Elton John e l’ultimo regalo che gli fece Freddie Mercury prima di morire

Nel suo libro Love is the Cure: On Life, Loss and the End of Aids, Elton John ha raccontato l'ultimo regalo che gli ha fatto Freddie Mercury

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Credits: Wikipedia/ Georges Biard - Quando Sanremo era Sanremo: Le Rockstar che infiammano l'Ariston!, su scarletboulevard.com, 12 febbraio 2014.
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Elton John e Freddie Mercury sono stati grandi amici per gran parte della loro vita prima che nel 1991 il frontman dei Queen lasciò questo mondo a causa di una polmonite bronchiale legata all’AIDS. Il cantante di Rocket Man, nel suo libro del 2013 Love is the Cure: On Life, Loss and the End of Aids, ha raccontato dell’ultimo periodo di vita del suo amico. John spiega che solo le persone più intime con lui sapevano della battaglia di Mercury con la malattia e che la fine stava arrivando. Freddie infatti tenne segreto il suo male fino al giorno prima della sua morte.

Sapevo esattamente cosa stava succedendo a Freddie – scrive Elton John. Come lo sapeva lui. Sapeva che la morte, la morte agonizzante, stava arrivando

Nonostante la sua salute cagionevole, John dice che Mercury ha continuato a portare luce nella vita delle altre persone e a tenere alto il morale di tutti.

Continuava a essere la persona divertente, oltraggiosa e profondamente generosa che era sempre stata

Alla fine Freddie era così malato che quasi non riusciva a stare in piedi ed era quasi cieco, ma passava comunque il suo tempo a pensare agli altri. John racconta che dopo un mese dalla morte dell’amico, il giorno di Natale, mentre era ancora in lutto, un amico comune si presentò a casa sue per recapitargli un regalo speciale.

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L’ho aperto e dentro c’era un dipinto di uno dei miei artisti preferiti, il pittore britannico Henry Scott Tuke. E c’era una nota di Freddie. Anni prima, Freddie e io avevamo creato dei nomignoli l’uno per l’altro, i nostri alter ego drag queen. Io ero Sharon e lui era Melina. La nota di Freddie diceva: “Cara Sharon, ho pensato che ti sarebbe piaciuto. Con Amore, Melina.” Ero sopraffatto, all’epoca avevo 44 anni, piangevo come un bambino. Ecco questo uomo meraviglioso, che stava morendo di AIDS, e nei suoi ultimi giorni, era riuscito in qualche modo a trovarmi un bel regalo di Natale. Per quanto triste fosse quel momento, è spesso quello a cui penso quando ricordo Freddie perché cattura il carattere dell’uomo. Nella morte, mi ha ricordato cosa lo rendeva così speciale.

Un ulteriore conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, della grandezza umana di Freddi Mercury.