Band in Italy – 3 ascolti fondamentali per conoscere i Subsonica

3 ascolti fondamentali per conoscere i Subsonica
Condividi l'articolo

Negli ultimi trent’anni la scena musicale italiana ha visto nascere band che non hanno nulla da invidiare ai grandi artisti internazionali.

In questa rubrica abbiamo deciso di dare rilievo alla buona musica italiana degli ultimi decenni, con particolare attenzione alle band.

Rock, Pop, Elettronica, Indie e molti altri generi si sono sviluppati e sono cresciuti nella nostra Penisola grazie ai percorsi compiuti da questi gruppi musicali.

Afterhours, Bluvertigo, Elio e le Storie Tese, Linea 77, Litfiba, Marlene Kuntz, Ministri, Subsonica, Tre Allegri Ragazzi Morti, Verdena. Sono solo alcuni degli artisti che proveremo a raccontare nei nostri appuntamenti settimanali con Band in Italy.

Per una presentazione e un’analisi efficace, che non finisca col diventare un mero elenco storico delle gesta di questi musicisti, abbiamo scelto un percorso musicale che prevede 3 ascolti essenziali per ciascuna band:

  1. Una scelta dall’album d’esordio, per presentare la fase iniziale.

  2. Un singolo scelto sull’intera discografia perché in grado di rappresentare pienamente lo spirito del gruppo.

  3. Una canzone dell’ultimo album, per evidenziare la dinamica evolutiva nel corso del tempo.

Possiamo dunque iniziare con la prima band: i Subsonica.

La band torinese viene fondata nel 1996 dal frontman Samuel, insieme al compositore chitarrista Max Casacci, ex membro degli Africa Unite, al tastierista dj Boosta, al batterista Ninja e al bassista Pierfunk, nel 1999 sostituito da Vicio.

Gli album in studio pubblicati dai Subsonica sono sette.

Fin dall’esordio, con l’omonimo disco intitolato Subsonica del 1997, si dimostrano in grado di affermarsi come realtà fresca e innovativa sulla scena musicale italiana degli anni Novanta e Duemila.

I testi originali e mai banali, il timbro inconfondibile della voce di Samuel e la musica in grado di fondere perfettamente le influenze di rock, pop, funk, elettronica e reggae, derivanti anche dalle importanti esperienze precedenti dei membri, sono i segreti del successo dei Subsonica.

Andiamo dunque ad ascoltare le 3 canzoni che abbiamo scelto per presentare la band.

1. Preso blu – Subsonica (1997)

“Ma quanta arroganza si spreca

Per quali mediocri orizzonti

Il senso di vaga impotenza

Di un giorno di pioggia”.

L’album d’esordio ha molti brani interessanti che sono diventati veri e propri pilastri della discografia della band, come Cose che non ho, Radioestensioni, Istantanee e Come se.

LEGGI ANCHE:  Subsonica: nuovo album in arrivo?

La canzone che abbiamo scelto è Preso Blu. Max Casacci la scrive originariamente per gli Africa Unite, ma accortosi che il brano non è adatto alla voce del cantante Bunna, decide di proporla ai Subsonica.

Paura che diverso

Sarebbe anche possibile”

Il testo esprime il senso di vuoto, di debolezza e tristezza in un giorno di pioggia. La critica di fondo è alla vacuità della società, alla mancanza di certezze, al potere forte e violento delle autorità e alla paura, che si manifesta in varie forme.

La musica è un interessante mix di suoni, dove il tocco di Casacci si fonde perfettamente agli effetti e al sintetizzatore di Boosta, costruendo un tappeto sonoro che accompagna la perfetta voce di Samuel, che si presenta qui in due modalità contrastanti: leggera sulle strofe, forte e graffiante nei ritornelli.

2. Aurora sogna – Microchip Emozionale (1999)

“Qualche gelato al giorno forse la nutrirà

Non crede nell’amore e ciò è molto semplice

Come si chiama questa voglia di vivere

Che nel suo corpo ha bisogno di espandere”

Microchip Emozionale è un album incredibile. Nelle sue tracce i Subsonica riescono ad esprimere tutto il loro potenziale artistico. Il successo di pubblico e critica riconosce al disco tutti i meriti, al punto che qualche anno più tardi saranno gli stessi componenti della band a scherzarci su. “Non siete riusciti a bissare Microchip Emozionale” canta Samuel in Benzina Ogoshi. Tra gli altri brani più rappresentativi dell’album troviamo Tutti i miei sbagli, Colpo di pistola, Liberi tutti, Discolabirinto, Il cielo su Torino.

“Sogna una carne sintetica

Nuovi attributi e un microchip emozionale

Sogna di un bisturi amico 

Che faccia di lei qualcosa fuori dal normale”

Il testo di Aurora Sogna è un manifesto che rappresenta le difficoltà nell’accettazione di sé e della realtà circostante. Un futuro tecnologico artificiale, fatto di cibernetica neurale e carne sintetica, sembra l’unica strada per evadere e colmare l’eterno senso di vuoto nella vita di Aurora. La ritmata linea di basso iniziale, che si ripete sulla strofa, è il perfetto accompagnamento alla descrizione di Aurora. In contorno i suoni elettronici e sintetici di Boosta, uniti alla chitarra di Casacci, contribuiscono alla costruzione dell’ideale atmosfera per presentare i sogni della protagonista nel ritornello.

LEGGI ANCHE:  Subsonica: in arrivo il nuovo singolo

3. I cerchi degli alberi – Una Nave In Una Foresta (2014)

“C’è la pace che vorrei

Chiusa in fondo agli occhi tuoi

Due fondali che non hanno età”

Una Nave In Una Foresta è il settimo album in studio dei Subsonica, pubblicato nel 2014 e seguito da un importante tour con concerti in tutta Italia e non solo. Dopo diciotto anni di carriera la band sembra non aver perso l’energia degli esordi e dimostra di aver mantenuto le proprie caratteristiche distintive: il sound che fonde bene rock, sintetizzatori ed influenze eterogenee; il carattere impegnato, ma sempre originale, poetico e intrigante dei testi.

“Siamo nuove origini

Fra le vecchie ingenuità

Dimmi che non moriremo mai”

I cerchi degli alberi nasce da un articolo di giornale, uscito nel Novembre del 2013, che parlava del previsto impatto con l’atmosfera di un satellite e dei rischi ad esso correlati. Nel testo torna dunque il ricorrente tema del progresso e della tecnologia. Le conquiste che sembravano avere solo risvolti positivi nel campo dell’esplorazione e della scienza moderna, talvolta si trasformano in minacce. Come spiegato dalla band stessa, la canzone è dunque una storia d’amore che “traendo forza da simboli naturali senza tempo, cerca il suo ritaglio di eternità in una cornice vorticosamente minacciosa”. La musica fatta di spirali elettroniche e sintetizzatori è un esempio interessante del suono raggiunto dalla band in questa fase di maturità.

Dopo le recenti esperienze da solisti e le collaborazioni artistiche dei membri della band, non ci resta che aspettare la possibile uscita dell’ottavo album, di cui vi abbiamo già parlato qui, per scoprire quel che riserverà il futuro alla band torinese.