Quando Jim Carrey pensò di morire per un attacco missilistico alle Hawaii

In occasione della presentazione del suo libro, Jim Carrey ricorda di quando pensava di avere solo dieci minuti di vita

Jim Carrey
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Jim Carrey attualmente si sta occupando della promozione del suo nuovo libro, attraverso il quale ha preso di mira Hollywood e i personaggi che si muovono nel mondo dell’industria cinematografica.

Intervistato al The Tonight Show di Jimmy Fallon, l’attore che aveva attaccato anche Alessandra Mussolini ha spiegato che la foto che appare nella cover del libro rappresenta la faccia che ha avuto quando mi dissero che avevo solo dieci minuti di vita.

Naturalmente dopo una dichiarazione del genere, Jim Carrey è stato invitato a spiegare che cosa intendesse. Così l’attore di The Mask ha raccontato di quando, due anni fa, si trovava alle Hawaii insieme alla figlia, impegnato nella stesura del suo libro. Di punto in bianco la sua assistente lo ha contatto, in lacrime, per informarlo che un missile era stato lanciato contro l’isola e che l’attore aveva solo dieci minuti di vita.

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Con la consapevolezza che non avrebbe potuto lasciare l’isola in tempo, Jim Carrey ricorda di aver pensato Non voglio morire nella mia auto. L’interprete ricorda di aver rivolto poi lo sguardo all’oceano e di aver pensato che cosa poteva fare nell’ultimo istante della sua esistenza.

Ho deciso di fare una lista di cose per cui ero grato. Non riuscivo a smettere alle belle cose che mi erano accadute. Così sono arrivato ad uno stato di grazia, con ancora due minuti di vita.

Ed è stato a quel punto che Jim Carrey ha scoperto che si era trattato di un falso allarme e che non c’era nessun missile in viaggio verso le Hawaii.

Nel 2018, infatti, il sistema d’emergenza delle Hawaii ricevette un messaggio in cui si leggeva: Missile balistico lanciato contro le Hawaii. Cercate immediatamente rifugio. Questa non è un’esercitazione.

Le persone, naturalmente, si lasciarono prendere dal panico finché, circa quaranta minuti dopo il primo allarme, venne rilasciato un nuovo messaggio, in cui si chiariva che il primo allarme era stato dato per errore, perché alcuni impiegati del sistema di sicurezza avevano spinto il pulsante sbagliato.

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