Weinstein: tra la riabilitazione spunta il caso Lupita Nyong’o

L'ex magnate Harvey Weinstein ha deciso di prolungare la riabilitazione dalla sua dipendenza da sesso, tra le ultime rivelazioni di Lupita Nyong'o.

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Riabilitazione prolungata per Weinstein

Lo stesso ex magnate di Miramax, Harvey Weinstein, sente il bisogno di prolungare la sua permanenza in clinica di riabilitazione.

L’uomo è in un centro apposito dell’Arizona, dal quale doveva essere dimesso il 21 di ottobre, dopo una settimana di cure. Il produttore l’aveva detto chiaramente appena scoppiata la vicenda, vuole curarsi e ripartire da zero.

La parte più umana di noi glielo augura, ma l’unico pregio da conferirgli è di essere il capro espiatorio utile a far emergere la vera faccia di Hollywood, sperando che questo serva a migliorare l’ambiente.

Analizzando la cosa in maniera più distaccata, forse si sta pubblicizzando come uomo pentito che non nasconde le proprie debolezze, ma che allo stesso tempo non si dichiara colpevole, nonostante i suoi collaboratori più stretti, come Tarantino, stanno confessando.

Stando a quanto riporta il suo portavoce, si starebbe concentrando in maniera totale sulla riabilitazione, assieme agli psicologi.

L’altra versione dei fatti

Weinstein Rehab
‘A paparà, nun me stà ‘a fotografà sennò te rompo!

C’è anche invece chi sta rilasciando una realtà piuttosto diversa, come People.

Secondo la rivista, Harvey starebbe continuando a gestire i suoi affari dalla clinica di super lusso, provocando chiunque e sbandierando un complotto organizzato per danneggiarlo.

Come se non bastasse, accetta i trattamenti ma senza la minima collaborazione, perché non si ritiene bisognoso di cure, passando le giornate al telefono e a dormire.

Il caso Nyong’o

Ad aggiungersi al coro delle abusate c’è anche Lupita Nyong’o.

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L’attrice ha dichiarato al New York Times di averlo conosciuto nel 2011 ad una premiazione a Berlino, mentre studiava recitazione. Una produttrice la mise in guardia dall’uomo, che poteva essere un buon contatto, ma dalle esigenze particolari.

Dopo questo primo incontro, dove il produttore ha mantenuto un atteggiamento formale, i due si risentono per una proiezione privata in casa di Harvey, alla presenza dei suoi figli.

L’attrice accetta, e durante la proiezione i due si allontanano su richiesta del padrone di casa, il quale la conduce in camera da letto, desideroso di farle un massaggio.

Per avere la situazione sotto controllo, la Nyong’o si è proposta di massaggiare lei stessa l’uomo, che dopo poco tempo le dichiara di volersi togliere i pantaloni. La situazione si fa scottante, lei fa per andarsene e lui non la forza.

Al termine dell’incontro le viene regalato il cofanetto di The N°1 Ladies’ Detective Agency, serie HBO per la quale lui la vorrebbe scritturare. A quel tempo lei non capiva come catalogare l’esperienza, avendo una scarsa esperienza nel settore e nonostante l’avessero messa in guardia.

Lei e Weinstein si risentirono per un invito alla premiere teatrale di Neverland a Broadway. La Nyong’o si fece accompagnare da due amici fidati, e il post serata si risolse nella maniera più divertente e spensierata possibile. Tanto da farle cambiare idea sulla personalità del produttore.

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Il lupo perde il pelo, ma non il vizio

Rassicurata della cosa, accetta l’invito ad un’altra proiezione privata a New York. I due si siedono al ristorante, arrivano gli antipasti, e l’uomo le dice che avrebbero terminato il pasto a letto. L’attrice rifiuta, vedendosi sbandierare come risposta nomi di attrici andate a letto con lui, e che la cosa era parte integrante del percorso professionale.

Lei non cede e viene lasciata andare, sentendosi dire che la sua carriera poteva essere compromessa, ma che sarebbe comunque stata bene, lasciandola in bilico tra la minaccia e la rassicurazione.

L’attrice scala in maniera repentina il successo con 12 Anni Schiavo, venendo nuovamente ammaliata dalle parole di Weinstein, che tenterà di convincerla a collaborare con la sua compagnia, insistendo tanto da raffreddare i rapporti diplomatici.

La questione finì lì, ma per l’attrice quell’esperienza rappresentò la conferma di ciò che collaboratori e fatti le stavano mettendo davanti e che ora è sotto gli occhi di tutti. Con grande disgusto, si prende sempre più atto di questo sporco sistema presente nell’industria cinematografica.

La risposta di Harvey

Dalla clinica è stata data immediata risposta al racconto.

Harvey ovviamente la elogia per il suo valore artistico, ma afferma di ricordare una versione diversa dei fatti, e che l’attrice lo avesse recentemente invitato a vedere Eclipse a Broadway.

Fonte: Ansa