IT: la spiegazione del finale e le differenze con il romanzo

24 anni arrivava in Italia per la prima volta IT. Abbiamo deciso dunque di parlarvi del finale e delle differenze con il libro du Stephen King

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IT è considerato il capolavoro dell’autore americano Stephen King. Scritto nel 1986, ben presto ha trovato vita sullo schermo nel 1990 con la miniserie che vedeva Tim Curry nei panni di Pennywise, per poi approdare al cinema nel 2017 (27 anni dopo, numero non casuale nella trama del racconto) con i due capitoli diretti da Andy Muschietti, con questa volta Bill Skarsgård nei panni del clown assassino.

Conoscete tutte le differenze con il romanzo del Re? Anche se non avete letto il libro IT, salite con noi in questo viaggio verso la paura e il mistero.

IT: la trama

In una cittadina immaginaria del Maine, Derry, avvengono strani sparizioni di bambini. La città sembra essere maledetta. Responsabile di queste misteriose sparizioni, è il mostro che vive nelle fogne della città, il quale assume le forme delle peggiori paure delle sue vittime. Il suo nome è IT.

In seguito alla scomparsa del suo fratellino Georgie per mano del mostro, Bill Denbrough non si da pace, e cerca di scoprire la verità dietro gli strani avvenimenti della città di Derry. Ad aiutarlo ci sono i suoi amici Stan, Richie, Eddie, Ben e la nuova arrivata Beverly, ai quali in seguito si aggiungerà Mike. Insieme, i ragazzi, formano il gruppo dei “Perdenti”.

Gli amici sono accomunati, oltre che da una forte amicizia, con gli incontri terrificanti e quasi letali con il mostro, il quale assume sembianze che vanno da una mummia a voci terrificanti di bambini dal lavandino, fino ad arrivare alla sua forma più spaventosa: il clown Pennywise.

IT non è l’unico mostro che vive a Derry. Henry Bowers, il bullo della città, tormenta il gruppo di amici, prendendo di mira soprattutto Ben, leggermente sovrappeso, e Mike, per le sue origini afroamericane. Con il loro coraggio riusciranno a sconfiggere Bowers e la sua banda di bulli, inimicandoseli ancora di più e facendosi giurare vendetta con la morte.

Bill e i “Perdenti” riescono a scoprire che Pennywise rinviene dalla sua tana in cicli di quasi trent’anni, scoprendo che eventi come quelli che vivono loro sono successi anche in passato. Decidono di porre fine a tutto questo andando in cerca del mostro.

Riusciti a trovare il luogo dove si nasconde il clown, sotto la città di Derry, nelle fogne, il gruppo di amici riesce nell’impossibile impresa di ferire quasi a morte il clown, che si rintana agonizzante. Una volta fuori, giurano tra di loro che, se il clown dovesse tornare, di riunirsi e di riaffrontarlo per ucciderlo definitivamente.

Qui si chiude la parte dedicata all’infanzia dei ragazzi, che proseguirà con l’età adulta e lo scontro finale.

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Passati quasi trent’anni, Mike, ormai cresciuto e rimasto nella città di Derry, ha l’infausto compito di dover rintracciare tutti i componenti del sua comitiva d’infanzia, ormai sparsi per gli USA: Pennywise è tornato.

Quasi immemori dell’avventura vissuta da bambini, il gruppo di amici si ritrova dopo anni, ormai cresciuti e realizzati, per mantenere la promessa fatta. Anche il bullo Henry Bowers è pronto a tornare, fatto scappare da un manicomio dove era rinchiuso proprio dal clown, per eliminare i “Perdenti” una volta per tutte.

Purtroppo del gruppo non fa più parte Stan, toltosi la vita perché incapace di sopportare il ripresentarsi nuovamente dei suoi incubi.

Ritrovando pian piano la memoria, il gruppo di amici ritorna nel luogo dove avevano vinto la loro prima battaglia con Pennywise, nelle fogne. Questa volta, però, non sono tutti come quando erano bambini. Anche Mike deve rinunciare alla battaglia, perché ferito gravemente da Bowers, poi messo ko.

Le sicurezze del gruppo iniziano a vacillare, preoccupati dal fatto che, non essendo uniti come prima, questa volta Pennywise abbia la meglio su di loro.

Nello scontro con il clown, che assume la sua vera forma di un ragno gigante, la Divoratrice di Mondi, il gruppo ritrova la compattezza e il coraggio che aveva portato loro la vittoria nel primo scontro, riuscendo a strappare il cuore al mostro, decretandone la fine. Eddie, purtroppo, rimane l’ultima vittima di Pennywise, avendogli staccato un braccio.

La tana del mostro collassa su se stessa. L’incubo è finito. I “Perdenti” hanno vinto. La loro vita potrà proseguire senza paure.

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IT: differenze con il libro e spiegazione del finale

Prima di addentrarci in spiegazioni e conclusioni, meglio fare una doverosa premessa: trasporre un romanzo di oltre mille pagine è un compito arduo. Sia nella versione televisiva che quella cinematografica, è normale che qualcosa del romanzo venga tralasciato. Per questo motivo, ci siamo qui noi.

Partiamo da una domanda: che cos’è il mostro IT? Questo personaggio al quale affibbiano un pronome neutro. Sia nel romanzo, che nella serie e nel film, non riusciamo a trovare una risposta certa. Questo perché, probabilmente, come i personaggi del racconto vedono il mostro in base alle loro più profonde paure, lo stesso dobbiamo fare noi lettori e spettatori, trasportati King-verse e partecipanti attivi delle vicende di Derry.

