10 album alla scoperta dell’ Avant-garde

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3. Fantômas – The Director’s Cut (2001)

Il secondo album dei Fantômas è un tributo alle colonne sonore cinematografiche e televisive secondo l’ottica allucinata di Mike Patton.

Grandi classici come Il Padrino, Twin Peaks, Rosemary’s Baby rivisti in una serie di improvvisazioni che spaziano dal Death Metal più violento all’ Ambient più minimalista.
Patton spinge la voce a livelli insostenibili, alternando una timbrica calda e malinconica a pure schegge di follia vocale, tipiche del suo stile.

 

2. Frank Zappa – Hot Rats (1969)

Il secondo disco da solista di Frank Zappa è un album totalmente strumentale (fatta eccezione per Willie the Pimp, cantata da Captain Beefheart).

Zappa mette da parte la sua vena demenziale in favore di una moltitudine di variazioni del Fusion Jazz: Assoli lunghissimi, partiture complesse, pischedelia.

L’esperimento più audace del buon Frank, nonchè uno dei più riusciti.

 

 

1. The Residents – Meet The Residents (1974)

Il disco di debutto dei Residents è quanto di più si possa avvicinare alla definizione di advant-garde.

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Una totale destrutturazione di qualsiasi genere musicale precedentemente conosciuto, con innovazioni e tonalità impensabili ancora per l’epoca.
38 minuti che spazzano via totalmente il concetto di “musica” in favore di qualcosa di contorto, lisergico e affascinante.