10 band da paesi che non ti aspetteresti

paesi
Condividi l'articolo

Una lista di band provenienti da paesi insospettabili

Etichettare non è bello, ma vedendo alcune band viene abbastanza in automatico.
Ascoltando un gruppo metal norvegese, ci aspettiamo di vedere degli energumeni barbuti che fanno viking black metal, sentendone uno dall’Africa, diamo per scontato percussioni e ritmi tribali, e così via. Non dovete vergognarvi d’ammetterlo, in campo musicale l’abbiamo fatto (e lo facciamo tutt’ora) tutti.

Ci sono poi band che, in barba a qualsiasi stereotipo, riescono a stupirti sia per la provenienza da paesi che non ti aspetteresti mai, sia per il genere di musica suonato.
Molto spesso metal, un genere che, nonostante sia sempre pesantemente discriminato, se ne infischia e raccoglie tutti tra le sue braccia, senza pregiudizi. In questa classifica abbiamo raccolto 10 band provenienti da paesi davvero insospettabili. Buona lettura.

10. Wrust (Botswana)

Cominciamo con un bel gruppo stoner/doom africano. Liberissimi di non crederci, ma l’Africa ha una scena metal molto attiva. Per qualche ragione a noi totalmente oscura, esiste una vera e propria sottocultura che porta molti africani a vestirsi di pelle e cappelli da cowboy. E diamine, per vestirsi di pelle in un continente dove la temperatura minima non scende sotto i 25 gradi, ci vuole davvero passione.

9. Rise of the North Star (Francia)

Questi da qualunque parti li guardi, sono fuori contesto. Ambientazioni e sottotitoli giapponesi, HC old-school americano alla Agnostic Front, e sono francesi. Però sono belli potenti, e questo è l’importante.

LEGGI ANCHE:  10 Band a cui è vietato suonare in alcuni paesi

8. Nothnegal (Isole Maldive)

Aaaah, le Maldive… sole, mare, collane di fiori, drink con l’ombrellino, spiagge immacolate, ukulele… decisamente un gruppo Djent con video impallanti e distopici è l’ideale per farsi un’idea del posto. Beh dai, qualche leggerissimo accenno di tribalità c’è. Leggerissimo.

7. Yuxu (Azerbaijan)

Proseguiamo con la versione persiana degli Eagles. Intro effettato in pieno stile boy-band, che si protrae fino al crescendo con assolo finale che fa molto Hotel California. In questo caso, Hotel Baku.

6. Ayat (Libano)

Molti pensano che il Black Metal sia un’esclusiva norvegese di stampo anticristiano, ma si sbagliano di grosso. Anche i musulmani e gli indù infatti si mettono il corpse paint, e riversano il loro odio contro Allah e Visnù a suon di urla gutturali. Come i libanesi Ayat, che con la loro All Hail Allah the Swine, la toccano pianissimo.

5. TYR (Isole Far Oer)

Menzione d’onore in classifica per i Tyr, non tanto per il genere suonato (trovandosi tra l’Islanda e la Norvegia, non potevano che fare viking metal), quanto per essere l’unica band delle Far Oer ad essere (quasi) riconosciuta a livello internazionaleHOLD THE HEATEN HAMMER HIGH!

4. Siissisoq (Groenlandia)

A circa 400 km dal Circolo Polare Artico c’è un paesino della Groenlandia chiamato Uummanaq, 1500 anime, fortemente legato a una tradizione di caccia alle balene.
Verso la fine degli anni ’90 esisteva un band heavy metal chiamata Siissisoq, fortemente ispirata ai Metallica, ma con testi in lingua inuit. Purtroppo ebbero vita breve: le etichette discografiche si approfittarono dell’ingenuità degli inuit, e nel 2002 la band fu costretta a sciogliersi.

LEGGI ANCHE:  Recensione Electric Wizard - Wizard Bloody Wizard

3. Hurd (Mongolia)

Gli Hurd, a livello territoriale, sono venerati alla stregua degli Iron Maiden. Peccato che a differenza della band di Bruce Dickinson, non si siano mai spinti oltre i confini della Mongolia. Ed è un peccato, perché dal ’78 ad oggi hanno sfornato album validissimi.

2. Dying Out Flame (Nepal)

Quando uno pensa al Nepal pensa al Tibet, alle montagne, a Brad Pitt… non al technical death metal. La terra del Dalai Lama infatti ospita anche un gruppetto di giovani che, in barba alla tradizione pacifica dei monaci tibetani, pesta duro con chitarre martellanti e shredding di Sitar. Tosti.

1. District Unknown (Afghanistan)

A chiudere la classifica i District Unknown, la risposta afghana agli A Perfect Circle.
Suonare in un paese devastato dalla guerra non è semplice, soprattutto quando questa è portata avanti da fanatici. A causa delle minacce di alcuni estremisti talebani, la band è infatti costretta a suonare in segreto, ed esibirsi mascherata.

Continuate a seguirci sulla nostra pagina Facebook ufficiale, La Scimmia sente, la Scimmia fa.