MASSIMO PERICOLO + SPERANZA + BARRACANO hanno fatto esplodere l’Alcatraz

Nel monotono universo del rap italiano, MASSIMO PERICOLO + SPERANZA + BARRACANO spiccano come una macchina di Formula Uno in una pista di go-kart.

Massimo Pericolo
- Credits: Massimo Pericolo / Facebook
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E, con il concerto di Milano, si sono rivelati essere una delle cose migliori successe al rap italiano negli ultimi anni.

Potrebbero sembrare due universi inconciliabili, quello della Brebbia di Massimo Pericolo e quello della Caserta di Barracano e Speranza, e potrebbe sembrare quasi azzardato mettere in piedi un tour corale come quello che li terrà impegnati per un paio di mesi. Eppure, contro ogni pronostici dei più scettici, la data del 12 novembre ha dimostrato il contrario.

Non sono mai stati timidi, i tre, nemmeno durante il loro imponente e attesissimo debutto live alla scorsa edizione del MI AMI Festival. MASSIMO PERICOLO + SPERANZA + BARRACANO non avevano mai avuto la possibilità di cantare di fronte ad un pubblico così numeroso e così fomentato, ma, nonostante l’ansia incontrollabile della prima volta, quell’esibizione era stata la dimostrazione del fatto che, quel talentoso trio, ne avrebbe di strada. E, a pochi mesi dall’osannato esordio, il concerto dell’Alcatraz ne è stata la conferma: siamo di fronte ad uno dei migliori rappresentanti del rap italiano.

Il premio della folla agli artisti.

Il compito di riscaldare il pubblico, di farlo ballare e di prepararlo alla caciara in cui questa quarta tappa del tour corale si sarebbe trasformata poco dopo è stato affidato a Rafilù, compagno di vita di Speranza con cui ha condiviso una fetta di vita nella loro amata Caserta. Nonostante Il figlio di Scar, suo album d’esordio, fosse uscito solamente lo scorso 31 ottobre, l’eterogenea massa di giovani che facevano casino sotto il palco aveva avuto modo di impararne a memoria ogni canzone, ripetendole all’unisono, parola per parola. Pazzesco, una carica del genere, esplosa con la presenza sul palco di Chicoria durante il pezzo Vodka, non la si vedeva da tempo. 

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La lista di special guests si è continuata ad allungare. Dopo un intermezzo di musica balcanica, definita da Speranza come il suo genere preferito in assoluto, il rapper casertano che è spiccato come figura virale di internet, condivide il palco con Izi e Ketama126 che sarebbe ritornato per duettare con Massimo Pericolo e intonare la tanto attesa SCACCIACANI.

Alla scoppiettante esibizione di Speranza segue il live di colui che ha più catalizzato l’attenzione, il re indiscusso della serata: Massimo Pericolo.

Con il suo giubbotto nero e l’immancabile cerchietto con le orecchie da gattino, il rapper-simbolo di Brebbia è stato invocato in massa dal pubblico per tutta la durata della serata. Tutti erano lì per lui e per le sue parole crude e dolorosamente realistiche. È come se all’Alcatraz, in quell’angolo di Milano lontano da Varese, si fosse materializzata la sua casa. Come se si fossero proiettate lì tutte le coordinate che il rapper si porta dentro in ogni sua canzone: il palco aveva assunto le sembianze di quel lago dalle spiagge d’oro tanto caro al cantante e alla sua fanbase.

Rima dopo rima, verso dopo verso, canzone dopo canzone, Massimo Pericolo ha continuato a mantenere quell’introvabile abilità che lo definisce e che te lo fa riconoscere in mezzo ad una miriade di rapper emergenti: il talento di coinvolgere lo spettatore, trascinandolo in un universo intimo in cui l’ascoltatore è lieto di costruirsi un’esperienza propria all’interno della sua personale storia. Un’esperienza totalmente inedita che è riuscito a costruire anche grazie all’aiuto della voce roca di Ugo Borghetti, delle chitarre sognanti di Generic Animal e, di nuovo, dell’anima dannata di Ketama126.

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Massimo Pericolo, un vero fuoriclasse.

Come una macchina di Formula Uno in una pista di go-kart: scritto da chissà quale critico per commentare chissà quale nuova uscita internazionale, il paragone tra macchina da corsa e go-kart sembra perfettamente calzante per descrivere come MASSIMO PERICOLO + SPERANZA + BARRACANO spiccano rispetto alla mediocrità dell’attuale paesaggio musicale italiano. E ammettiamolo, un sold-out così, capace di lasciare un segno indelebile nell’attuale scena musicale italiana, lo stavamo aspettando da tempo.

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