Them 2- the Scare: la recensione della serie horror su Prime Video

Them 2 the Scare è la seconda stagione della serie horror antologica creata da Little Marvin e disponibile su Prime Video. Ecco la nostra recensione

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Them 2: the Scare è la seconda stagione della serie antologica creata da Little Marvin per Prime Video, con otto episodi disponibili dal 25 aprile 2024: la prima, Them: Covenant, è disponibile dall’aprile del 2021

Them 2- the Scare: la trama

Dawn Reeve (una straordinaria e bellissima Deborah Ayorinde) è una detective della Omicidi di Los Angeles ma anche l’unica donna nera del suo dipartimento: quando è chiamata ad indagare su un caso terrificante, ovvero il ritrovamento del cadavere di una anziana ritrovata in condizioni raccapriccianti (con le ossa rotte, stipata in un armadietto sotto il lavello della cucina della sua casa famiglia…) si ritrova trascinata in un gorgo vertiginoso di orrore, che la porterà a scoprire misteri irrisolti del suo passato.

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Se la prima serie, Covenant, era ambientata durante il 1953 dalla Carolina del Nord a Los Angeles, The Scare decide di fermarsi sulla costa e non rinuncia al sole e alla luce pur essendo una storia di paura.

Perché è proprio nei vicoli bruciati dal sole che lo scontro razziale è sfacciato e terrificante, nell’America degli anni Novanta come in quella di oggi: e allora le indagini della Omicidi si intrecciano con i preconcetti e la violenza di una realtà che stava ancora facendo i conti con la vicenda di Rodney King.

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Da Rodney King a Jim Crow e ritorno

E l’incipit di Them 2: the Scare fa fede al titolo ed è fulminante e insieme terrificante: l’orrore si riappropria, come nelle migliori occasioni, del suo significato più sociale e politico, la paura del diverso è paura di ciò che non conosci, e che sembra invincibile.

Niente fa più paura della crudele natura umana, allora un incubo lovecraftiano assume le forme della più banale quotidianità e si trasforma in un mostro tentacolare.

Little Marvin sa bene come far attecchire il genere e sa scegliere con attenzione il contesto storico: dopo le radici più spaventosamente cristalline del razzismo, l’American Dream e la Grande Migrazione degli anni ’50 (con le leggi di Jim Crow), adesso tocca agli anni Novanta mostrare le ombre della discriminazione e l’intolleranza che prendono forma nel contesto moderno.

Il rimosso, il rimorso, la paura

In tutto questo, Them 2: the Scare fa davvero paura. Contestualizza la paura in una storia soprannaturale usando il racconto poliziesco, il rimosso e il rimorso sono mostri affamati dai capelli rossi che escono dalla bruma oscura del passato: in questo modo, la storia porta alla luce inquietanti riflessioni sull’America più dolorosamente attuale, con la forza dirompente di immagini che esondano dallo schermo.

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Il problema però, alla fine degli otto episodi, è che i due temi portanti (razzismo e passato) non riescono quasi mai ad amalgamarsi bene insieme: se la tensione rimane alta, la soluzione del mistero tiene banco fino alla fine ma lascia in sospeso la grammatica della sua parte più teorica, che dunque risulta sfilacciata.

Un guizzo lo tenta l’ultimo episodio, che non per niente vede alla regia la firma di Ti West (quello di The Sacrament e la trilogia di X, per capirci): che riannoda i fili con la prima stagione in maniera un po’ inaspettata un po’ no, e soprattutto colpisce allo stomaco con il sottofinale dove la scena viene riempita e mangiata dal blackface Tap Dance Man.

Ed è un vero peccato, perchè dal punto di vista della messa in scena Them 2 – the Scare è straordinario, con una costruzione del ritmo impeccabile, e la detection sa tenere l’attenzione fino alla fine: l’ambizione autoriale alla fine travolge un pò.

Un po’ poco, un po’ troppo.

Them 2- the Scare: il trailer

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