Jumanji: The Next Level, la Recensione del film con The Rock

La recensione di Jumanji The Next Level, il secondo intelligentissimo capitolo del reboot di uno dei film più amati degli anni '90. Al cinema dal 25 dicembre.

Jumanji Next Level
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Nella sfera dei blockbuster e del cinema commerciale contemporaneo, assistiamo sempre più a remake e reboot dei grandi classici o successi commerciali che hanno segnato gli anni ’80 e ’90. In particolare modo, con l’avvento del fenomeno della nostalgia, ecco che il citazionismo estremo coinvolge ogni prodotto mainstream portando al successo sicuro. Esattamente due anni fa però, la Sony Pictures ebbe la geniale idea di riportare in auge Jumanji in un modo a dir poco intelligente, al punto da creare un secondo film, Jumanji: The Next Level (al cinema dal 25 dicembre). Il cui titolo è già tutto un programma.

Nel primo Jumanji, dal sottotitolo Welcome To The Jungle, avevamo visto come si era passati da un gioco da tavolo ad un vecchio videogame. Niente pedine ma veri e propri avatar interpretati da Karen Gillan, The Rock, Jack Black e Kevin Hart.

Dopo le scorribande del primo film che vi abbiamo già raccontato nella nostra recensione, in Jumanji: The Next Level scopriamo come Spencer abbia segretamente tenuto da parte tutti i pezzi del gioco. Deluso da una vita post liceo che si aspettava decisamente opposta, Spencer torna a casa e riapre il gioco.

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Bethany, Fridge e la sua ragazza Martha, allertati da una sua assenza durante una rimpatriata, corrono subito in suo soccorso. Ma c’è un grandissimo problema, visto che il gioco, non perfettamente funzionante, fa entrare in Jumanji anche il nonno di Spencer, interpretato da Denny DeVito, nonché il suo ex socio Milo, il cui volto è prestato da Danny Glover. Due anziani dentro Jumanji, alla ricerca disperata di Spencer.

Jumanji: The Next Level, la recensione

Jumanji: The Next Level ricalca molto la struttura del primo film, differenziandosi sostanzialmente nelle gag. In questo film, il vero problema sarà quello di far capire cos’è Jumanji e, ancor prima, cos’è un videogame. Cosa non propriamente facile.

Questo gioco narrativo ci regala il primo interessante spunto sulla senilità, vista inizialmente dal personaggio di DeVito come una vera e propria croce da portare con sé. Metaforicamente, possiamo anche leggere il tutto come una grande riflessione su vecchio e nuovo, sulla fenomeno della nostalgia e sul guardare al futuro senza rimpianti o rimorsi. In tal senso, l’operazione di rilancio generale di Jumanji acquisisce ancor di più un senso logico preciso.

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La ratio dietro l’operazione è quella di lavorare con il fenomeno della nostalgia in maniera sapiente e funzionale per attirare l’attenzione di tutti. Da chi è cresciuto con il classico Jumanji di Robin Williams alle nuove leve.

Quella generazione che difficilmente comprende un gioco da tavolo ma conosce l’esistenza di console antiquate. Ecco quindi che in questo senso Jumanji: The Next Level approfondisce ancor di più quanto detto nel primo film proprio grazie alle figure dei due anziani inseriti nel gioco.

Senza cadere nello spoiler, il rilancio del franchise Jumanji prosegue per la sua strada, battendone sempre nuove interessanti vie. Si prende il rischio di giocare con un fenomeno contemporaneo come quello della nostalgia, modellandolo nel migliore dei modi. E dando un risultato davvero notevole nonché adatto a tutti.

Considerando anche il fatto che questo è un capitolo di mezzo di una trilogia, il risultato diventa ancor di più soddisfacente. Non resta che aspettare il terzo film, già convinti che chiuderà alla perfezione il ciclo. Perché non c’è due senza tre.

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