10 Curiosità su Tre Uomini e una Gamba

Film d'esordio del trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo, Tre uomini e una gamba è uno dei film più divertenti del cinema italiano. Ecco alcune curiosità

tre uomini e una gamba
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“Va be’, finisco di mangiare la peperonata e scendo! – Peperonata? Alle otto del mattino? Mezzogiorno… topi morti?”

Un cult. Un caposaldo del cinema comico italiano. Uno dei film più divertenti del secolo scorso. Un must irrinunciabile. Un film imperdibile. Insomma, in qualsiasi modo si voglia chiamarlo, Tre Uomini e Una Gamba (stasera su Italia 1 alle 21.20) è sicuramente un film che deve essere visto e rivisto. Di seguito potete trovare alcune curiosità che forse non sapevate sul primo film di Aldo, Giovanni e Giacomo. Enjoy!

1) Il titolo

Partiamo proprio dalla scelta del titolo. Tre uomini e una gamba ricorda molto il titolo di un romanzo umoristico di Jerome K. Jerome, Tre uomini in barca (per non parlare del cane), uscito nel 1889. Il libro racconta del viaggio di tre amici su una barca lungo le rive del Tamigi. Il viaggio è caratterizzato da gag esilaranti e vicissitudini comiche, proprio come in Tre uomini e una gamba. Durante il viaggio è presente anche un cane di nome Montmorency, che ricorda il bulldog Ringhio nel film.

tre uomini e una gamba
Aldo, Giovanni e Giacomo con la mitica gamba del “celebre” scultore Garpez

 

2.1) Citazioni e riferimenti

All’interno del film sono numerosi i riferimenti ad altre pellicole o ad altri generi cinematografici, sempre ovviamente in chiave comica e satirica.

Nella scena in cui i personaggi principali si trovano in un cinema, in sala viene proiettato Biglietto amaro. Questo film viene attribuito al regista neorealista Remo Garpelli. Quest’ultimo, in realtà, non esiste, ma il film trasmesso è una parodia del cinema neorealista, di cui maestri sacri come De Sica e Rossellini sono stati alcuni tra gli esponenti più influenti.

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Una delle citazioni più belle e riconoscibili è sicuramente quella a Marrakech Express, film del 1987 di Gabriele Salvatores. La scena in cui i protagonisti si giocano la scultura della gamba con un gruppo di ragazzi in spiaggia ricorda infatti quella del film di Salvatores. La differenza sostanziale, però, è che in Tre uomini e una gamba i protagonisti perdono la partita. Il film di Salvatores, inoltre, viene proprio citato espressamente da Giacomo quando chiede a Giovanni: “Ma scusa, non l’hai visto Marrakech Express?”.

Un’ulteriore citazione si trova anche nella scena della rapina, dove i tre con Chiara (interpretata da Marina Massironi) indossano delle maschere per non farsi riconoscere. Per provare a recuperare la gamba persa durante la partita, indossano le facce di quattro politici italiani quali Nilde Iotti, Sandro Pertini, Francesco Cossiga e Oscar Luigi Scalfaro. Questa scena è un chiaro omaggio al film Point Break, dove i protagonisti indossano invece le maschere di alcuni ex presidenti degli Stati Uniti (Johnson, Nixon, Carter e Reagan).

point break tre uomini e una gamba
I quattro protagonisti con le maschere dei politici italiani omaggiano il film Point Break (1991)

All’inizio del film è presente anche un riferimento alla famosa sit-com statunitense I Jefferson, quando il mafioso Al, chiede: “Perché, dovevamo ammazzare qualcuno?! Non dovevamo far saltare in aria la tintoria dei Jefferson?”. George Jefferson, infatti, nella serie tv è titolare proprio di una catena di tintorie.

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2.2) Autocitazioni

Durante la pellicola sono presenti anche numerosi auto-riferimenti riguardanti lavori precedenti del trio comico. Per esempio ci sono vari sketch rivisitati del loro repertorio storico, come la scena di Ajeje Brazov sul tram, quella del Conte Dracula e della cadrega, e quella della scalata/discesa in montagna.

3) Location

Nonostante il film sia un road movie che parte da Milano per arrivare in Puglia, precisamente a Gallipoli, in realtà tutte le scene iniziali sono state girate nel quartiere EUR di Roma. L’unica scena che è stata girata veramente a Milano è quando l’auto di Aldo, Giovanni e Giacomo passa sull’Alzaia del Naviglio Grande.

Anche il resto del viaggio venne realizzato quasi interamente nell’hinterland romano e in alcuni comuni laziali limitrofi, perfino l’ultima scena ambientata in Puglia.

Il ristorante nel quale i quattro protagonisti pranzano e dove Chiara racconta il famoso mito di Platone e della mela è in provincia di Roma. Infatti si tratta della trattoria La Rocca di Ceri, nella frazione di Cerveteri. La scena invece in cui i quattro amici fanno il bagno nel lago è stata girata nel Parco di Vulci, vicino a Viterbo.