Mia Khalifa:”Ecco perché ho abbandonato il mondo del Porno” [VIDEO]

Uno sfogo dell'attrice di video Porn Mia Khalifa in cui si racconta e parla del suo turbolento passato fatto di discriminazioni ed insicurezze.

Mia Khalifa
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Nonostante ci troviamo nel 2019, il mondo del porno rimane ancora un vero e proprio tabù, oggetto di pregiudizi di ogni forma. Ne è un esempio Mia Khalifa, ex pornostar ventiseienne che ritiratasi dalle scene si è lasciata andare ad un lungo sfogo contro il mondo che la circonda.

La sua carriera nel mondo del porno è durata molto poco rispetto alle altre sue colleghe di reparto. Solamente due anni in cui però è riuscita a sollevare critiche feroci da parte di tutta la società libanese per due motivi: un film girato con l’hijab, il celebre velo musulmano, e per aver sfoggiato tatuaggi in cui è presente una frase dell’inno libanese, corredato dallo stemma del partito conservatore.

Provocazioni che hanno reso a dir poco particolari i suoi film pornografici. Chiusa la carriera, è arrivata però la crisi.

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Come lei stessa ha dichiarato, i due anni di carriera nel cinema porno le hanno fruttato solamente dodicimila dollari. Il che va a smentire il credo comune secondo il quale le attrici hard guadagnino milioni su milioni.

E stiamo sempre parlando di Mia Khalifa, attrice che nonostante il ritiro dalle scene, risulta ancora tra le pornostar più ricercate. E a voler essere precisi, la sua carriera hot è durata solamente tre mesi e con dodici scene, prima dell’annuncio ufficiale del suo ritiro.

Ci si è chiesto come mai la sua carriera non sia stata così longeva come altre pornostar. Ebbene, recentemente questa domanda ha trovato un’inquietante risposta: le minacce di morte. Già perché le sue provocazioni hanno portato l’ISIS a inserire il suo nome sulla loro lista nera. Aumentando dunque la discriminazione nei suoi confronti.

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Mia Khalifa sul set di un Film Porno
Mia Khalifa sul set di un Film Porno

Una lunga intervista apparsa su YouTube insieme alla sua life coach, assunta affinché la aiutasse a non essere più riconosciuta esclusivamente come porno attrice. Missione impossibile a quanto pare.

Così Mia Khalifa ha deciso di gettare la maschera e parlare di sé del suo passato e di quello che si porta dietro da una vita. Tante le discriminazioni post 11/9, problemi ad accettarsi, una famiglia che aveva difficoltà a sposare lo stile di vita americano. Una serie di inconvenienti che hanno gravato moltissimo sulla condizione mentale di Mia. Al punto che nel 2014 iniziò con il porno “solo per essere accettata“.

L’ingresso nel mondo del Porno avvenne per caso, mentre passeggiava a Miami, dove un tale le lasciò un biglietto da visita insieme a molti apprezzamenti. Un talent scout che fu molto convincente, almeno con Mia Khalifa. Dodici scene e poi il ritiro, era troppo l’imbarazzo. E soprattutto la paura, dopo che l’ISIS pubblicò un fotomontaggio con la sua testa tagliata.

Al che disse basta e iniziò con un lavoro socialmente accettato. Ma le cose non migliorarono affatto. Tutti gli uomini che entravano nel suo ufficio di assicurazioni, la riconoscevano. E sentivano il bisogno di dirglielo senza giri di parole.

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Un’umiliazione costante per la Khalifa che la costrinse a mollare. E se già la sua vita era stata resa complicata dal suo primo video con l’hijab, adesso la situazione era anche peggio.

“Mi ero chiusa in casa e pensavo solo al fatto che quegli uomini mi avevano visto nuda e che volevano avere contatti con me perché ero stata una pornostar. Ero ossessionata dal giudizio altrui”

Attraverso la terapia ed altri tipi di impiego, Mia Khalifa afferma di star lavorando molto su sé stessa affinché la sua percezione verso il mondo cambi. Ad oggi, l’ex pornostar ha un canale di videogaming su Twitch e fa la commentatrice sportiva.

Questa lunga intervista non è stata esente dalle solite critiche da web. Chi dice che mente circa i guadagni, chi invece legge quanto detto da lei come un pentimento sul praticare porno. In realtà, Mia Khalifa ha semplicemente detto che l’industria del porno pensa solamente a speculare su persone vulnerabili.

Non è un caso che lei, libanese cresciuta cattolica, sia stata “venduta” come musulmana per via della carnagione olivastra. Nulla di strano se si pensa all’America come terra delle opportunità, dove tutto è potenzialmente oggetto di lucro.

Speriamo di buon cuore che questo libero sfogo possa restituire la dignità lavorativa che Mia Khalifa sta cercando. Difficile trovare qualcosa di più retrogrado di un marchio simile nel (quasi) 2020.