Doom Patrol, recensione in anteprima della folle serie di Prime Video

Doom Patrol è la nuova folle serie del DC Universe che per l'Italia debutterà su Prime Video ad Ottobre

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Doom Patrol debutterà, in esclusiva per l’Italia, su Amazon Prime Video il prossimo 7 Ottobre.

Nata come spin-off della serie Titans, dove i personaggi vengono presentati, Doom Patrol narra le vicende di un gruppo di losers che si trovano a dover affrontare la responsabilità di avere dei poteri fuori dall’ordinario e la possibilità di combattere il male.

La storia inizia da Cliff Steele (Brendan Fraser), un pilota di auto da corsa che, a seguito di un brutto incidente, scoprirà che il suo cervello è stato trapiantato in un corpo robotico per evitarne la morte. In questo modo Cliff fa la conoscenza di Chief (Timothy Dalton), l’uomo che l’ha salvato e che, come il Professor Xavier di X-Men, dà ospitalità a coloro che il mondo ha ricacciato indietro.

In casa, infatti, Cliff farà la conoscenza di Larry Trainor (Matt Bomer), ex pilota d’aerei nascosto dietro metri di garze per celare la sua pelle ustionata, Rita (April Bowlby) ex attrice della vecchia Hollywood che è capace di tramutarsi in qualcosa di terribile e Jane (Diane Guerrero), che ha ben 64 personalità, ognuna con un proprio potere specifico.

La vita di questi personaggi borderline verrà messa in pericolo quando sulle tracce di Chief arriverà un vecchio nemico, un folle che obbedisce al motto di la mente è il limite, che costringerà i protagonisti a prendere decisioni tutt’altro che facili e che nella piccola cittadina dell’Ohio porterà anche il giovane Cyborg.

Basato sull’omonimo fumetto del 1963 di casa DC Comics, Doom Patrol sembra avere come nucleo narrativo l’adagio che ci è stato reso noto dallo Spider-Man di Sam Raimi per cui da grandi poteri derivano grandi responsabilità.

La serie, infatti, parte concentrandosi su personaggi che non solo non hanno chiesto i poteri che li contraddistinguono, ma che soprattutto non se ne vogliono servire. Vivono in una casa fuori dal mondo, imparando ad arginare le loro qualità particolari, controllando ciò che li renderebbe ancora più diversi dagli esseri umani da cui sono, ormai, inesorabilmente lontani.

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Tuttavia, sebbene il tema possa apparire quanto meno agée, Doom Patrol si presenza al pubblico con una veste molto più originale. La serie, infatti, si fa forte di un’ironia e un sarcasmo al limite dell’offensivo, che molto deve anche al tono metacinematografico che avevamo già visto al cinema con Deadpool. La serie gioca molto non solo con le aspettative del pubblico, ma anche con l’immaginario collettivo che gli spettatori hanno sviluppato nel corso di questo decennio dove i supereroi hanno ritrovato il proprio lustro.

Questo immaginario, però, come le aspettative che lo accompagnano viene completamente ribaltato.

Se con il bel The Boys (sempre di casa Amazon Prime) avevamo affrontato una schiera di supereroi cattivi e corrotti dal troppo potere, qui ci troviamo davanti ad un prodotto che scherza sull’egoismo di personaggi borderline, personaggi che sono in qualche modo ossessionati dagli errori e dalla nostalgia del proprio passato.

Qui i supereroi non sono cattivi, sono semplicemente degli sfigati che avrebbero potuto avere tutto e che invece si trovano con un pugno di mosche in mano e un atteggiamento che rischia di essere definito codardo.

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Ed è proprio nella scelta di utilizzare i toni da commedia quasi demenziale che si deve ricercare il marchio di fabbrica della serie. Doom Patrol non somiglia a nulla né si sforza di essere qualcos’altro. È piuttosto l’esplosione pirotecnica del cattivo gusto, dell’errore costante e di quell’imperfetto tentativo di fare la cosa giusta che rappresenta da sempre l’esperienza umana.

Inoltre Doom Patrol riesce a catturare l’attenzione sin dai primi fotogrammi grazie alla sua struttura narrativa. La storia si dipana davanti gli occhi del pubblico con una struttura che fa un sapiente utilizzo di flashback e intrecci, grazie alla scelta di far procedere il racconto attraverso la voce narrante del cattivo, il Mr. Nobody interpretato da Alan Tudyk.

Così facendo non solo si aggiunge un altro tassello di originalità alla storia, ma soprattutto si riflette in modo sapiente e divertente sull’affidabilità del narratore, una tematica che, quando viene trattata con razionalità, riesce a sfornare piccoli gioielli, come Memento o Shutter Island.

Doom Patrol è una serie che fa della follia – tanto visiva quanto narrativa – il suo marchio distintivo. E sebbene questo potrebbe indispettire chi invece ama le narrazioni più fluide e lineari, la scelta risulta vincente proprio perché obbliga lo spettatore a stare costantemente all’erta, con lo sguardo vigile e l’interesse acceso.

Dal 7 ottobre su Prime Video!

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