The Mandalorian, quando Star Wars non ha bisogno di Jedi | Recensione

The Mandalorian, una perla nella Galassia lontana lontana... di Star Wars

Mando, Cara Dune e IG-11 nel poster di The Mandalorian
The Mandalorian, recensione della serie TV live-action di Star Wars
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The Mandalorian è la prima serie televisiva live-action della Galassia lontana lontana di Star Wars. Lo show realizzato in 8 episodi da Jon Favreau e da Dave Filoni è disponibile su Disney+.

Cast

  • Pedro Pascal: Mando
  • Carl Weathers: Greef Karga
  • Gina Carano: Cara Dune
  • Werner Herzog: Il Cliente
  • Nick Nolte: Kuiil (solo voce)
  • Taika Waititi: IG-11 (solo voce)
  • Giancarlo Esposito: Moff Gideon

Trama

La storia di The Mandalorian si svolge anni dopo la fine della trilogia originale di Guerre Stellari, quando a un cacciatore di taglia (il mandaloriano) viene affidata la missione di recuperare un esemplare a lui sconosciuto. Ma, a quanto sembra, tutti nella galassia cercano quella creatura!

Trailer

Effetti Speciali

The Mandalorian è realizzata con una avanzatissima tecnica di effetti speciali, che permette di eliminare il green screen e inserire direttamente in scena l’effetto speciale con il quale gli attori devono interagire o con l’ambiente in cui devono recitare. Per chiarirvi le idee, potete dare un’occhiata al video qui sotto:

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The Mandalorian: Recensione

Attenzione Spoiler!

Creta da Jon Favreau e Dave Filoni, The Mandalorian è ambientata cinque anni dopo la fine di Episodi VI (Star Wars: Il ritorno dello Jedi) in un periodo in cui la Nuova Repubblica sta ancora riassestando una società maltrattata dall’Impero Galattico.

In questo contesto opera il protagonista detto Mando, da mandaloriano, che è affiliato alla gilda dei cacciatori di taglie e nel primo episodio dello show (ce ne sono 8 in tutto) prende l’incarico di recuperare un essere vivente per un misterioso cliente. Dopo aver preso, non senza problemi, quello che si è rivelato essere un bambino (battezzato dai fan come Baby Yoda) si rende conto che questa piccola creatura verde sarà oggetto di esperimenti, probabilmente per lui dolorosi e letali. A questo punto, Mando – cacciatore di taglie dal cuore tenero – decide di salvare la vita al piccolo e di proteggerlo.

Tutta la prima stagione ruota sulla caccia a questo bambino e al fatto che deve essere protetto da Mando, perché è giusto farlo. Nella sua strada, il protagonista incontrerà cattivi e buoni e farà squadra con alcuni interessanti personaggi, non affatto secondari.

Ritorno all’antica

Una delle cose che si notano fin da subito è che gli showrunner hanno scelto di mantenere un approccio minimalista, vicino alle atmosfere della trilogia originale di Guerre Stellari, discostandosi dai colori, dalla frenesia e dagli spiegoni della trilogia sequel di Abrams & Co.

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Ciò ha permesso allo show di essere riconoscibile come un sequel della trilogia originale ma soprattutto di essere un prodotto adulto, ragionato e indipendente.

Indipendente non certo dal punto di vista degli sforzi economici messi in atto da Disney ma, dal punto di vista narrativo e, per la naturalezza del racconto, The Mandalorian sembra non aver avuto bisogno di legarsi a nessun importante particolare accaduto in precedenza nei film.

Nonostante gli avanzatissimi effetti speciali utilizzati si è scelto anche di adoperare alcuni effetti “vecchia scuola” come, per esempio, l’animatronic di Baby Yoda.

Star Western

Un’altra magnifica intuizione della coppia Favreau/Filoni è quella di aver realizzato lo show come se fosse un western. Complice la “lentezza” (non in negativo) dello svolgimento si assiste a scene tipiche del genere, duelli serrati, tanta polvere, ferite e soprattutto morti (che si vedono!).

Non a caso, alcuni poster ufficiali e molti fanmade hanno ripreso le atmosfere dei classici di Sergio Leone e riproposti per The Mandalorian:

Come ogni buon western che si rispetti la storia di The Mandalorian è semplice, lineare e basata su semplici concetti di bene e male.

I suoi protagonisti sono o buoni o cattivi, non ci sono vie di mezzo e questo riporta alla mente un cinema e una narrazione ormai in disuso.

Sì, ho scritto cinema e non TV, perché il prodotto ha una qualità tecnica incredibile, dal suono, al sonoro, passando per trucco e costumi.

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No Jedi No party?

Una delle cose che si nota subito in The Mandalorian è che non ci sono Jedi al contrario dei 9 lungometraggi cinematografici della saga principale o nelle serie TV d’animazioni precedenti. Si tratta della prima serie TV live-action di Star Wars ma anche di uno dei pochi progetti, insieme a Rogue One e Solo, a non avere nella storia principale Jedi.

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Star Wars è sempre stato associato ai Jedi e questi sono sempre sembrati imprescindibili per la saga. Ciò si è dimostrato prima non necessariamente vero con il bellissimo Rogue One di Gareth Edward del 2016 e anche adesso per The Mandalorian. L’assenza di Jedi permette, infatti, di esplorare altre risorse (meno conosciute) della mitologia di Guerre Stellari come, appunto, i mandaloriani.

Baby Yoda

Recentemente, la popolarità di baby Yoda (il bambino) ha persino superato quella di Darth Vader (in riferimento alle ricerche online). Ciò vuol dire che inserire un personaggio così, affascinante e misterioso allo stesso tempo, è stata una mossa assolutamente geniale. Un personaggio che probabilmente non era nemmeno nei più reconditi desideri di un fan di Star Wars e invece eccolo lì. Per chi non ne conosceva l’esistenza, vederlo alla fine del primo episodio deve essere stato un colpo al cuore. (p.s. purtroppo la non contemporaneità della messa in onda ha rovinato la sorpresa ai fan Europei).

A tutti gli altri personaggi si potrebbe dedicare un paragrafo di elogi, perché tra recitazione e caratterizzazione e personalità ogni personaggio e curato veramente bene.

Conclusioni

Ogni episodio dello show è funzionale alla crescita del personaggio, in ognuno di questi c’è qualcosa che delinea il carattere e la personalità di Mando, senza la necessità che ogni aspetto venga spiegato, il silenzio spesso vale più di mille parole.

The Mandalorian può essere considerata l’unico progetto moderno (insieme a Rogue One) in grado di capire l’essenza di Star Wars e farla trapelare dalle immagini, senza necessariamente far volare 200 astronavi contemporaneamente o agitare spade laser senza motivo. Basta poco per far innamorare un fan di Star Wars: una picca con una testa di uno stormtrooper, un deserto, una certa cantina, un T-Fighter che si mostra in tutto il suo splendore atterrando o anche la rivelazione finale, ovvero quella darksaber che può lasciare interdetti o incuriositi chi Star Wars lo segue ma non lo vive.

Questa è la via.

Ho parlato.

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