Firenze Rocks – I Guns N’ Roses sono tornati in Italia per confermarsi

Dopo la tanto attesa reunion, la band americana torna sul nostro territorio per bissare il successo dell'anno precedente.

Guns
I Guns N' Roses nel 2012, Axl Rose al centro - Credits: Delusion27 / Wikipedia
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Dopo la reunion e il concerto che ha ipnotizzato Imola, i Guns N’ Roses hanno cercato una conferma difficile da bissare.

Vi abbiamo parlato del concerto del 14 Giugno dove i Foo Fighters hanno letteralmente creato uno show unico e irripetibile, ora tocca alla seconda giornata del Firenze Rocks. Come per il giorno precedente, il numero di persone arrivate da tutta Italia, ma anche dall’estero, è stato impressionante. Dalle maglie e dai tatuaggi si poteva notare da subito quanto questa band abbia donato a una, due, tre generazioni emozioni uniche. Tutto il pubblico era febbricitante nell’attesa dei Guns N’ Roses, uno dei pesi massimi dell’hard rock/sleaze metal. L’apertura è stata affidata a un gruppo fresco ma che ha al suo interno un nome importante.

The Pink Slips

La prima band a esibirsi sul palco è giovane e dal sound fresco. Ottime variazioni e buona spinta musicale per partire al meglio nella seconda caldissima giornata del festival. Le sonorità sono un misto di revival hardcore punk, garage rock e indie. Si nota che la band sia in un cammino di crescita e la strada sembra giusta. Al suo interno c’è una figlia d’arte, Grace McKagan, figlia del bassista dei Guns Duff.

Baroness

La band americana non è invece nuova nel panorama musicale. Attivi dal 2003 si son creati anno dopo anno un ottimo seguito. Portatori sani di sludge metal possono avvalersi di buone performance live e una buona discografia. Anno scorso sono stati nominati ai Grammy per la Migliore Performance Live col singolo Shock Me. Hanno contribuito ottimamente alla giornata e il pubblico sembrava apprezzare le sonorità melodiche ma corpose.

Volbeat

Anche loro non sono certamente dei novellini e si nota da subito. Il palco è stato costruito ad hoc per la band e subito dalla partenza vogliono dimostrare di sapere il fatto loro. La musica si velocizza e il loro mix di rock ‘n’ roll misto ad hardcore riesce a trasportare il pubblico in modo più convinto. Esibizione precisa e decisamente varia quella dei Volbeat. Si passa da canzoni più melodiche e lente a vere e proprie frustate. Ci lasciano omaggiando Johnny Cash omaggiando il rock ‘n’ roll in tutto il suo splendore.

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Guns N’ Roses

Con lo schermo principale completamente oscurato dal riflesso della luce, si inizia a intravedere un piccolo filmato che presenta il simbolo della band. Finite le preparazioni del palco il video si mostra meglio e appare un carro armato in mezzo a un apocalisse infernale. La grafica non è il massimo della vita e dopo qualche minuto lo sparo del cannone inizia a stancare quasi tutti visto che il loop sembra infinito. Il video finalmente si muove di nuovo e viene raffigurato un mix di situazioni che, tramite un proiettile con il logo della band, ripercorre in qualche modo gli anni della loro carriera. Finalmente Axl Rose e gli altri entrano sul palco.

La band è visibilmente carica e lo si nota da come tutti si muovono e corrono su e giù dal palco. La voce inconfondibile di Axl Rose si sente e la cosa è tutt’altro che scontata. Chiunque conosce il suo percorso e come più volte ha rischiato di chiudere la carriera a cause sia legali che fisiche. Si aprono le danze con It’s So Easy, la stessa che ha visto la loro partecipazione il giorno prima nel concerto dei Foo Fighters.

Il concerto continua a gonfie vele e da subito si nota che il vero protagonista dell’evento è il chitarrista Slash. Nella scaletta generale sono stati molti i suoi momenti, dal leggendario assolo sulle note de Il Padrino alla cover tutta strumentale di Wish You Were Here. Parliamoci chiaro, è stata la festa della chitarra e chi non apprezza questo stile forse un po’ vetusto di fare spettacolo probabilmente non avrebbe comunque apprezzato le note della band.

Cover e tracce storiche che hanno elettrizzato i fan.

Le cover sono state molte ma dobbiamo ricordarci che pur trattandosi di una band storica ha al suo attivo una discografia alquanto ristretta. Abbiamo potuto assistere all’omaggio verso Chris Cornell con Black Hole Sun, Wichita Lineman di Jimmy Webb, The Seeker dei The Who, Attitude dei Misfits e Live and Let Die (presenti in The Spaghetti Incident? e Use Your Illusion I).

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C’è stato spazio anche per il controverso ultimo album Chinese Democracy che si è palesato con la title track, This I Love e con Better. Welcome to the Jungle, You Could Be Mine, Civil War (davvero eseguita in modo notevole) e Sweet Child O’ Mine hanno letteralmente infiammato l’intera Visarno Arena. In queste canzoni si è potuto notare una cura più decisa sia da parte degli strumentisti che da parte di Axl Rose. Ci sono state anche canzoni, sempre storiche ma poco attese, come Rocket Queen e soprattutto Coma. Quest’ultima è stata una scelta un po’ coraggiosa probabilmente. Per chi conosce la traccia può ricordare quanto possa essere ostica a livello vocale. Axl Rose infatti non riesce a mantenerla tutta al massimo, sopratutto dopo aver affrontato più di metà live. Il risultato risulta comunque notevole visto la forza con cui è stata suonata e affrontata.

Una conclusione tutt’altro che inaspettata.

Così come per l’apertura con It’s So Easy, anche il finale non è inedito per i grandi fan della band. Dopo un’incantevole November Rain, la storica cover di Knockin’ on Heaven’s Door, Nightrain, Patience e Yesterdays arriva il gran finale che tutti attendevano. Per preparare il tutto si esibiranno prima nella già citata The Seeker poi è il turno della chiusura di sempre: Paradise City.

La grande chiusura è stata preparata con stile e l’arena esplode di nuovo in cori e urli. La grinta c’è stata in ogni occasione, dall’inizio all’ottimo finale costellato di fiamme e fuochi d’artificio.

Probabilmente c’è una grande esclusa da questo immenso revival. Per motivi che non conosciamo non è stata eseguita una traccia caratteristica della band, Don’t Cry. Una mancanza che però è stata sopperita con molti altri brani meno frequenti nei loro vecchi live.

Chi ama i Guns N’ Roses ha trovato sicuramente pane per i suoi denti e i più grandi dubbi, che ricadevano sulla voce e la prestazione di Axl Rose, quasi del tutto scongiurati.

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