Black Mirror: 6 profezie che sono diventate realtà

Black Mirror con la sua visione del futuro ha "allarmato" parecchi spettatori. In molte puntate troviamo tecnologie non molto lontane dalla realtà

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Nosedive – Dammi le tue stelle e ti dirò chi sei

Black Mirror 1

Ambientata in una società in cui le persone vengono valutate con un voto da 0 a 5, la prima puntata della terza stagione di Black Mirror ha già un piede nella realtà.

In Nosedive, Lacie (interpretata da Bryce Dallas Howard), ci accompagna in un mondo in cui tutte le interazioni sociali sono scandite da un’app di valutazione. Il rating ottenuto dalle giudizio del tuo prossimo, stabilisce anche il tuo status sociale. Più stelle, significano più privilegi; poche stelle fanno di te un lebbroso.

Vi avevamo già parlato dell’app Credo la cui esistenza, è vero, precede l’uscita della puntata, ma che sta aumentando il suo successo proprio in seguito ad essa. La sua somiglianza con lo strumento di valutazione usato da Lacie è tale da aver costretto il proprio creatore a difendersi pubblicamente, elencando punto per punto tutte le differenze fra il suo prodotto e Black Mirror. Per approfondire potrete trovare QUI il nostro precedente articolo a riguardo.

Non è però questa app a rendere Nosedive un preambolo di doman non troppo lieto…

Stando a quanto dichiarato, la Cina sta per dotarsi di un punteggio di cittadinanza.

Il sistema sarebbe al momento in fase sperimentale, ma potrebbe diventare obbligatorio nel giro di un paio d’anni. Il cosiddetto Social Credit System valuterà i cittadini in base a molti paramentri, fra i quali, lo storia creditizia, la capacità di rispettare obblighi contrattuali e situazione lavorativa. Se tutto ciò vi sta gettando in uno stato di irreversibile sconforto, vi sconsiglio di proseguire nella lettura: il peggio deve ancora venire.

In alcuni protocolli sperimentali, il progetto è stato impostato per prendere in considerazione qualche altro fattore come, ad esempio, le abitudini di consumo, gli hobbies, la rete di familiari ed amicizie. Tradotto: vostro cugino si è sborniato pesantemente e ha menato mezzo pub? Sbrigatevi a ripudiarlo o le vostre stelline svaniranno come postumi nello sciacquone.

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Il punteggio assegnato influenzerà pesantemente la vita quotidiana dei cittadini. Come in Black Mirror, ad un rankin migliore corrisponderanno determinati vantaggi mentre, per coloro che non si dimostreranno degni di fiducia, sono pronte punizioni esemplari.

Per il governo cinese, colpito da diversi noti casi a base di corruzione, il progetto servirà a costruire “un sistema di fiducia” e “una cultura di sincerità“:

“…creerà un’ambiente di opinione pubblica nel quale il mantenimento della fiducia sia percepito come glorioso… e che potenzierà la sincerità nelle sfera governativa, commerciale, sociale e giudiziaria…”

Un po’ come piazzare una telecamera in cucina perchè “vi fidate” del vostro coinquilino e “gli credete” quando vi dice di non esser stato lui a fottervi l’ultima scatoletta di tonno.

Siate lieti, amici della Scimmia!

Be Right Back – Beyond the Re-Animator!

Black Mirror 2

Il primo episodio della seconda stagione di Black Mirror racchiude una previsione ancora più inquietante. Esso ci racconta di Martha (Hayley Atwell), giovane che perde suo marito Ash (Domhall Gleeson). Distrutta dalla morte del suo compagno di vita, la vedova trova su internet un via per domare il dolore.

Si imbatte dunque in un servizio online che, ingurgitando tutti i dati digitali del defunto (email, memoria smartphone, social, etc…) ne riproduce una copia virtuale. Il chatbot partorito, comunicando testualmente, riesce a replicare personalità, memoria e reazioni del soggetto alla perfezione.

I rapporti “a distanza”, si sa, sono però difficili da gestire e non passa molto prima che Martha decida di passare al livello successivo. Sempre tramite il portale di cui sopra, si fa consegnare a casa un corpo artificiale che, nutrito con i dati acquisiti, si tramuta in una replica fisica di Ash.

Per quanto possa esser difficile da credere, anche stavolta Black Mirror ha rasentato la veggenza.

Nel 2016, tre anni dopo l’uscita dell’episodio, la programmatrice russa Eugenia Kuyda ha impiegato l’intelligenza artificiale per “riportare indietro” il suo amico Roman Mazurenko, morto in un incidente. Utilizzando le informazioni racchiuse nelle mail, nelle chat e sui social, Kuyda ha tentato di partorire un chatbot capace di rispondere come avrebbe fatto Roman.

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Sebbene i risultati siano stati contraddittori, la sviluppatrice e la sua startup, Luka, hanno successivamente utilizzato la rete neurale del finto Roman per creare Replika. Si tratta di un altro chatbot il cui scopo è quello di porsi come “amico digitale” dell’utente. La cosa interessante è la sua incredibile capacità di apprendere. Col tempo l’AI è in grado di elaborare ed imitare personalità e stile di scrittura di chi ci si interfaccia.

Ancora più clamoroso sembra essere il progetto BINA48, un’intelligenza artificiale dal volto umano. Letteralmente.

Il robot, creato da David Hanson della Hanson Robotics, ha sucitato molte curiosità e perplessità, tanto da ottenere interviste con giornalisti di tutto il mondo. Ecco quella sostenuta con una giornalista del New York Times:

Secondo i suoi sviluppatori, è un robot con una faccia che si muove, occhi che vedono, orecchie che sentono e una mente digitale capace di conversare.

L’aspetto e la personalità della macchina sono costruiti su quelli di Bina Rothblatt, moglie del finanziatore. La donna ha passato centinaia di ore nel compilare le proprie memorie e descrivere le proprie sensazioni per consentire agli sviluppatori di ricostruirla precisamente.

Sebbene sia BINA48 che Roman abbiano suscitato perplessità, c’è da dire che gli esperimenti sull’A.I. si stanno moltiplicando, talvolta con risultati eccellenti.

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