Elden Ring: il viaggio nell’ignoto di From Software | Una non – recensione

Attenzione, essendo questa una non - recensione di Elden Ring, potreste imbattervi in velati spoiler sulla trama di gioco.

Elden Ring recensione
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Perché Elden ring è cosi bello? Perché tutti parlano incessantemente dell’ultima opera di From Software definendola come il futuro dell’open world? Dopo aver letto una recensione di Elden Ring dopo l’altra, abbiamo cercato di assorbire tutte le emozioni che i redattori hanno provato mentre cavalcavano verso i confini dell’Interregno rincorrendo un embargo che non tutti hanno raggiunto e chiedendoci i motivi di tutti quei perfect score. Eppure, dopo aver setacciato tutto il web, non abbiamo trovato una risposta alle nostre domande.

Lo Scopriremo solo vivendo – Con il Nastro Rosa, Lucio Battisti

Lo scopriremo solo vivendo, cantava Lucio Battisti, e questa è stata essenzialmente la nostra scelta. Aspettare di attraversare le pericolose lande del mondo di gioco, imbatterci in draghi e giganti, in tombe e castelli da assaltare e finalmente capire cosa c’è dietro al 97 di Metacritic. Iniziare una nuova avventura che per la prima volta affianca al concetto di scoperta presente in tutte le passate produzioni From Software, il concetto di viaggio nell’ignoto.

Le prime ore di gioco non ci hanno sconvolto come ci aspettavamo. I combattimenti sono praticamente gli stessi dei Souls: ritroviamo il caro vecchio tracking dei nemici che, insieme al delay dei colpi, rendono vana ogni nostra schivata. Le meravigliose mappe interconnesse, di cui ogni scorciatoia era un applauso al lavoro svolto sul level design, si perdono nella vastità dell’open world. Non sono stati sufficienti neppure i primi Legacy Dungeon per farci alzare in piedi ad applaudire come era successo in passato.

Elden Ring recensione

Con uno sguardo rivolto a Sekiro, ad eccezione dello stealth, non abbiamo visto né influenze, né “quell’innovativa” narrazione che avremmo scelto per Elden Ring (qui la nostra vera recensione) vista l’estensione del mondo di gioco.

Molto interessante invece il salto che, nella sua semplicità, ha comunque portato un cambiamento radicale al gameplay, non solo nel ridisegnare i livelli – un platform inatteso che si traduce in una nuova verticalità delle mappe – ma anche nel combat system, ormai stanco e spremuto fino al midollo.

L’esperienza sembrava quindi procedere su binari per lo più noti. All’improvviso però, tutto è cambiato e vogliamo provare a raccontarvelo attraverso i tre momenti chiave che hanno svoltato la nostra run.

Momento 1: la quest di Ranni

“Tra i miei seguaci c’è un guerriero mezzo lupo di nome Blaidd. Vorrei che ti unissi a lui nella ricerca del tesoro nascosto di Nokron, la Città Eterna”. Rottura della quarta parete ed esplosione del nostro cervello. Il primo momento in cui Elden Ring ha catturato la nostra attenzione è stato l’incontro con Ranni nei pressi delle Tre Sorelle. In quelle due frasi pronunciate con immensa solennità dalla strega, si racchiudono tutti i sogni del bambino che spero continui a vivere dentro ognuno di voi. Partire alla ricerca di un tesoro con un altro guerriero al nostro fianco. Ditemi chi tra giocattoli e immaginazione, non ha mai anche solo provato a pensare un’avventura così.

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La missione di cui ci ha incaricato uno dei personaggi secondari più importanti, ci ha condotto verso terre nascoste e inesplorate, colme di pericoli ma anche di importanti ricompense, sia materiali che narrative, che si intrecciano con forza nella storyline principale. Il destino di Ranni, Blaidd e del resto della compagnia, contribuiscono infatti a uno dei finali di gioco, oltre a rivelare importanti frammenti di lore

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Mentre portavamo avanti la quest, abbiamo capito anche che per godere di questa esperienza e cercare di trarne la massima soddisfazione possibile, dovevamo approcciare il racconto di Elden Ring in maniera non convenzionale. O meglio, non convenzionale per i giocatori dei soulslike.

Momento 2: informarsi

Abbiamo preso il cellulare e iniziato a cercare qualche parola chiave su Google ed eccoci a improvvisare degli storici dell’Interregno. Chi erano Marika e Lord Draconico Placidusax e cosa è successo durante la Notte dei Neri Coltelli. La rete è piena zeppa di articoli che cercano di ricostruire storia e lore di Elden Ring, mettendosi al servizio degli utenti.

