Maccio Capatonda: “Non ci sono più talent scout come la Gialappa’s”

Ne sento la mancanza perché non esiste più un programma che coinvolge tutti quei talenti.

Maccio
Credits: Maccio Capatonda Official / YouTube
Condividi l'articolo

Maccio Capatonda dice la sua sulla scena comica di oggi

Maccio Capatonda, massimo esponente della comicità italiana degli utlimi quindici anni almeno, si esprime sull’argomento spiegando come e perché le cose non sono più come prima. Lo fa in una lunga intervista con Open, nella quale parla anche di pandemia e lavoro nello spettacolo.

“Mi sono trasferito a Roma da un anno e mezzo e direi che come esordio, a parte una pandemia globale, non ho avuto grossi intoppi per ora” esordisce, cercando come ormai un po’ tutti di buttare sul ridere una crisi perdurante da più di un anno. Precedentemente, Marcello Macchia aveva sempre lavorato a Milano.

Nell’intervista gli si chiede chi e cosa, per lui, fa ridere. Come per esempio LOL – Chi Ride è Fuori. Ecco il suo giudizio in merito: “Visto e apprezzato. Mi hanno fatto ridere le facce dei concorrenti che non volevano ridere. Trovo che il cast fosse ben assortito. A chi mi scrive che dovrei partecipare alla seconda edizione, dico che mi sarebbe piaciuto partecipare alla prima“.

LEGGI ANCHE:  LOL 2, Maccio Capatonda: "Se lo rifacessi cambierei tutto, sono ipercritco"

“La maggior parte dei partecipanti sono amici, mi sarei divertito. Elio, Lillo e Frank i miei favoriti”. Anche per noi Maccio andrebbe sicuramente inserito in una edizione del format comico. Un’altra domanda riprende l’inizio del successo di Macchia, partendo dai suoi esordi su Italia Uno con la Gialappa’s Band.

Ne sento la mancanza perché non esiste più un programma che coinvolge tutti quei talenti. Così come non ci sono talent scout come la Gialappa’s che mettono sullo stesso palco una serie di comici con l’obiettivo di crescerli e farli diventare veramente bravi. Negli anni ho visto prodotti simili, però non sono andati a buon fine”, dice Maccio.

E spiega il perché: “Con Internet c’è un forte individualismo. I talenti esplodono seguendo una linea editoriale personale, aprono il canale YouTube e lì caricano le loro esibizioni. Se vogliamo è anche meritocratico, perché se meritano piano piano fanno strada. Però il web è una concausa della sparizione di programmi come Mai dire…“.

LEGGI ANCHE:  La triste storia di Anna Pannocchia: "Ho avuto 4 esaurimenti nervosi, ora ho perso il lavoro"

Su comici e comicità Maccio elenca anche ciò che più lo diverte: “I casi umani, da cui attingo. Poi Frassica, Verdone, Troisi, Guzzanti. Loro sono stati i miei prediletti, durante l’infanzia. Se vado a esplorare ora, direi che rimangono gli stessi. Aggiungerei però uno come Valerio Lundini“.

Fonte: Open