Pussy Riot contro Putin: “La sua corruzione affligge tutti”

La storica leader delle Pussy Riot si schiera ancora una volta contro il governo di Vladimir Putin

Le Pussy Riot nel video di "Chaika". Credits: wearepussyriot / YouTube
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La cantante e attivista famosa per la sua militanza nelle Pussy Riot parla di quanto succede in Russia in questi giorni

Parla Nadya Tolokonnikova, attivista russa nonché fondatrice delle Pussy Riot, celebre gruppo punk noto per le proprie posizioni anti-governative. Nadya commenta quanto avvenuto di recente al collega e amico Aleksei Navalny.

Costui, come tutti ormai saprete, è stato ricoverato in gravi condizioni in seguito a quello che si è ritenuto essere stato un tentativo di avvelenamento. Essendo Navalny uno dei più forti oppositori di Vladimir Putin, gli schierati contro il leader russo non hanno tardato ad attribuire a quest’ultimo la colpa di quanto avvenuto.

Scrivendo sul New York Times la musicista e attivista, imprigionata per due anni a causa della sua attività, parla dell’accaduto e ci aggiorna sullo stato di cose in Russia. “A volte trovo difficile credere che questa sia la mia vita. Conosco troppi attaccati in una maniera simile a quanto sembra accaduto ad Aleksei“.

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“Qual fine politico potrebbe giustificare fare questo ad un altro essere umano? […] Tre compagni dissidenti che conosco personalmente (Boris NemtsovAnastasia Baburova e Stanislav Markelov) sono stati assassinati. Altri due (Mikhail Beketov e Oleg Kashin) quasi picchiati a morte”.

Pussy Riot – Chaika, 2016

“L’ineguaglianza è rampante in Russia”

Le Pussy Riot erano diventate famosissime a livello internazionale nel 2012, dopo aver organizzato proteste e concerti illegali in luoghi pubblici. Agendo mosse da ideologia femminista e di sostegno alla comunità LGBT, anch’esse non hanno ovviamente mai trascurato di attaccare e criticare il governo di Vladimir Putin.

“Non sono solo gli attivisti ad essere il bersaglio dell’autoritarismo di Putin” scrive Nadya Tolokonnikova. “L’avarizia e la corruzione di questo presidente e di un gruppo di famiglie che sono vicine a lui affliggono tutti, ogni giorno. L’ineguaglianza è rampante in Russia“.

“Il nostro presidente ha giusto di recente cambiato le leggi per continuare a governare fino al 2036, ma il suo programma di repressione non è iniziato così all’improvviso. Queste cose succedono a pezzi, poco a poco, piccoli atti”.

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“La promessa della nostra democrazia è stata tagliata via a pezzi, uno ad uno” conclude la Tolokonnikova “Succede lentamente, ad intermittenza. A volte non riusciamo a vederlo. L’autoritarismo si è insinuato, come il codardo che è“.

Fonte: The New York Times

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