La misteriosa e assurda morte di Brittany Murphy

A quasi dieci anni di distanza dalla morte di Brittany Murphy, ancora non si è fatta luce su questa misteriosa scomparsa

Brittany Murphy morte misteriosa
Brittany Murphy. Una morte avvolta nel mistero
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Sono già passati dieci anni dalla morte di Brittany Murphy, attrice lanciata dalla commedia adolescenziale Ragazze a Beverly Hills e morta prematuramente a soli 32 anni, il 20 Dicembre del 2009, a poco più di un mese dal suo compleanno.

Brittany Murphy: i primi passi nel mondo del cinema

Originaria di Atlanta, in Georgia, Brittany Murphy fu sempre molto vicina al mondo del cinema. Si racconta che all’età di cinque anni si avvicinò al tavolo dove erano seduti Burt Reynolds e George Segal, annunciando ai due candidati ai premi Oscar che un giorno anche lei sarebbe diventata una star della settima arte. Già all’età di nove anni si era fatta un nome nei teatri, mentre a tredici era già pronta a spiccare il volo, cominciando con le pubblicità che ben presto le assicurarono un manager e un agente.

Dopo il grande debutto davanti al pubblico nel 1995 con il già citato Ragazze a Beverly Hills – un retelling di Emma di Jane AustenBrittany Murphy catturò anche l’attenzione della critica grazie alla prova istrionica offerta in Ragazze Interrotte nel 1999, film incentrato sui disturbi mentali dove recitava al fianco di Angelina Jolie.

 

Il caso Julia Davis

Brittany Murphy fu una presunta testimone nel caso di Julia Davis, impiegata del Dipartimento dell’Homeland Security come Whistleblower, ossia la persona che ha il compito di denunciare atti di corruzione o mala giustizia all’interno di un’organizzazione, molto spesso governativa. La Davis – che aveva servito anche dopo gli attentati dell’11 Settembre – aveva messo in piedi una causa legale contro l’Homeland Security che la portò ad essere vittima di rappresaglie. Ad esempio, non avendo un mandato di perquisizione, il Dipartimento impiegò circa un’ora e 45 minuti a cercare la casa della Davis. Un suo vicino, Matthew Judd, riprese questa specie di raid. L’uomo, di appena venticinque anni, fu trovato morto alcune settimane dopo.

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Fu sempre il Dipartimento dell’Homeland a dichiarare che Brittany Murphy rilasciò una dichiarazione a favore di una delle 54 indagini mosse contro la Davis. L’attrice, però, venutane a conoscenza denunciò la falsità delle dichiarazioni e, anzi, ne firmò un’altra a favore della donna. A seguito di questa decisione, la Murphy assistette all’arresto del fidanzato, Simon Monjack, che venne detenuto dal Bureau of Immigration and Customs Enforcement. Il governo, infatti, aveva cercato di rimpatriare l’uomo, senza riuscirci. In seguito Brittany Murphy e Monjack affermarono di essere stati seguiti, di avere i telefoni sotto controllo e ogni conversazione registrata. Raccontarono in un’intervista di essere sotto stretta sorveglianza aerea. Tutte queste informazioni vennero rese pubbliche dopo la morte misteriosa dell’attrice, in un articolo di The Hollywood Reporter intitolato Gli ultimi difficili giorni di Brittany Murphy.

Brittany Murphy misteriosa morte
Un estratto del celebre articolo del The Hollywood Reporter

La morte sospetta di Brittany Murphy

Con un tale intrigo politico alle spalle, non è difficile capire perché la morte della Murphy abbia mantenuto un alone di mistero e sospetto.

Nel corso della carriera Brittany Murphy aveva dato prova di essere in grado di destreggiarsi tra ruoli drammatici e spensierati. Se da una parte ci sono state le prove offerte in film come 8 Mile e Sin City, uno dei suoi ultimi è invece The Ramen Girl, uscito nel 2008.

Il Dicembre dell’anno successivo, però, nel pieno della sua carriera e ad un passo dal realizzare quel sogno che aveva confessato quando aveva cinque anni, Brittany Murphy viene trovata morta nella sua vasca da bagno. A rinvenire il corpo ormai senza vita dell’attrice fu sua madre, Sharon Kathleen Murphy, da cui Brittany aveva preso il cognome per il proprio “nome d’arte”.

Accanto alla vasca furono trovate tracce di vomito che fecero pensare a disturbi alimentari o all’uso di droghe e altre sostanze stupefacenti. La polizia di Los Angeles e il Coroner sopraggiunti sul luogo del decesso chiusero la pratica in meno di un’ora, annunciando che in realtà la ragazza era morta a seguito di complicanze dovute ad anemia e ad una polmonite non curata. Tuttavia le cose dimostrarono di essere molto più complicate di così.

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All’inizio si pensava che l’attrice potesse aver perso la vita a causa di una polmonite aggravata dalla presenza, in casa, di un particolare tipo di muffa tossica, per la quale suo marito aveva fatto reclamo al costruttore del proprio appartamento. Tale ipotesi, però, non ha mai trovato un riscontro ufficiale.

La morte del marito

Cinque mesi più tardi, infatti, anche Simon Monjack venne trovato morto nello stesso appartamento. Il porta voce del coroner di Los Angeles affermò che l’uomo era morto per le stesse ragioni della moglie: anemia e polmonite. Né Brittany Murphy né Monjack, però, furono sottoposti ad una completa autopsia forense alla ricerca di veleni.

Il padre dell’attrice, Angelo Bertolotti, cercò di spingere le indagini alla ricerca delle vere cause dei decessi, convinto com’era che sua figlia fosse stata assassinata. In effetti nei capelli di Brittany Muprhy vennero trovate altissimi livelli di metalli pesanti e veleno, che vennero rinvenuti da due laboratori privati. Tale scoperta portò alla conclusione che l’attrice poteva essere stata davvero assassinata, così come suo marito. Una storia misteriosa, una storia irrisolta.

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