Massimo Troisi, ricordando l’uomo e il comico delle emozioni

Massimo Troisi è stato uno degli attori comici più amati degli anni '80 e '90. Eccone un ricordo per celebrare il suo talento.

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A quasi 30 dalla sua scomparsa a soli 41 anni, Massimo Troisi è ancora un attore amatissimo nel panorama italiano e non ha mai veramente abbandonato i nostri cuori. Viene ancora citato e ricordato con affetto, soprattutto da quelli che l’hanno conosciuto (l’ultima volta da Ornella Muti a Sanremo 2022). L’apprezzamento per lui e il suo lavoro si estende a tutte le fasce d’età, giovani compresi, forse proprio perché ci insegnava a convivere coraggiosamente con le nostre fragilità e renderle la nostra forza, la nostra magia.

Proviamo a raccontarvi chi era, cos’ha fatto e, almeno in parte, cosa lo rendeva così speciale.

Il Pulcinella senza maschera

Massimo Troisi nasce a San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli (lo stesso paese di Ricomincio da Tre), in una famiglia numerosa dove è l’ultimo di sei figli. Il papà e la mamma sono ferroviere e casalinga, l’estrazione sociale è umile. Eppure il piccolo Massimo è già una star e diventa testimonial di una campagna pubblicitaria della Mellin quando è ancora in fasce.

Già da piccolissimo si ammala di febbre renale, sviluppando purtroppo una complicazione alla valvola mitrale, che lo renderà cardiopatico per il resto della sua vita. In famiglia, ricorda in un’intervista, c’era grande apprensione per la sua condizione e lui stesso ammette di esserne stato profondamente segnato. Era qualcosa di difficile da ignorare, insomma.

Nonostante questo, Massimo, seppur timido, è golosissimo di arte e letteratura: durante gli anni di scuola comincia a scrivere poesie e per il teatro, vincendo piccoli premi locali e arrivando ad esibirsi per piccoli pubblici nella vicina Chiesa di Sant’Anna. Proprio qui conosce, tra gli altri, Lello Arena, suo amico e “spalla” comica per gli anni a venire e si appassiona alla commedia dell’arte.

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Il ruolo di Pulcinella è quello che più lo rapisce, ma Massimo non è un attore qualunque, e lo reinterpreta in chiave moderna. Parte dai copioni, ma poi, come dice lui, si diverte a improvvisare.

A me questa figura pareva proprio stanca. Pensavo che bisognasse essere napoletano, ma senza maschera, mantenere la forza di Pulcinella“, dirà Troisi

decaro troisi arena
Lello Arena, Enzo Decaro e Massimo Troisi, il trio comico “La Smorfia”

Seguono gli anni degli spettacoli comici con il gruppo di amici di teatro, l’arrivo di Enzo Decaro e la formazione del brillante trio “La Smorfia” con Decaro e Lello Arena. E’ proprio con La Smorfia che Triosi debutta in TV, nel 1977, determinando l’inizio del suo successo a livello nazionale.

Dall’evoluzione del personaggio di Pulcinella comincia a definirsi il suo personalissimo stile, che esplode realmente quando se ne allontana un po’ per portare in scena le sue, di commedie.

Gli sketch comici de La Smorfia erano originali, diversi, e “completi”. Abbracciavano infatti diversi linguaggi, da quello gestuale e mimico a quello verbale, mettendo in scena geniali caricature di diverse tipologie umane e sociali e sfidando diversi luoghi comuni, primi tra tutti quelli legati a Napoli.

Intorno all’inizio degli anni ’80 il trio comincia ad avere qualche divergenza, artistica e non, per poi sciogliersi definitivamente. Troisi ammise con con la sconcertante sincerità che lo contraddistingueva che scrivere per tre, per lui che “intendeva dire tante cose”, cominciava a limitarlo.

Il rapporto con la televisione e l’approccio al cinema di Massimo Troisi

Troisi non ha mai finto che il suo obiettivo non fosse il successo di massa, la volontà di arrivare a quante più persone possibile con la sua arte. Se la televisione quindi gli aprì questa possibilità, lui ne prese sempre le dovute distanze ed espresse la sua diffidenza verso le sue dinamiche.

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Oltre a semplificare per natura le complessità dell’individuo, a Troisi tutto della TV pareva “finto”, artefatto, anche quando non si trattava di registrazioni ma di dirette. E infatti, cercò di “contaminare” questi codici con i suoi, smontando le rigide scalette e portando alla luce le finzioni del piccolo scermo tutte le volte che ne aveva la possibilità. Particolarmente famosa è la sua rinuncia al festival di Sanremo nel 1981 perché si rifiuto di tagliare il suo monologo.

Proprio nello stesso anno, finalmente, esce la sua prima commedia romantica per il cinema, Ricomincio da Tre. Tanti i riferimenti alla sua vita, alla sua infanzia. Incontriamo per la prima volta uno dei personaggi squisitamente Troisiani, Gaetano, un timido ragazzo del Sud, che lascia il suo paese per scuotere la sua vita e si trasferisce a Firenze.

Ricomincio da Tre è solo l’inizio del suo amore per il cinema. Nel corso della sua carriera, più breve di come l’avremmo voluta, scriverà, dirigerà e interpreterà 6 film, partecipando come attore ad altri piccoli capolavori del cinema italiano, come “Splendor” e “Che ora è” di Ettore Scola, al fianco di Marcello Mastroianni.

La “commedia malinconica” diventa la sua impronta cinematografica; i personaggi lo rappresentano sì, ma rappresentano in generale le fragilità di tutti gli esseri umani, i dubbi e l’ingenuità che ci portiamo dietro e che sfidano il cinismo e le convenzioni sociali. L’attore Troisi mette in discussione tutto, tramite un pensiero genuino e la rielaborazione di se stesso.