Con Spiderman: un nuovo universo, la Sony riscrive la definizione di cinecomic

In questo nuovo film sull'Uomo Ragno, la Sony riesce a far confluire ogni forma di linguaggio del fumetto nel cinema. Un'operazione dalla forma perfetta.

Spiderman: un nuovo universo
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C’è un momento in Spiderman: un nuovo universo che racchiude in sé tutta l’essenza di questo nuovo cinecomic della Marvel ma targato Sony, quindi fuori dal circolo Disney. Difficile poter spiegare bene la dinamica senza incappare in uno spoiler ma è fondamentale per capire gli intenti che ci sono dietro a questo blockbuster praticamente perfetto nella forma. Verso la fine del film d’animazione, Scorpione dice ad uno Spiderman, “Cosa sei, un cartone animato?” con fare dispregiativo. La replica di quello Spiderman è “Cos’hai contro i cartoni animati?“. Una domanda che genera una risposta ed alla quale si sussegue un’azione che mette fuori gioco uno dei tanti villain della situazione. E qui ci fermiamo. Questo però deve essere tenuto saldamente in mente perchè Spiderman: un nuovo universo gira intorno a questa breve conversazione.

Dopo aver inaugurato il nuovo universo con Venom, la Sony prosegue (come ci aveva già fatto capire con la seconda scena post-credit) con il suo Spiderman allontanadosi dalle logiche eccessivamente scanzonate dei Marvel Studio, regalandoci un film che racchiude in sé la definizione di cinecomic. In primo luogo, ciò che balza all’occhio è la scelta di voler utilizzare sin da subito una mescolanza di linguaggi diversi tra loro, facendoli conciliare alla perfezione. La quarta parete viene rotta più volte per illustrare la storia dell’universo che racchiude e circonda il nuovo Peter Parker, Miles Morales, un giovane del college che viene morso anche lui da un ragno radioattivo. E sarà lui a prendere i panni di Peter Parker, così come accade nel ciclo di fumetti Marvel che tante polemiche destò.

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Spiderman: un nuovo universo

Per combattere l’ennesima folle idea di Kingpin, il cui disegno stilizzato lo incarna alla perfezione, Parker perirà sotto i possenti pugni di uno dei tanti iconici villain. Il cattivo vince, il buono perde. Questo però solo all’apparenza perché si aprono tanti universi che andranno a confluire in quello di Miles Morales. E in ogni universo che si rispetti, c’è un Uomo Ragno diverso. Dal noir Spiderman, doppiato da Nicholas Cage e che regala un compendio perfetto del genere, fino alla versione manga e Looney Tunes. C’è praticamente tutto. E se la teoria degli universi paralleli è piena di paradossi, troveremo anche Peter Parker. Come è possibile? Niente paura, la quarta parete verrà rotta di nuovo e ci sarà un fumetto narrato a spiegare tutto. Momenti didascalici e funzionali a calmare i ritmi serrati di una narrazione condita da una colonna sonora incalzante e perfettamente diegetica.

Trovare il motivo per cui questo è il cinecomic perfetto è semplice e sotto gli occhi di tutti. Attraverso un discorso legato al linguaggio ed alla crossmedialità (l’ultima scena post credits sarà chiarificatrice), Spiderman: un nuovo universo permette un perfetto accordo tra tutti i differenti linguaggi che caratterizzano cinema, fumetto, televisione e manga. Un’unione che crea per l’appunto un nuovo universo, dissacrante e parodistico, e perfetto a livello prettamente filmico. Attingendo dalla narrazione classica, il film diretto da Persichetti, Rothman e Ramsey prende la sua strada e crea un prodotto a sé stante e figlio della volontà di rinnovare a pieno la saga, rendendola fruibile anche ai nuovi spettatori che vi si approcceranno per la prima volta. La sceneggiatura di Miller ci regala una novità completa distaccandosi dalla modalità odierna con cui si pensa ai cinecomics, già decidendo di virare sull’animazione.

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spiderman: un nuovo universo

E qui ci si ricollega alla conversazione di cui sopra. “Cos’hai contro i cartoni animati?“. Non è da escludere che molti puristi del personaggio avranno moltissimo da ridire per questo Spiderman: un nuovo universo ma tutte le scelte hanno intenti ben precisi e soprattutto riusciti. L’effetto visivo ricreato è molto vicino al fumetto, con colori pastello e personaggi stilizzati all’inverosimile, soprattutto nei momenti finali psichedelici dove gli atomi, tanto cari a Mr. Pym, si scontrano con la rielaborazione dei villain. Insomma, uno scontro perenne che non smette mai di stupire e dare una fresca ventata di dissacrante novità, riaccendendo la fiamma e la curiosità di chiunque. Un film che di per sé potrebbe racchiudere la definizione di cinecomic ed eventualmente riscriverla.