, si fissi un congruo tetto annuo di spesa deducibile per persona, si esca definitivamente dall’idea che la cultura sia un optional, un bene, se non superfluo, secondario.

Cosa ne pensate?

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