Crescere con un padre killer, la storia di Woody Harrelson

Woody Harrelson ha avuto una vita da film. Ciò è dovuto principalmente alla figura del padre, noto killer professionista. Una storia incredibile.

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Woody Harrelson aveva undici anni quando sentì,  per puro caso, il nome di suo padre alla radio. Si parlava di un processo per omicidio, di un efferato delitto. Omonimia? Impossibile, il piccolo Woody sapeva che si trattava di suo padre. È stata una cosa terribile, ha riferito l’attore anni dopo. Certo, una cosa terribile, una cosa che non ti scrolli di dosso col tempo, è un marchio da cui non si può fuggire. Non si fugge, probabilmente,  per due motivi: l’esigenza della normalità e l’amore per un padre, o almeno per l’idea di ciò che rappresenta un padre.

Woody ha provato per anni a tirare fuori dal carcere il suo vecchio. Avvocati su avvocati fino alla morte del genitore avvenuta in cella nel 2007 a causa di un infarto. Tale slancio di indulgenza nacque,  forse, grazie all’atteggiamento di sua madre, sempre restia a parlare del marito ai figli e mai pronta a snocciolare parole di condanna o moniti per i suoi ragazzi. Una madre che protegge, che tiene fuori i mostri. O meglio, IL mostro.

Ma chi era Charles Voyde Harrelson?

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Come in un film, la vita di Woody Harrelson fu profondamente influenzata da un padre che passò più della metà della sua vita in prigione. Charles Harrelson nacque in Texas nel 1938 e per anni lavorò come venditore porta a porta di enciclopedie. Si sposò ben quattro volte ed una delle sue mogli fu Diane Lou Oswald —cognomi che fanno nascere, col senno di poi, coincidenze che mettono i brividi– madre di Woody. Dopo aver lasciato il suo lavoro di rappresentante, Charles si dedicò al poker, che secondo Woody era la sua vera vocazione. Poche persone al mondo potevano fare ciò che lui faceva con le carte. La fortuna, però,  non gira a lungo e i crescenti debiti portarono Charles a vincolarsi con la mafia siciliana che lo trasformò in un killer professionista.

Quando Woody aveva sette anni, i genitori si separarono e l’attore non vide più il padre per tantissimo tempo.

Nel 1968, anno in cui lasciò la famiglia, Charles fu accusato dell’omicidio di Harry Berg, un venditore di tappeti suo concittadino. Il crimine non fu mai risolto e Charles fu lasciato in libertà per mancanza di prove. Nonostante ciò, anni dopo, il fratello della vittima scrisse un libro presentando una serie di prove che tornarono ad incolparlo. In Run, brother run, David Berg assicura che quando gli affari del fratello si trasformarono in un rischio per la concorrenza, un suo rivale contattò Charles per ucciderlo. Il Killer avrebbe ricevuto 1500 dollari di compenso.

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Il New York Post assicurò che Charles Harrelson fu aiutato dalla fidanzata della vittima che manipolò quest’ultima affinché la seguisse in un bar dove il killer lo avrebbe prima rapito e poi portato lontano per ucciderlo. Sei mesi dopo il corpo venne ritrovato in un fosso in Texas.

Nel libro, il fratello di Berg dice di aver scoperto che la versione di Charles su quel fatidico giorno era completamente falsa e, inoltre,  riferisce di aver incontrato numerosi testimoni che assicurarono di aver sentito il killer ammettere la propria colpa,  ma nessuno di questi parlò mai per paura di eventuali ripercussioni.

La Personalità di Charles fu una delle chiavi che portarono alla dichiarazione di innocenza. Lo stesso Berg lo descrive nel libro come un avido lettore con un vocabolario impressionante ed un cavaliere romantico. Secondo il New York Post, i giornali dell’epoca lo dipingevano come un ragazzo carino e carismatico.

Nonostante avesse evitato condanne per l’omicidio Berg,  Charles Harrelson fu condannato a quindici anni di carcere per l’omicidio del dealer Sam Degelia Jr. nel 1968, ma la condanna fu ridotta e dopo soli cinque anni, il killer uscì per buona condotta. In un vecchio articolo di The Monitor, si racconta che in giudizio si scoprì che Harrelson fu assoldato dal socio di Degelia,  che voleva appropriarsi dei soldi della assicurazione sulla vita della vittima. Il killer guadagnò 2000 dollari per questa commissione.

Woody Harrelson, all’epoca, aveva dodici anni e aveva appena scoperto la vera natura del padre.

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Nel 1979, poco tempo dopo la sua uscita di prigione, Charles si vide coinvolto nell’assassinio del giudice John H. Wood, noto per la sua lotta contro il traffico di droga. Il killer fu condannato all’ergastolo, però,  poco prima dell’arresto, Charles,  che sembrava sotto l’effetto di droghe, lottò con la polizia per ben sei ore fino a quando non si arrese confessando l’omicidio del giudice e nientepopodimeno che quello del presidente John F. Kennedy.

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Nel momento in cui confessai l’omicidio del giudice, dissi di aver ucciso anche il presidente JFK, questo per darvi l’idea del mio stato mentale. Disse, poi, durante un’intervista in televisione, dove assicurò anche che le sue scioccanti dichiarazioni nacquero dallo sforzo della lotta [con la polizia] per prolungare la mia vita.

Dopo un tentativo di fuga dal carcere di Atlanta nel 1995, Charles venne fermato e le forze dell’ordine posero definitivamente fine alla sua carriera criminale.

Come detto in apertura di articolo, Woody Harrelson non rinunciò mai a suo padre; Cercò sempre di costruire un rapporto, impresa resa ancora più difficile dal fatto che potevano incontrarsi solo in carcere.

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Con il passare del tempo, Woody Harrelson si rese conto di avere parecchie cose in comune con suo padre:

Nacqui nel giorno del suo compleanno. In Giappone credono che se nasci nel giorno in cui tuo padre compie gli anni,  non sarai destinato ad essere come lui, ma sarai lui. La coincidenza mi faceva sentire strano. Era incredibile vedere le numerose similitudini: la stessa risata, lo stesso viso. Il suo viso era molto simile al mio.

Per fortuna, l’unica vera somiglianza tra Woody e il padre non si è esplicata nella realtà ma nella finzione. Mickey Knox, iconico protagonista di Natural Born Killers di Oliver Stone, interpretato da un giovane Woody, è probabilmente l’unica palese similitudine tra il noto attore ed il suo famigerato padre.

 

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