Cinema Samuele: 10 sale cinematografiche nella testa di Samuele Bersani

Samuele Bersani - Cinema samuele
Samuele Bersani - Cinema samuele
Condividi l'articolo

Samuele Bersani ritorna in grande stile con un album dal sapore cinematografico

La sua assenza è durata oltre 7 anni, ma in questo periodo Samuele Bersani ha lavorato a un album davvero speciale. Correva l’anno 2013 e il cantautore romagnolo pubblicava Nuvola numero nove, resa celebre soprattutto dal singolo En e Xanax. Da quel momento i suoi fan hanno dovuto accontentarsi di qualche raccolta di successi live, nell’attesa di nuovi inediti fino a settembre 2020. Esce il singolo Harakiri, accompagnato da un eccezionale videoclip. Samuele Bersani rassicura così i suoi fan, dimostrando che l’attesa è stata lunga, ma ne è valsa la pena.

“Stava facendosi harakiri
Chiuso in un cinema porno francese
Ma dopo i primi tentativi
“Non è il momento” disse, poi si arrese
Agli sviluppi della trama
Alla profondità dei dialoghi”

Si apre così il brano di lancio del nuovo album Cinema Samuele, pubblicato il 1 ottobre 2020, data del cinquantesimo compleanno del cantautore. Non è un caso che il protagonista si trovi proprio dentro un cinema (porno francese) nella prima scena cantata dall’autore. Segue un racconto che ondeggia tra ironia e amarezza, versi taglienti e al tempo stesso delicati. Harakiri è un racconto di dolore e rinascita, di luce dopo il buio. Bersani dipinge sulla sua tela un personaggio meraviglioso, così ben caratterizzato che, quando si guarda per la prima volta il video del regista Giacomo Triglia, sembra proprio di vedere le immagini suscitate dal primo ascolto della canzone.

Ed è proprio il cinema il filo conduttore del nuovo lavoro di Samuele Bersani. Con tanto di lista dei registi che l’hanno ispirato.

Il titolo non lo nasconde, questo lavoro artistico, importantissimo per lo stesso autore, trova le sue radici nella sua passione per il cinema. Cinema Samuele non è un insieme di canzoni, ma di 10 sale cinematografiche. Nel libretto troviamo quindi una lista di registi che hanno ispirato il disco. La copertina è un’opera eccezionale realizzata da Paolo De Francesco, un progetto grafico che sintetizza il senso dell’intero lavoro. Il soggetto è la sagoma di Samuele Bersani stesso, che diviene un palazzo composto, ricco di luci, sul quale svetta l’insegna del Cinema Samuele.

LEGGI ANCHE:  Samuele Bersani contro Sfera Ebbasta e l'autotune [VIDEO]

Al buoi della sagoma si contrappone la luminosità delle stanze e dell’insegna che vogliono mostrare come l’autore stesso sia riuscito a superare momenti molto difficili. “Sembrava una lucciola in mezzo a un blackout” canta Bersani sul finale di Harakiri ed è proprio da quella rinascita che nasce l’album. Lo stesso artista racconta di aver vissuto un periodo di grande dolore. Affetto da una durissima crisi personale, Bersani si sentiva inaridito e non riusciva più a scrivere nulla. E questa sofferenza traspare dai testi e dalle musiche di Cinema Samuele, rendendolo un profondo lavoro di introspezione e ricerca di sé.

Entriamo dunque nelle sale del cinema tra ricordi, paure, riflessioni e idee di Samuele Bersani.

Sala 1 Pixel: un principe decaduto e andato a sbattere, confessioni quasi mistiche, la separazione e il dolore. La prima reazione di un personaggio provato ma non rassegnato che respira frammenti di vita volanti in un’aria pesante e viziata. Un brano dall’arrangiamento stratificato e dalla lunga durata, per mettere in chiaro fin dall’inizio che Bersani non è in cerca del successo pop, ma di se stesso.