Nel film e nella serie IT è, nella sua forma definitiva, un mostro simile ad un ragno gigante. Un predatore, che tesse la sua ragnatela e attende le vittime che saranno poi il suo pasto. Esattamente come fa il mostro creato dalla mente di King. Pennywise vive nelle fogne, un dedalo di condotti e tubature che portano tutte dritte dritte nella sua tana.

Nel romanzo è ancora più evidente la sua rappresentazione aracniforme, tanto che depone delle uova prima che Bill e Richie riescano ad ucciderlo. Ed anche sul modo in cui viene sconfitto permangono delle differenze: film e serie mostrano i “Perdenti” sminuire e indebolire il mostro muta forma dimostrano di non avere paura di lui, strappandogli il cuore dal petto. Nel romanzo, prima che ciò avvenga, Richie e Bill attuano il rito del Chud, un antico rituale indiano che consisteva nell’afferrare la lingua del proprio avversario, guardarlo dritto negli occhi e combattere a colpi di battute spiritose.

Le origini di IT sono abbastanza frettolose, a differenza del romanzo. Proveniente dallo spazio, il suo arrivo è descritto da una visione avuta da Mike e Richie da bambini nel loro rifugio nei Barren. Nel film del 2019 avviene un fatto analogo, con Bill che beve una sostanza psicotropa datagli da Mike, che gli mostra la venuta del mostro sulla terra, ma questo avvenimento chiave viene un po’ messo a casaccio nel film, come più per dovere che per utilità di trama.

In soldoni, combattere la paura con la risata, demonizzarla rendendola ridicola e sciocca. Nel film, lo stesso rituale ci viene trasposto come un rito tribale di sacrificio della memoria infantile (bruciano i loro ricordi d’infanzia) per intrappolare IT in un sacca, trafugata da Mike ad una tribù indiana, i quali erano riusciti in passato a intrappolare il mostro, ma mandandolo solo in letargo ogni 27 anni.

Nella serie tv del 1990, il collocamento temporale coincide con il romanzo (anni ’50 e anni ’80). Nei due film del 2017 e del 2019, la parte relativa alla gioventù del gruppo è inserita negli anni ’80 e la loro parte adulta ai giorni nostri, interpretati da James McAvoy e Jessica Chastain, tra gli altri. Cosa che cambia di molto le ambientazioni e le citazioni a film, musica e fatti storici che King aveva riportato nel romanzo. Una decisione di Muschietti di aggiungere un tocco di personalità alla sua pellicola, comunque non stravolgente.

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Personaggio mistico e fondamentale del romanzo è la Tartaruga, che non compare in nessuna delle due trasposizioni. La Tartaruga è un essere ancestrale che viene dallo stesso mondo dal quale viene IT, e bilancia con il bene il male inflitto dal mostro sulla città di Derry. Simbolo di saggezza, nell’immaginario popolare il mondo si regge sul guscio di una tartaruga, argomento che King espande nei suoi romanzi della serie La Torre Nera. Peccato non ve ne sia traccia.

Non v’è nemmeno traccia della distruzione totale di Derry alla fine della prima battaglia con il mostro. Mancano le digressioni di Mike dove ci spiega i terribili eventi accaduti a Derry nella sua storia, dove si intuisce che la cittadina sia a conoscenza dell’esistenza di un clown assassino sotto i loro piedi.

Manca, ma intuiamo facilmente il perché, la scena in cui Beverly si concede volontariamente al gruppo di amici, segnando la fine della loro infanzia e il loro legame eterno, perché sente che il loro legame si sta sciogliendo. Onestamente, sarebbe stato troppo. Già nel 1990 si decise di tagliare la scena, medesima decisione nel 2017.

Differenza sostanziale, che ci porta inoltre alla spiegazione del finale, è l’immaginario collettivo di questo meraviglioso racconto. La tv e il cinema ci hanno regalato un horror movie di tutto rispetto, seppur con qualche difetto. Il romanzo è una storia nelle storie, un romanzo sia fantasy che horror, ma soprattutto di formazione. Il perno centrale della storia non è Pennywise. L’amicizia e il passaggio all’età adulta sono i temi principali del racconto di King. Attraverso un’avventura sanguinaria, viviamo il percorso di crescita e affermazione di un gruppo di ragazzi che condividono dei drammi e delle paure che vanno al di là del mostro sotterraneo della loro cittadina.

Nel film le loro singole storie sono presentate più come paure che, prevedibilmente, riusciranno a superare. Sembra più essere una missione da Avengers, che una storia di crescita e formazione. Nel romanzo, le loro storie pregresse continuano a tormentarli anche da adulti, colpa della maledizione di Derry, rendendo ancora più ardua e avvincente l’impresa che li attende.

Bill affronta un lutto familiare in un età delicata; Beverly ha un padre e un marito violento; Mike è vittima di razzismo; Ben di bullismo per il suo peso. Pennywise rappresenta l’incarnazione non di semplici paure jumpscare, ma il pretesto per un gruppo di persone comuni di fare muro agli ostacoli che la vita impone, facendo i conti con il loro passato anche quando gli scheletri nell’armadio riaffiorano dai ricordi.

Proprio nella parte finale, dopo aver sconfitto IT, i ricordi dei “Perdenti” cominciano a svanire, dimenticando quanto vissuto e gli amici a cui hanno detto addio troppo presto. Simbolo di come ci si possa lasciare alle spalle le paure, magari armati di fionda e proiettili d’argento.

Ci sarebbe tantissimo altro di cui parlare in merito a IT. Lasciamo a voi questa possibilità, commentando questo articolo, facendoci sapere se vi è piaciuto.

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