‘Vinci Salvini’ è la peggiore puntata di Black Mirror?

Vinci Salvini, la seconda edizione del concorso indetto dal ministro Salvini ci ha lasciato un po' straniti. Abbiamo deciso di rifletterci su.

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Ha fatto discutere il concorso a premi indetto dal Ministro degli Interni.

Parliamoci chiaro, pur non facilmente, cercheremo di evitare l’argomento politico il più possibile per concentrarci sull’accostamento distopico alla serie distribuita da Netflix. Al centro di tutto c’è il Vinci Salvini, un concorso social indetto dal leader della Lega. Il funzionamento è semplice, il follower più attivo sui principali canali social di Matteo Salvini vincerà una passerella pubblica su tali piattaforme e un incontro col famigerato ministro. In molti, compresi noi, hanno accostato tale iniziativa alla serie che, nell’immaginario comune, ha sdoganato la bad technology in molte sue forme, anche lato social network.

Analizziamo velocemente il post e il video pubblicato su Facebook.

Ogni giorno verrà pubblicata la foto del follower più veloce e attivo, una telefonata in linea diretta e, una volta a settimana, un caffé col ministro degli interni. La corsa alla popolarità ha portato la politica a piegarsi alle leggi dei social network. I leader dei partiti si fanno influencer e il concorso al centro di questa analisi ci immerge in quel futuro distopico raccontato da Black Mirror.

Le prime due puntate che vengono in mente e accostate all’evento in questione sono: Vota Waldo! e Caduta Libera. Il primo collegamento è forse più semplice visto che Vota Waldo! è incentrata su una campagna politica. Il pupazzo digitale si impone principalmente per la sua viralità in rete, soprattutto dopo un acceso dibattito televisivo. Le sue parole infatti vengono trasformate in una canzone, diventando una vera e propria hit su Youtube. Le analogie in realtà non sono poi molte altre.

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Caduta Libera invece, pur non parlando di politica, mette al centro di tutto la psicologia dietro la popolarità acquisibile dai social. La società all’interno di quel futuro distopico si basa infatti sul rendere la notorietà un valore principale all’interno dell’ecosistema socio-economico. Ognuno ha la possibilità di votare il prossimo e fargli acquisire prestigio o decadimento sociale.

Analogie di come i social possono influenzare e veicolare i messaggi.

Nei due episodi citati prima possiamo innanzitutto vedere come la componente social possa influenzare il nostro pensiero nella vita di tutti i giorni, anche nel campo della politica. Waldo acquista voti tramite una canzone su Youtube mentre Lacie, protagonista di Caduta Libera, farebbe di tutto per ottenere quel poco di notorietà in più che la renderebbe una “persona migliore”. I social lavorano quindi in modo che il fruitore entri nel meccanismo in modo passivo, come se le dinamiche al suo interno siano la sola realtà possibile.

Nel caso di Waldo possiamo notare come i suoi voti siano aumentati non grazie alle sue dichiarazioni bensì tramite una canzone tanto ridondante quanto virale. Se uniamo tutto questo alla volontà di emergere e rendersi popolari tramite la rete, vediamo come sia semplice poter sfruttare queste dinamiche.

Un nuovo tipo di fare politica o un tentativo destinato a fallire?

A questa domanda potrà rispondere solo il tempo. Intanto Salvini e il suo team hanno riproposto questo concorso dopo un primo tentativo durante la campagna politica che vedeva la Lega all’opposizione. Questo significa che il primo tentativo non è stato un fallimento. Sui suoi canali si possono già vedere le foto dei primi vincitori e i risultati di questa campagna.

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Rispetto al primo tentativo la situazione è però decisamente cambiata. Matteo Salvini ora veste una delle principali cariche di governo e la sua risonanza politica è notevolmente aumentata rispetto a pochi anni fa. Questo nuovo concorso ha infatti fatto molto più discutere rispetto alla prima volta, a significare che la concezione nei suoi confronti, di chi gestisce i suoi profili e dei social in generale può cambiare o muoversi diversamente anche a distanza di pochi mesi.

Tutto questo ci porta ad una riflessione: partendo dal presupposto che spesso non si può definire a priori se una cosa è giusta o sbagliata, questo nuovo modo di fare politica porterà ad un aumento di interesse da parte dei cittadini, considerandosi con piacere maggiormente coinvolti, oppure allontanerà quest’ultimi ulteriormente, poiché la sfera pubblica, come da tradizione, deve sempre mantenere una veste austera e seria? Quindi, l’approccio salviniano diventerà consuetudine anche in altre forze politiche o sarà destinato ad evaporare nel grande calderone della politica/tv che l’ultimo ventennio ha contribuito a creare? Diteci la vostra nei commenti.

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