Cuties: recensione del film Netflix che ha dato scandalo

Il poster del film Cuties (Mignonnes), subito ritirato, è costato a Netflix 9 miliardi di dollari e uno scandalo internazionale. Ma si tratta davvero di un film che sfrutta il corpo ipersessualizzato di quattro adolescenti?

cuties, netflix
Le 4 bambine protagoniste in un frame del film Cuties
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Cuties – Donne ai primi passi (titolo originale Mignonnes) resterà probabilmente alla Storia per il poster più fuorviante mai realizzato. Un’immagine fortemente allusiva, per quanto le protagoniste siano praticamente delle bambine.

Il film Cuties, dopo il successo al Sundance Festival, è sbarcato su Netflix il 9 Settembre. Ma quel poster non è passato certo inosservato, e il 10 Settembre l’hashtag #CancelNetflix invitava milioni di utenti a boicottare il network.

Uno scandalo, seguito anche da una petizione su Change.org, che è costato a Netflix un clamoroso crollo in borsa: una debacle che ha polverizzato la cifra record di 9 miliardi di dollari. A poco sono servite le scuse ufficiali, oltre al ritiro immediato del poster.

Peccato che il film Cuties abbia lo stesso obiettivo dell’orda di detrattori. La regista franco-senegalese Maïmouna Doucouré intendeva proprio stigmatizzare l’ipersessualizzazione del corpo delle adolescenti, raccontando la storia di Amy: undicenne che si trasferisce dal Senegal alla periferia di Parigi.

Davvero paradossale che questo delicato racconto di formazione sia finito nel tritacarne della polemica internazionale. Senza contare che Maïmouna Doucouré era stata premiata dal Sundance, il più eminente Festival di cinema indipendente del mondo, per la Miglior regia.

Poteva Cuties essere un film studiato per istigare fantasie pedo-pornografiche? Qualunquismo e moralismi a parte, passiamo ad analizzare quest’opera controversa, firmata da quella che era considerata una delle più promettenti filmmaker europee.

Cuties (Mignonnes) : la trama

Amy ha 11 anni e vive con sua madre, sua zia e i 2 fratelli minori nei sobborghi di Parigi. Attente impazientemente di rivedere suo padre, ma scoprirà che l’uomo in Senegal ha preso una seconda moglie, che lo seguirà per vivere insieme a loro.

Mentre fervono i preparativi per la festa di matrimonio, Amy è affascinata dalla sua vicina Angelica e la sua piccola girl band, le Mignonnes. Un gruppetto di ragazzine dedite al raggaetton e il twerking, che si allenano tutti i giorni, sognando fama e successo.

Inizialmente Amy viene bullizzata dalle ragazzine. Poi, attraverso una serie di abili stratagemmi, riuscirà a farsi accettare ed entrare nella band. Le attende un concorso, che per Amy diventa letteralmente il centro del mondo.

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Cuties (Mignonnes): la recensione

Il famigerato poster di Cuties rappresenta il tipico caso di “immagine fuori contesto”. Le ragazzine indossano i costumi per il concorso, ostentano pose ammiccanti, ma una volta reinserito il frame nella sequenza del film, risultano molto più tenere che sexy.

La loro smania di agitare i fianchi, mordersi le labbra e le dita, scimmiottando i video visti su internet, non è che l’imitazione della sensualità e del sesso, di cui in realtà non sanno praticamente nulla.

Nella realtà, queste ragazzine sono costrette a fare il bucato, tagliare le cipolle, prendersi cura dei fratellini, mentre i genitori lavorano duramente per integrarsi nella società francese. Le tradizioni senegalesi sono in stridente contrasto con l’idea di femminilità che Amy vede a scuola.

Ma la soluzione di questo conflitto, spetterà a lei sola. Dalla madre e la zia apprende che la donna deve essere pudica, sottomessa al marito, altrimenti Allah la condannerà all’inferno. Quando scopre che suo marito arriverà con una nuova sposa, la madre dovrà piangere in silenzio.

Amy ha 11 anni, ma sono abbastanza per sapere che in questo c’è qualcosa di tremendamente sbagliato. Il suo processo di consapevolezza, crescita e ribellione richiederà coraggio, dolore e solitudine.

A un certo punto, la ragazzina si sentirà completamente alienata sia dalla famiglia, sia dalle compagne. Ma il film di Maïmouna Doucouré racconta questo percorso con sensibilità e grazia, come chi, nel mondo reale, deve aver vissuto certe sensazioni sulla propria pelle.

In effetti c’è qualcosa di controverso nella regia di Cuties. Il film non è edulcorato, e le sequenze che raccontano gli allenamenti, i balletti e il concorso finale, sono girate effettivamente come un qualunque video di Tik Tok.

La macchina da presa indulge sui dettagli del corpo, i fianchi e le gambe di quelle che sono poco più che bambine. Ma la sensazione indotta è evidentemente l’imbarazzo, il disagio: come quest’ostentazione di ipersessualità risulti triste, perfino ridicola.

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Serve davvero una mente distorta per trovare qualcosa di diverso in queste immagini. Eppure, paradossalmente, tra milioni di video su You Tube o sparsi in rete, questo film viene ostracizzato per la sua onestà e il suo realismo.

Scopo della regista era evidentemente raccontare le periferie multietniche, lo smarrimento delle seconde generazioni, dei figli dei migranti. Cuties ci ricorda come per le donne, le ragazze, le discriminazioni si moltiplichino in modo esponenziale.

Adeguarsi ai costumi occidentali significa deludere la famiglia, non farlo comporta una doppia esclusione, come immigrata e come donna. Per non parlare di quel conflitto atavico e irrisolto, che tocca in sorte a qualunque ragazzina.

Non essere sexy è una colpa, significa essere brutte. Essere sexy è una colpa, significa che, inevitabilmente, qualcuno ti chiamerà puttana. Un circuito che si contraddistingue per una sola costante: il senso di colpa.

Cuties è un film che racconta come la nostra società resti immobile da decenni nella percezione dell’immagine femminile. E per di più lo fa con grazia, leggerezza, senza perdere mordente e realismo.

Sarebbe davvero un peccato che Cuties venisse ricordato solo per un brutto poster. E non andrebbe mai dimenticata la prima regola d’oro di ogni cinefilo che si rispetti: non si giudica un film senza prima vederlo.

In questo caso, la polemica ha finito per danneggiare la propria stessa causa, colpendo un’opera di valore: un film che, senza Netflix, probabilmente non avrebbe mai trovato una distribuzione in sala.

Il Cast

Fathia Youssouf: Amy

Médina El Aidi-Azouni: Angelica

Maïmouna Gueye: Mariam, la madre

Esther Gohourou: Coumba

Ilanah Cami-Goursolas: Jess

Myriam Hamma: Yasmine

Mbissine Thérèse Diop: la zia

Demba Diaw: Il cugino Ismael

Il trailer ufficiale di Cuties

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