Caparezza – Verità Supposte | RECENSIONE

Verità Supposte è l'album dell'affermazione di Caparezza, ma è anche quello nel quale il rapper inizia ad inventare un genere a sé stante, fatto di citazioni, parodie, personaggi e canzoni che sembrano scene di un film

Caparezza
Credits: telecaparezza / YouTube
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Verità Supposte è il manifesto d’osservazione di Caparezza

Verità Supposte è il secondo album di Caparezza. Esce nel 2003 e come tutti ricorderanno rappresenta la vera esplosione del suo successo. Con singoli come Fuori Dal Tunnel (tormentone per mesi) e Vengo Dalla Luna, il rapper pugliese conquista un ampio pubblico e lo fa con un rap alternativo ed eclettico che guarda oltre rispetto ad ogni altro rappresentate del genere.

Michele Salvemini non è capace di frenare il proprio entusiasmo compositivo, che lo porta già qui a coinvolgere i generi più disparati. Rock ed elettronica si associano più che volentieri alle basi rap campionate, lasciando già intravedere un’impazienza stilistica che meglio prenderà forma negli album successivi.

Tuttavia, è la visione della propria arte che qui Capa già ha ben presente in maniera concreta. Questo è infatti il momento nel quale inizia non solo a raccontare storie specifiche in ogni canzone, ma anche a costruirle come tante vignette di un fumetto. O, se si preferisce, episodi di una serie.

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Prendiamo gli esempi di Dagli All’Untore, Stango e Sbronzo, Dualismi. In tutte queste canzoni Capa costruisce vere e proprie scene, caratterizzate sia dalle sue “interpretazioni” (in Stango e Sbronzo, per esempio, canta appunto come un ubriaco) che dalle musiche scelte. Ecco quindi il tema gothic horror de l’Untore, il theremin stile sci-fi in Vengo Dalla Luna, ecc.

L’approccio vale per le tracce di grande successo, ma anche per perle minori che nel disco non sfigurano e completano anzi l’insieme.Insomma, la voglia di distinguersi e di elevarsi al di sopra (o meglio, al di fuori) della scena rap è per il rapper impellente. E lo conduce, tra idee illuminate e citazioni improbabili, a costruire un percorso tutto suo, inarrivabile.

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