Aldo, Giovanni e Giacomo: i 10 sketch più sottovalutati

Aldo Giovanni e Giacomo
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Tutti conoscono la Subaru Baracca e Ajeje Brazorf, ma ecco 10 fantastici sketch a teatro di Aldo, Giovanni e Giacomo che forse vi siete persi!

Aldo Giovanni e Giacomo hanno inventato davvero tantissimi personaggi e situazioni in trent’anni e più di onorata carriera. Molti di essi sono arcinoti e citati a memoria dai fan in ogni momento. Altri, per forza di cose, sono rimasti in disparte, meno conosciuti e presso il grande pubblico italiano.

Ma grazie alla rete (e al fatto che il trio abbia pubblicato e continui a pubblicare ogni singolo sketch online) possiamo oggi rivederli tutti e andare alla ricerca di quelle perle nascoste che finora ci erano sfuggite. Ecco dieci sketch di Aldo Giovanni e Giacomo ingiustamente dimenticati e che ve li faranno apprezzare ancora di più.

1. Spettatori in platea – I corti, 1995

Cominciamo con un fantastico esempio di meta-teatro nel quale i tre interpretano alcuni tra gli spettatori stessi dello spettacolo a cui stiamo assistendo. E lo fanno con un tocco di quotidianità e mediocrità stupendo, litigando per i posti e, nelle fasi successive della scena (che si articola in più momenti) commentando con qualunquismo quello che vedono.

2. Gli animali – I corti, 1995

E una delle scenette commentate dai personaggi qui sopra è proprio questa. I tre interpretano diversi animali e lo fanno con una capacità e un’inventiva incredibile. Questo è lo sketch da far vedere a chi dimentica che il trio viene dal teatro e a chi crede che siano solo delle macchiette demenziali.

3. Le ombre – Tel chi el telun, 1999

Cosa succede dietro le quinte degli spettacoli del trio? Eccone un esempio: “non visti” i tre discutono su ritardi, disorganizzazione ed imprevisti in una sequela di discussioni che molto probabilmente attingono dal vero. Non è tutto, perché non mancano di sfruttare le loro proprietà di “silhouette” per giocare ancora di più con il pubblico e con ciò che gli viene mostrato.

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4. Le poesie di Marina – Tel chi el telun, 1999

Quando Marina, ispirata dalla serata, ne approfitta per recitare una serie di poesie bohèmien, la pazienza dei tre viene messa a dura prova. In una serie di scene cercando di vincere la noia, di resistere alla tentazione di prendere in giro la povera Marina e poi, alla fine, tutto si risolve in un grande litigio con protagonista Aldo. Il meglio del meglio.

5. Il ballo di Aldo – Potevo rimanere offeso, 2001

Aldo svela le sue inaspettate doti di ballerino e non se la cava neppure male. Ma c’è un problema: la musica non si interrompe e pur di non svelare l’errore il povero Aldo continua a ballare, rifacendo sempre gli stessi passi ma presto stancandosi, non più in grado di seguire la musica. Semplice, ma geniale.

6. Il passaggio di mano – Anplagghed, 2006

Nelle buie strade milanesi in piena notte Ignazio “Mani di Velluto” deve effettuare un “passaggio di mano”, ossia uno scambio di droga, con un altro delinquente. Ma interviene un sergente della polizia e le cose si complicano in una sequela di equivoci e momenti unicamente esilaranti.

7. I maratoneti – Ammutta Muddica, 2012

Aldo e Giovanni (su iniziativa senza dubbio di quest’ultimo) si preparano per andare a correre a una maratona. Giacomo non ci sta e anzi li deride per la loro fissazione con la corsa, il che porta prima a ironia, poi sarcasmo e infine aperta ostilità tra loro. Uno degli sketch forse più “cattivi”, almeno come scambio di insulti, mai messi in scena dai tre.

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8. La famiglia Ubaldi – Il circo di Paolo Rossi, 1995

Giovanni e Giacomo sono “gli Ubaldi”, parodia della famiglia da fiera americana che propone un elisir miracoloso per guarire da malattie e malanni vari. La “cavia” è proprio Aldo (che qui, anni prima del personaggio che conosciamo, si chiama già Ajeje Brazorf), prima zoppo e poi non vedente. E succede di tutto!

9. Il palloncino – Anplagghed, 2006

Un rarissimo sketch inedito che, scommettiamo, ben pochi di voi avranno visto. L’intuizione: la testa di Aldo diventa un palloncino. Tutto qui, davvero, ma basta e avanza perché improvvisando i tre riescono a sfornare una battuta dietro l’altra in due minuti di scena davvero da sbellicarsi!

10. Scuola di siciliano – Tel chi el telun, 1999

Il “professor Cataldo” ci insegna a tradurre normali e pacati dialoghi in italiano nella concitata e colorita forma siciliana a lui a ben nota. Come se non bastasse Giacomo, nei panni dell’insegnante di inglese Mr. Flanagan, ci mette del suo. Urla e strepiti, ma a un certo punto salta fuori anche una pistola!

Che ne pensate? Ci sono altri sketch che avremmo dovuto aggiungere a questa lista? Fatecelo sapere nei commenti su LaScimmiaPensa!