Mortal, Recensione – la mitologia nordica secondo André Ovredal | TSFF20

Dopo l'anteprima del Trieste Science + Fiction Festival 2020 ecco la nostra recensione di Mortal, il nuovo film di André Ovredal, già autore di Troll Hunter, Autopsy e Scary Stories to tell in the Dark.

Mortal André Ovredal
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Dimenticate pure la classica grammatica del Cinecomic. André Ovredal, dopo il successo di Scary Stories To Tell in The Dark (qui la recensione e la nostra videointervista) ci riporta al cuore della mitologia nordica con Mortal, presentato in anteprima al Trieste Science + Fiction Festival.

Nell’assurdo anno 2020, il Trieste Science + Fiction Festival ha risposto alla pandemia con un’edizione totalmente in streaming, seguita da oltre 26.000 spettatori attraverso il sito MyMovies. Mortal si presentava subito come uno dei titoli di punta del programma.

E dopo l’anteprima, possiamo confermare che il film non delude. Al contrario, l’ultimo lavoro di André Ovredal lascia immediatamente spiazzati, proponendo un approccio inedito alla origin story: la tradizionale rappresentazione cinematografica della nascita di un superoe.

Se pensavamo che il genere potesse esistere solo in forma di Action Movie, il regista di Troll Hunter e Scary Stories presenta invece un’opera di rottura, pronta a rifiutare qualunque cliché su semi-divinità e super-poteri, che si parli di trama, intreccio, estetica o sound design.

Non a caso, in chiusura del Festival, Mortal ha ricevuto la Menzione Speciale del Premio RAI4 dedicato al TS+FF2020.

Mortal: Trama del film

Mortal André Ovredal
Mortal di André Ovredal è stato presentato in anteprima nazionale streaming al Trieste Science + Fiction Festival 2020. Per conoscere la data della distribuzione italiana (digitale e/o in sala), continuate a seguirci!

Eric (Nat Wolff) è un giovane escursionista americano di origini norvegesi. Mentre si trova in viaggio, esplorando da solo le terre dei suoi avi, accade un incidente tragico e inspiegabile.

Tratto in arresto, incontra Christine (Iben Akerlie), una giovane psicologa che, senza condannarlo né colpevolizzarlo, cerca di capire cosa stia davvero accadendo alla sua mente e al suo corpo.

Sarà l’unica a credergli fin dal primo momento. Mentre i ragazzi fuggono insieme, braccati dalle autorità norvegesi e americane, Eric finirà finalmente per scoprire la natura e l’entità dei suoi poteri.

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Mortal: recensione in anteprima

Se l’universo dei Supereroi sembra regolato da regole precise, Mortal di André Ovredal si presenta fin dai primi istanti come un film quantomeno insolito. Sequenza dopo sequenza, alla curiosità seguirà lo stupore. Poi, la certezza di sperimentare un’opera radicale.

La prima parola, il primo suono che ricordi anche solo vagamente la voce umana, arriva dopo oltre 11 minuti. Basterebbe forse questo per darvi la misura di quanto Mortal sia diverso da qualunque Cinecomic possiate aver mai visto.

Similmente a The Boys, la serie creata da Eric Kripke, è un film sceglie di addentrarsi in un genere estremamente codificato, cambiando le regole dall’interno. Preleva i suoi più familiari dispositivi, in termini sia estetici che narrativi, ma li cambia di segno, trasformandoli in un’esperienza perturbante.

Notoriamente personaggi e topos della Mitologia greca, romana e nord-europea sono stati tra i punti di riferimento essenziali per la definizione dell’immaginario fumettistico americano.

Prendiamo ad esempio Wonder Woman. Creata nel 1941 dallo psicologo William Moulton Marston e dal disegnatore Harry G. Peters è la prima super eroina dell’Universo DC. Un’icona post-moderna, generata dalla fusione atomica di Pin-Up e mitologia ellenica, Amazzoni e Female Power.

Naturalmente, non vogliamo rivelarvi quale tra i supereroi contemporanei rappresenti la diretta controparte di Eric, il protagonista di Mortal. Ma certo, possiamo dire che rispetto alle genesi del fumetto e del Cinecomic Made in USA, André Ovredal ha invertito la rotta.

Ha operato il procedimento inverso, dal mash-up post-moderno a una vera e propria rifondazione del mito, che mentre recupera tratti e caratteristiche originarie, conserva un assetto fortemente contemporaneo.

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Mortal è allora un’opera doppiamente sorprendente: innovativa senza essere manierista, nostalgica o reazionaria. Il regista non realizza un film in costume, non sceglie semplicemente di restaurare la purezza (vera o presunta) di un autentico immaginario nordico.

Piuttosto, riscrive l’origine di una divinità norrena attraverso un linguaggio audiovisivo moderno, fortemente personale. Il film di André Ovredal si sviluppa così come un crescendo, che da un approccio scarno, realista e minimale arriva ad esplodere, raggiungendo comunque il climax degli effetti visivi.

Una visione chiaramente in antitesi con una certa deriva del cinema contemporaneo (non solo dei Cinecomic), fondato sulla moltiplicazione spasmodica degli stimoli audiovisivi, capace praticamente di anestetizzare gli spettatori, al netto di un totale svuotamento della trama.

Pe questo non possiamo che consigliarvi di vedere Mortal senza cercare paragoni con la cinematografia americana, rinunciando alla logica comparativa, quella dei migliori e dei peggiori, perché forse, per il regista, questa partita neanche esiste.

Mortal trova piuttosto nella struttura del racconto di formazione una nuova prospettiva, una nuova variazione su una mito antico come il mondo. E il risultato è un film che possiede una qualità innegabile, preziosa come l’Oro del Reno: non somigliare a nessuno.

Il Cast

Nat Wolff: Eric

Iben Akerlie : Christine

Priyanka Bose : Hathaway

Arthur Hakalahti : Ole

Il Trailer (Eng Sub)

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