The Lighthouse | Recensione del film di Robert Eggers, quando il Mito incontra l’Horror

The Lighthouse è una produzione che prende strade completamente opposte al cinema horror odierno a cui ci hanno abituati, tra jump-scare e storie banali. Disponibile su Chili e Amazon Prime Video

The Lighthouse: il nuovo film di Robert Eggers disponibile su CHILI, migliori film del 2020
Robert Pattinson e Willem Dafoe
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Dopo il debutto nel 2015 con The Witch, la società di produzione indipendente A24, sempre più presente e proficua nel panorama cinematografico, concede carta bianca al giovane scrittore-regista americano Robert Eggers. Da tutto ciò nasce la coraggiosa pellicola The Lighthouse, girato in formato 1,19:1, intriso nel bianco e nero, con un inglese d’altri tempi. Nel 2020, una produzione che prende strade completamente opposte al cinema horror odierno a cui ci hanno abituati, tra jump-scare e storie viste e riviste. Inoltre, si contano due soli attori, tralasciando i gabbiani, Robert Pattinson e Willem Dafoe, i quali recitano prevalentemente in ambienti interni; quando escono dal faro, all’esterno, li aspetta solo la pioggia, il fango e i propri deliri.

Cast

  • Robert Pattinson: Thomas Howard
  • Willem Dafoe: Thomas Wake
  • Valeriia Karamän: la sirena
  • Logan Hawke: Ephraim Winslow
  • Gabbiani

Trama

Thomas Wake è il guardiano stagionale di un faro sperduto nel nulla, su un’isola battuta da venti e tempeste, nella Nuova Scozia di fine Ottocento; Ephraim Winslow è il suo giovane aiutante, propostosi volontario per le quattro settimane del turno. L’accanirsi del maltempo costringerà i due uomini ad una lunga permanenza in solitudine e ad una convivenza forzata, che porterà in superficie demoni interiori, timori ancestrali e nuove, tormentate pulsioni, in un crescendo di follia e claustrofobia. 

Trailer

The Lighthouse: Recensione

The Lighthouse: il nuovo film di Robert Eggers

Come già citato sopra, The Lighthouse è un film molto coraggioso. Eggers, assieme al fratello Max, tenta di adattare per il grande schermo un racconto incompiuto di Edgar Allan PoeIl faro (The Light-House), finendo per riscriverne la sceneggiatura e trasformandola in una storia originale, in cui si percepisce l’odore di morte, di sperma e di sudore. Un film dove la recitazione è importantissima, dove Willem Dafoe e Robert Pattinson giganteggiano arrivando a recitare quasi in versi.

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Nel plumbeo film di Eggers, sono unicamente i due uomini a illustrarci il cammino verso la perdita di se stessi. Due formidabili e sporchi derelitti umani, affascinati e impauriti dai propri spettri, dondolanti tra i loro incubi e le loro visioni, annegate perennemente nell’alcol, presenza costante del film. Il primo è l’irascibile e flatulente guardiano del faro, il superstizioso Thomas Wake (Willem Dafoe), che sembra in tutto e per tutto il capitano Ahab, catapultato fuori direttamente dal romanzo di Melville. L’altro è Ephraim Winslow (Robert Pattinson), l’apprendista più giovane e taciturno, il quale si porta dietro oscuri segreti che lo tormentano.

Tra tecnica e talento

The Lighthouse è un film intenso, il quale, attraverso la costruzione di una tensione sempre più crescente, conferma l’abilità e la tecnica del dotato Robert Eggers. Le suggestioni suscitate man mano dalla visione del film confluiscono attraverso una forma raffinata di ogni scelta tecnica adottata: dal formato in 4:3 alla meravigliosa fotografia bagnata in un b/n di stampo espressionistico, impiegati per richiamare il cinema memorativo e d’essai delle prime pellicole del ‘900, fino alla colonna sonora da brividi composta da Mark Korven.

La combinazione di questi elementi crea una sensazione di disagio che si insinua sotto la pelle dello spettatore. La stessa isola risulta desolante: una spaventosa e decadente ambientazione naturale tra gabbiani vendicativi, tempeste devastanti, cadaveri e sirene. Un territorio isolato, silenzioso, muto testimone di una discesa nella follia umana e nei suoi peggiori istinti.

The Lighthouse: il nuovo film di Robert Eggers
The Lighthouse (Robert Eggers, 2019)
The Lighthouse: il nuovo film di Robert Eggers
Hypnose (Sascha Schneider, 1904)

E, gradualmente, mentre il vento e le onde si alzano e il tempo scorre incessantemente, i due uomini si scontrano fisicamente e verbalmente l’uno con l’altro, scivolando in un fango salmastro tra cherosene, piscio e sperma, immersi in fiumi di alcol e in una progressiva decadenza nel delirio e nell’allucinazione. Due personalità al limite della paranoia che affrontano un’impossibile convivenza tra vincoli gerarchici, insubordinazioni e tentativi di una conciliazione forzata da sbornie e solitudine. 

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Nella loro sala da pranzo scarsamente illuminata, Ephraim e Thomas buttano giù liquori su liquori, raccontandosi le proprie storie e le loro colpe, ballando, urlando e cantando, nella vana ricerca di se stessi, arrivando persino a baciarsi. Due uomini che nascondono segreti oscuri e angosce inconfessabili, viste come vere e proprie divoratrici interiori; i due, alla fine, si distruggono a vicenda a causa dell’incapacità di stabilire confini personali e professionali.

La rinascita dell’orrore

The Lighthouse è un horror primordiale, autoriale, certamente ambizioso e sorretto principalmente dalle interpretazioni di due grandi attori, desiderosi di sporcarsi e imbruttirsi. Narrativamente e contenutisticamente parlando, le suggestioni e i modelli di riferimento sono moltissimi, da quelli registici (da Bergman a Polanski) a quelli letterari (Lovecraft, Coleridge, Poe), passando per quelli pittorici (Goya e Sascha Schneider, Delville). 

Un film che si nutre di miti e leggende, dalle superstizioni del guardiano Thomas Wake alla moltitudine di simbolismi presenti nel film, fino ad arrivare alla mitologia. Infatti, nell’epilogo del film, abbiamo una possente rappresentazione del destino di un Prometeo impazzito (Pattinson), simbolo di ribellione e di sfida alle autorità, alle imposizioni, così come metafora del pensiero, di un sapere libero dai vincoli del mito, della falsificazione e dell’ideologia del burbero Dio (Dafoe), rozzo e geloso del suo fuoco/donna che gli viene sottratto (la luce del faro, l’edificio stesso, stando alle dichiarazioni degli attori, viene paragonato apertamente a un fallo eretto dalla sceneggiatura).

Robert Eggers realizza così una seconda e notevole opera d’autore, superandosi, attirando lo spettatore e distinguendosi, come la stessa luce del faro, nel panorama dell’horror contemporaneo.

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