Sala 2 Il tiranno: un arrangiamento originale che inizialmente ricorda vagamente il Bersani del Mostro, ma viene poi arricchito da una consapevolezza e una disillusione ben più forti. Il crescendo porta a un ritornello intenso, dopo il quale il brano si arricchisce di interessanti esperimenti sonori.

Sala 3 Mezza bugia: un ritmo incalzante e un Bersani che potremmo definire più classico. Canta veloce, con fermezza e una punta di cinismo. La rabbia e il risentimento sono sentimenti reali e a far pace col proprio orgoglio… che fatica si fa.

Sala 4 Il tuo ricordo: il brano più significativo dell’intero album, quello che, a detta dell’autore stesso, meglio racconta il film dentro la sua testa. Una guerra tra presente e passato, con i ricordi che cercano di prendere il sopravvento. Difficile ascoltare tutta questa canzone senza commuoversi. Il passato è una droga.

Sala 5 Harakiri: come abbiamo già detto, il singolo di lancio è un inno alla rinascita, alla ricerca della luce anche nei momenti nei quali il buio sembra aver vinto la battaglia.

L’amore senza filtri, nel bene e nel male. Il tutto condito da musiche eccezionali.

Sala 6 Le Abbagnale: una storia d’amore tra due donne diverse, dal carattere forte, che trovano il loro equilibrio e, disinteressandosi delle opinioni della gente, trovano riparo nel loro incantesimo ideale.

Sala 7 Con te: il suono del piano e una melodia tutt’altro che scontata raccontano l’amore nella sua crisi, il timore di perdersi, le parole non dette e la distanza che rende fragili e indifesi.

LEGGI ANCHE:  Samuele Bersani: "Chi in questo periodo dice che sta bene è un bugiardo"

Sala 8 Scorrimento verticale: la distorsione della società moderna fatta di click e gratificazioni sui social. Lo scorrimento verticale non è altro che lo scrolling costante dello smartphone. Le nuove abitudini e le nuove schiavitù prendono il sopravvento sulla realtà circostante.

Sala 9 L’intervista: il giornalismo, la stampa, il mondo dello spettacolo, tutto raccontato dalle proiezioni musicali dell’autore. Un’altra piccola pellicola tanto semplice e diretta quanto realistica.

Sala 10 Distopici (Ti sto vicino): un colpo dritto allo stomaco, la natura che pian piano si ammala e l’uomo che si trova ad affrontare le conseguenze delle sue azioni. Un brano che sembra scritto apposta per narrare l’emergenza che stiamo vivendo. Il tutto sfocia nella semplicità del ritornello dove il termine distopici sfora in un rassicurante ti sto vicino.

Cinema Samuele è il disco di cui la musica italiana aveva bisogno.

In un panorama musicale nostrano dove è sempre più difficile ascoltare musica vera, il ritorno di Samuele Bersani era indispensabile. La forza comunicativa dei suoi racconti è una ventata d’aria fresca per la nostra musica.

Il periodo cupo e triste che ha portato alla realizzazione di questo disco lo rende ancor più emozionante. L’autore ha raccontato di aver lavorato molto alle musiche, ricercando le giuste sonorità per lungo tempo. Poi ha iniziato a canticchiarci melodie in un inglese senza senso e solo alla fine sono arrivate i versi che oggi ascoltiamo.

Si tratta di un vero e proprio lavoro di artigianato musicale, dove la musica diventa espressione di sé e ricerca. E Samuele Bersani dopo aver sofferto ci lascia il suo messaggio: non importa quanto buio sia il blackout, l’importante è riuscire a trovare la striscia di luce sotto la porta.

Leggi anche:
Chiedimi se sono felice: Samuele Bersani e la colonna sonora perfetta

Continuate a seguirci sulla nostra pagina Facebook ufficiale, La Scimmia sente, la Scimmia fa.