Abbiamo rotto il sacro patto tra Miyazaki e i suoi fan più accaniti? Probabilmente sì, ma le informazioni che abbiamo raccolto e che stiamo tutt’ora raccogliendo, ci hanno aiutato sia a legarci in modo indissolubile al nostro Senza Luce, sia ad essere sempre preparati al succedere degli eventi. Dopo ore ed ore spese a documentarci, abbiamo riconosciuto il grande lavoro di scrittura dietro l’ultima fatica From Software e l’eccellente qualità della produzione.

Elden Ring has been pushed back to February

Smettereste mai di leggere un libro che vi appassiona? Oppure, se vogliamo vederla da un altro punto di vista e ricollegarci all’intro dell’articolo, quando partite per un nuovo paese, vi informate sulla città, sul luogo dove state andando e sui suoi principali punti d’interesse? Durante il viaggio poi può accadere di tutto, però l’obiettivo di raggiungere la meta programmata rimane. In Elden Ring succede proprio lo stesso ma il rischio di lasciare indietro qualcosa e perderla per sempre c’è e sarebbe un peccato.

Se il timore di spoilerarvi troppo vi attanaglia, possiamo assicurarvi che anche i vari articoli on-line non sono sempre chiarissimi. Avere però una traccia da seguire farà la differenza e vi permetterà di non cadere dalle nuvole ogni volta che affronterete un nuovo importante nemico.

Momento 3: il respec delle statistiche

Il respec delle statistiche del nostro personaggio è stato il terzo momento chiave della run. Questa feature era già presente nei precedenti souls ma in Elden Ring ha donato nuova linfa vitale alla nostra avventura. Giocare 140 ore tutte nello stesso modo – abbiamo adottato per metà della partita uno stile di gioco melee – sarebbe diventato monotono.

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Nel nostro lungo peregrinare, abbiamo trovato la Katana Lunavelata, una delle armi più forti del gioco, e la curiosità di provarla ci ha travolti. Siamo corsi da Rennala, abbiamo donato la Lacrima Di Larva e rinunciato alla nostra Claymore, per equipaggiare l’arma dei samurai. Abbiamo affiancato poi alla katana il Bastone Meteoritico, per una build finale incentrata sull’Intelligenza che ha cambiato profondamente la nostra partita.

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Arrivare alla Capitale – 60 ore di gioco circa – e proseguire l’avventura con un nuovo Senza Luce, è come iniziare una nuova partita di un inedito gioco From Software. Cambia l’approccio, cambiano le strategie di combattimento per un gameplay fresco, diverso e appagante. Mentre quindi nei vecchi capitoli il respec veniva utilizzato dai giocatori più per curiosità che per necessità, in Elden Ring assume una connotazione quasi “terapeutica”, di fondamentale importanza per rompere un’inevitabile monotonia di fondo.

Conclusioni

L’open world di Elden Ring è immenso, un lunghissimo viaggio pieno di attività da fare e zone da esplorare. Possiamo parlare di rivoluzione? Ci sentiamo di dirvi di sì, se pensiamo ad un nuovo modo di vedere un genere che, nel bene o nel male, sta abbracciando tantissimi Tripla A. A fare la differenza, è la qualità. Ciò che mette a disposizione l’ultima fatica di From Software lascia senza fiato. Quest primarie e secondarie (se non ve le perdete per strada) che si intrecciano alla perfezione fra loro, respec delle statistiche, diverse build per affrontare i pericoli dell’Interregno e tanto altro ancora, permettono di rimanere attaccati allo schermo, senza mai annoiarsi.

Se ragioniamo invece su come è stata raccontata la storia di Elden Ring, abbiamo qualche dubbio in più. La criptica narrativa dei Souls consente agli sviluppatori di concentrare i propri sforzi su altri aspetti di gioco – un po’ come accade con il riciclo degli asset – per lasciare così agli utenti l’arduo compito di scoprire. Questo “escamotage” si è rivelato poi negli anni un vero e proprio tratto distintivo delle diverse produzioni per cui Miyazaki & Co. hanno pensato bene di mantenere invariata questa formula. Tuttavia, per fruire al meglio di questa specifica opera, è richiesta tanta, forse troppa attenzione.

Appurato ciò, possiamo comunque dire che From Software si è spinta verso lidi che altri giochi non hanno ancora il coraggio di esplorare, lidi ignoti come avete letto nel titolo. Coniugare l’open world classico con la formula di Dark Souls era un’impresa di per sé titanica ma From Software ci è riuscita, seppur con qualche riserva.

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