Morgan rilancia: “In questa X Factor ero la pecora nera”

Intervistato da Fanpage, Morgan ha parlato del suo approccio a questa polemica edizione di X Factor

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Continuano le polemoche relative a Morgan che durante l’ultimo episodio di X Factor ha iniziato una discussione con Fedez detto alla fine Sei troppo depresso per fare lo psicologo (qui i dettagli completi). Dopo un lungo video in cui si è scusato col rapper (qui per vederlo), l’ex frontman dei Bluvertigo ha rilasciato un’intervista a Fanpage per parlare di quanto accaduto.

La gara è il perno su cui ruota il dibattito e quello che ho fatto è stato di riportare al centro il concetto di musica come didattica, come cultura – esordisce Morgan. Questa è l’operazione da servizio pubblico. Io sono andato lì per risollevare le sorti di un programma che era agonizzante e la mia funzione è stata quella di analizzare come mai lo era.

È stato molto chiaro che il motivo per cui non interessava più alla gente è che si era spento l’interesse sulla musica e sulla qualità dei commenti, dei discorsi sulla musica. La musica può essere pretesto per affrontare argomenti di attualità, di cultura, di società, di utilità. Anche d’informazione.

Questo si fa attraverso lo stimolo che, sia la musica che il fatto di mettere in mano canzoni di un certo tipo a giovani, scatena immediatamente la riflessione. Ma devono essere canzoni di un certo livello e questo è stato un lavoro di selezione di repertorio, tecnicamente, molto sofisticato e che ha portato, non solo me ma anche tutti gli altri, ad assegnare brani molto importanti e molto profondi, rappresentativi di idee, anche politiche, storicamente importanti come appunto da Gaber agli Skiantos, dalla Carmen di Bizet a Jacques Brel e Battiato, da Otis Redding a Sting.

Qualitativamente, la musica è stata portata a tutt’altro livello e questo è stato il primo step – prosegue Morgan. Non è semplice fare questa cosa perché siamo in un ambiente che ha perso completamente di vista il senso educativo e culturale di un programma di musica, perché l’invasione dei brand e la ragione economica ha fatto cancellare la ragione culturale e didattica.

Non c’era più abitudine, era un mondo atrofizzato che senza una particolare direzione o volontà, come succede ovunque, nelle situazioni private. Ecco perché l’atteggiamento e l’appartenenza a una scuola di comunicazione connessa a una scuola di servizio pubblico è un altro stile, è diverso, è completamente sganciata dalle regole del libero mercato e della concorrenza che diventa un mondo di squali, dove c’è solo il problema del denaro e tutto viene completamente travolto, annullato e massacrato. È stato difficilissimo perché mi sono trovato come una pecora nera, un elemento completamente alieno.

È stato molto faticoso e continua ad esserlo perché ho dovuto fare un lavoro piuttosto complesso – prosegue Morgan. Anche interagire nei social coi commenti, essere attivo e rispondere. Se prendi tutti i commenti che ho fatto sulla pagina di X Factor dialogando con il pubblico e cercando di portare il discorso a un livello edificante, di vero dibattito, musicale e giovanile, dei contenuti veri e delle riflessioni importanti e non lasciare che tutto fosse a livello di emoticon e di hating, è stato qualcosa di molto impegnativo. Si potrebbe fare un libro con tutti quei commenti, mi ci sono dedicato molto. È un lavoro molto complesso, non è che sono riuscito a fare tutto quello che avevo in mente.

Essendo il programma un’invasione di brand, come tutti i programmi televisivi privati, e purtroppo anche la Rai ha ceduto a questo tipo di atteggiamento dal momento che c’è il canone non dovrebbe esistere, non sono riuscito ad esempio a trasformare gli incontri coi ragazzi in incontri musicali, proprio perché il livello a cui ero arrivato, in Rai non era affatto così, col passare delle edizioni è diventato estremamente ‘non musicale’, ma solo un pretesto per far vedere dei marchi.

Questo ha disabituato al rapporto, al fatto che un giudice possa essere un tutor, un coach, un momento di interscambio con questi ragazzi sulla base appunto del discorso sull’apprendimento musicale. Questo mi è stato impedito ma perché non la concepiscono come cosa. Mi sarebbe piaciuto poter fare delle visioni di film musicali, di concerti insieme ai ragazzi, insieme alle squadre.

Occupare il loro tempo anziché ad esibirsi per gli sponsor come gli fanno fare tutto il giorno, che li sballottano tutto il giorno come dei prigionieri per fargli fare delle esibizioni che mandano sul web per gli sponsor (perché è questo che gli fanno fare), beh io miravo a fargli fare incontri, lezioni di armonia, visto che era stato un tema centrale nelle prime puntate.

Andando avanti Morgan ha parlato anche della battuta fatta a Francesca Michielin su Ivan Graziani.

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Si era persa totalmente la relazione tra il presentatore e la giuria. Si è fatto del presentatore una figura totalmente sganciata e freddamente comunicante dei lanci o delle informazioni tecniche, ma il presentatore, in un programma moderno, può essere una persona pensante e libera. Ecco perché mi è capitato di lanciare anche delle palle alla presentatrice, Francesca Michielin, che è una ragazza molto spontanea che però in un contesto del genere fa fatica a esercitare la sua spontaneità. Tutto qui.

C’è tanto da lavorare per fare una televisione moderna e interessante, che sia valido dal punto di vista dei contenuti e che non sia una meccanica esecuzione del format senza un minimo di umanizzazione, soltanto execute, che esegue uno schema che peraltro è passibile di modifiche e di rinnovamento – conclude Morgan. Questo è un altro tema interessante.

Che ne pensate di queste parole di Morgan?

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