L’incredibile e sregolata vita di John McAfee, creatore del celebre antivirus

John McAfee
Credits: Flickr/Gage Skidmore
Condividi l'articolo

Processi, paranoie e fughe dagli Stati Uniti. La mirabolante vita di John McAfee sembra quasi essere un classico film delirante dove tutto appare sconnesso. Il recente arresto causa tanga indossato come mascherina è solo l’ultima delle sue “bravate” che si protraggono dal 2008.

È proprio questo l’anno in cui McAfee fugge dagli Stati Uniti per colpa di due cause legali incombenti. Una, per un grave infortunio di un suo dipendente. L’altra, per la morte di un aspirante pilota d’aerei avvenuta nella sua scuola di volo. E con un biglietto di sola andata, McAfee si dirige in quel del Belize.

John McAfee, nuova (breve) vita in Belize

Nel paese centroamericano, il creatore del famoso antivirus investe molti soldi tra industrie di caffè e compagnie di taxi. In più, soddisfa quella sua ossessione verso la lotta al narcotraffico. Come Narcos insegna, la cosa non porta mai a buoni risultati.

Passa pochissimo tempo che le autorità beliziane sospettano proprio di John McAfee per l’omicidio del suo vicino di casa, Gregory Faull. Un grande complotto, secondo il buon John, che lo costringe alla fuga in Guatemala. Una fuga però illegale che lo costringe a tornare negli Stati Uniti, con non poche difficoltà.

Una volta tornato a casa, ecco arrivare una precisazione da parte del ministero degli esteri beliziano. Nessun sospetto ma semplici domande come persona informata dei fatti. La paranoia inizia così a dominare la mente di McAfee, almeno secondo il primo ministro beliziano.

LEGGI ANCHE:  Pedro Alonso | la vita e la carriera di Berlino, il re de La Casa di Carta

Un botta e risposta a distanza tra i due, dove il primo ministro del Belize apostrofa il magnate americano come “estremamente paranoico, perfino pazzo” sulle pagine del Telegraph. Questo, in replica alle dichiarazioni di McAfee, il quale affermò a Wired di aver paura di morire per mano delle autorità beliziane durante questo fantomatico interrogatorio.

Molto probabilmente i fatti del 2012 hanno profondamente scosso la psiche di John McAfee. Infatti, nell’aprile di quell’anno, la Gang Suppression Unit entrò in piena notte nella sua proprietà, perquisendo tutto quello che si poteva perquisire. Con annesso arresto per licenze mancati e possesso di armi senza licenza. Tuttavia fu rilasciato dopo poche ore e senza accuse pendenti.

La fuga in Guatemala

Merita un breve approfondimento la sua breve fuga guatemalteca. Giunto a destinazione, scappando dal Belize, John McAfee chiese ad un noto fumettista americano, Chad Essley, di scrivere una storia su questa sua fuga datata dicembre 2012. Dopo essersi nascosto, John apparve in pubblico per chiedere asilo politico.

Richiesta negata che si concluse con l’arresto e la momentanea incarcerazione per poi essere riportato in Belize. E proprio qui, la brillante idea di fingere alcuni attacchi di cuore per prendere tempo, come ha raccontato il suo avvocato. Una brillante scelta degna di un film, funzionale a rimanere in Guatemala ed accelerare la decisione del governo USA di far rientrare uno suo cittadino sul suolo patrio.

La vicenda centroamericana si chiude così nel 2014, anno in cui le autorità beliziane lasciano cadere ogni accusa e sequestrano ogni bene appartenente a John McAfee. Tuttavia, la sua magione perirà sotto il fuoco e le fiamme, per cause ancora da accertare. Tutto finito? Assolutamente no.

LEGGI ANCHE:  Carrie Fisher, l'assurda e triste storia della Principessa Leia

Toccata e fuga negli (e dagli) Stati Uniti

Nel 2015 arriva l’arresto in quel del Tennesee per uno dei più classici motivi. Guida in stato alterato. Meno classico invece il possesso di arma da fuoco senza licenza. Dopo tre anni di apparente calma, nel novembre del 2018 la corte di Orlando rigetta l’istanza di archiviazione delle accuse mosse per l’omicidio Faull. Quindi, altro giro, altra corsa. E altra fuga.

Gennaio 2019, John McAfee decide di vivere su una barca in acque internazionali per scampare al complotto che lo vorrebbe arrestato per motivi a lui sconosciuti. Come ad esempio per le tasse non pagate durante la campagna elettorale del 2020. Tuttavia, l’istituto di riscossione americano non ha mai confermato queste accuse.

Si arriva così al recente arresto in Norvegia, paese in cui il 73enne John McAfee è stato ammanettato perché si è rifiutato di sostituire con una più adeguata mascherina, il perizoma di pizzo messo a copertura del viso.

Una vita decisamente al massimo, quella del creatore del celebre antivirus. Una vita che, al netto di quanto documentato, lascia più di qualche dubbio rispetto alle parole amare spese dal primo ministro beliziano su questo personaggio a dir poco singolare.

Continua a seguirci su LaScimmiaPensa.com per altre news ed approfondimenti!