Pussy Riot: la band attacca Putin e il regime nel nuovo video, “Mama Don’t Watch TV” [VIDEO]

Pussy Riot
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Le Pussy Riot, la band russa dissidente tutta al femminile, attacca frontalmente Vladimir Putin e le sue politiche in una nuova canzone di protesta contro la Guerra in Ucraina

Come sappiamo, le Pussy Riot sono famose per non fare giri di parole. E in questo nuovo singolo, Mama Don’t Watch TV, ancora una volta non si risparmiamo nell’attaccare Vladimir Putin e l’establishment russo, senza risparmiare però i sostenitori occidentali e chi per anni ha fatto affari (e li fa tuttora) con il paese che ha invaso l’Ucraina nel 2022.

La nuova canzone, spinta da un video molto forte e puramente punk, non si risparmia definendo quello di Putin come un regime terrorista, e lui e i suoi gerarchi come criminali di guerra. Il ritornello è basata su una reale conversazione tra un soldato russo e sua madre: costui, spedito in Ucraina come molti altri, afferma: “Mamma non ci sono nazisti qui, non guardare la televisione“.

La cacciata del governo presunto nazista di Volodymyr Zelenskyy è stata come sappiamo una delle motivazioni accampate da Putin per giustificare l’invasione. E la conversazione telefonica intende quindi appunto, nell’intenzione delle Pussy Riot, esplicitare la natura menzognera dell’impianto mediatico e propagandistico russo.

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Le musiciste ricordano come il regime non abbia in passato esitato ad avvelenare gli avversari politici, come nel caso eclatante e ben noto di Alexei Navalny; e insistono su come chi protesta venga arrestato o imprigionato. Loro stesse hanno affrontato conseguenze simili più volte, e in maggio Masha Alyokhina s’è data a una rocambolesca fuga dalla Russia degna di un film.

La band insiste su come l’aggressione militare della Russia ai danni dell’Ucraina sia iniziata già nel 2014, con l’occupazione della Crimea, e su come già da allora il popolo ucraino abbia dovuto combattere strenuamente ogni giorno per mantenere l’indipendenza. E chiedono con un vero proclama politico che nei confronti di Putin e della Russia si compiano specifiche azioni punitive.

Uno: un embargo sul petrolio e gas russi, e sulla vendita di armi e munizioni al paese; due: il sequestro in occidente dei conti bancari degli ufficiali e oligarchi russi e l’introduzione di sanzioni nei loro confronti. Misure per certi versi già adottate, anche se come sappiamo la questione del gas rimane spinosa e non di facile soluzione.

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Infine, le Pussy Riot chiedono che un tribunale internazionale metta a giudizio Putin per crimini di guerra, compresi poi i suoi generali, i responsabili della propaganda in Russia e tutti coloro che stanno dietro al “genocidio della nazione ucraina”. Difficile fraintendere queste posizioni e la decisione con cui il gruppo punk le sostiene.

Nel frattempo, dopo anni di attività non ufficiale e semi-clandestina, le Pussy Riot hanno pubblicato nel 2022 il loro primo mixtape uscito anche sulle piattaforme streaming, dal titolo piuttosto esplicito e programmatico (nonché in caps lock): MATRIARCHY NOW. Lo potete ascoltare qui sotto.

Fonte: NME

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