Cameron Diaz: “Sono stata un corriere della droga senza saperlo”

Al podcast Second Life, Cameron Diaz ha raccontato un'esperienza passata nella quale è finita per sbaglio a fare il corriere della droga

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Cameron Diaz prima di divenire una delle attrici più amate al mondo e divenire un’autentica iconca col successo mondiale di The Mask, è stata anche una modella a Parigi. Tuttavia la sua carriera in quell’ambito è stata tutt’altro che fortunata. Parlando di quest’esperienza al podcast Second Life ha raccontato di aver ottenuto solo un ingaggio che, secondo lei, altro non era che una copertuna per un trasporto di droga in Marocco.

Era prima della TSA [Transportation Security Administration] o qualcosa del genere. Erano primi anni ’90. Mi hanno dato una valigia chiusa a chiave con dentro i miei “costumi”.

La Diaz ha poi detto che le è stato chiesto di aprire la valigia da funzionari in Marocco, che l’hanno anche interrogata sul proprietario del bagaglio.

Ho cominciato a pensare all’indietro e mi chidevo “Che ca*zo c’è in questa valigia?”. Sono una ragazza con i capelli biondi e gli occhi azzurri in Marocco, sono gli anni ’90, indosso jeans strappati e stivali con la zeppa e ho i capelli sciolti. Tutto ciò è davvero pericoloso

Cameron Diaz tornerà a lavorare dopo qualche anno di ritiro accanto a Jamie Foxx. Tuttavia qualche tempo fa, parlando al podcast di BBC Michelle Visage’s Rule Breakers, aveva parlato dei motivi del suo allontanamento dalle scene e di come il suo corpo venisse oggettificato nel periodo di massima fama.

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[Negli anni ’90] C’erano ancora parametri stringenti – aveva detto. C’era ancora una misoginia pesante, pesante. Il livello di sfruttamento dei poteri, ha gravato sull’intero settore. La cosa normale da fare ridere ed essere in grado di sopravvivere indenne. Partecipare abbastanza da far sentire tutti accuditi ma non diventare una vittima in quella posizione. Ora è molto diverso. Di certo non ho fatto quanto si potrebbe fare ora a causa della consapevolezza di tutti con il #MeToo. Sono stata una vittima di tutta l’oggettivazione e lo sfruttamento della società a cui sono soggette le donne. In certi momenti ci ho creduto io stessa

Ora non faccio nulla per curare la mia bellezza, mi lavo a malapena la faccia. Due volte al mese, se sono fortunata, penso: “Oh, è meglio che mi metta questo prodotto. Se lo metto una volta funziona, giusto? Sono in una fase diversa della mia vita. L’ultima cosa a cui penso ogni giorno, forse per niente durante il giorno, è che aspetto ho

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