Nobili bugie – Recensione di un comico e nobile decadimento

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RECENSIONE NOBILI BUGIE

Durante la seconda guerra mondiale, in una villa tra i colli bolognesi, una famiglia di nobili decaduti sopravvive al proprio declino economico nell’unico modo che conosce;

 semplicemente fregandosene. 

La soluzione a tutti i problemi si presenta alla villa in un pomeriggio qualsiasi; un uomo e due donne in fuga, chiedono rifugio ai duchi. Sono ebrei e sono disposti a pagare con un lingotto d’oro ogni mese di permanenza nella villa.

La duchessa, interpretata da Claudia Cardinale, dopo aver accettato, fa di tutto per sedare sul nascere ogni tentativo della servitù e del marito di rubare il tesoro agli ospiti e prende in mano la situazione. Il suo ordine è semplice: non fare nulla, aspettare che la famiglia di “rifugiati” mantenga la promessa e doni più lingotti possibili al fine di dar la possibilità ai “decaduti Martellini” di riacquistare tutti i loro averi, che nel corso degli anni erano stati costretti a impegnare, vendere, o regalare.nobili bugie

Questa la sinossi del film Nobili bugie, partorito dalla mente di Raffaele Pisu.

L’attore noto ai più per i suoi ruoli televisivi e cinematografici in Italia, durante gli anni del boom economico. Interprete caratterista, infonde nei suoi personaggi un’aura macchiettistica. Ed è questo ancora una volta il caso. Pisu stesso veste i panni di uno dei protagonisti: il duca Pier Donato Martellini. Un personaggio negativo, avido e manipolatore, con il vizio del gioco, che pure ci fa sorridere per i suoi tratti comici.

Ed è il figlio di Pisu, Antonio, a dirigere il film, per il quale figura anche tra i produttori con la sua stessa casa di produzione: la Genoma Film.

Una casa di produzione cinematografica indipendente con sede a Bologna, che vuole porsi come una realtà alternativa a quelle di Roma e Milano. Potremmo dire, riuscendoci nel suo piccolo. Nobilie bugie di fatto, non solo riesce a sbarcare sullo schermo, ma si dimostra a suo modo una ventata di freschezze e novità nel panorama filmico italiano. Un prodotto quasi atipico per lo spettatore italiano, che risente l’influsso dei cugini europei e d’oltre alpe in particolare. Pisu ripropone un gusto quasi europeo diremmo, per la commedia. Di cui dimostra consapevolezza e padronanza del genere. Riuscenda gestire i tempi comici e diegetici con discreta bravura. Il film infatti diverte con i suoi sketch, le gag e le battute; dosate equilibratamente. Contrapponendosi con un contesto decisamente più teso che è quello della guerra.

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Inoltre una prova registica rilevante, sfoggiando interessanti movimenti di macchina. Tra piani sequenza ben costruiti e inquadrature raffinate, Antonio Pisu supera la prova d’esordio dietro la macchina da presa.

Con la quale, tuttavia, fornisce e mantiene in maniera però piuttosto scostante un’impronta tipicamente teatrale. Lo si può notare dalla messa in scena di alcune sequenze particolari tenuti all’interno delle stanze della villa. Allo stesso modo risulta a tratti teatrale la recitazione degli stessi attori protagonisti del film.

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Prove attoriali non sempre convincenti, ma che per le quali si può fare un’eccezione considerando l’estrazione degli interpreti e il budget a disposizione per la realizzazione della pellicola. Una leggera flessione nella qualità, alla quale riescono a compensare gli attori di maggior calibro presenti.

Tra tutti Giancarlo Giannini, attore poliedrico e istrionico, che seppure con delle breve apparizioni riesce ad infondere tutto il suo talento e maestria.

Spiazzando, con la sua carica negativa, lo spettatore che si era trovata fino a pocanzi di fronte ad uno spettacolo comico. Stupisce, non poco, anche Ivano Marescotti, nel ruolo del patriarca della “famiglia” ebrea in fuga, dimostrando di essere un attore catartico e di spessore. E allo stesso tempo convince anche l’interpretazione di Raffaele Pisuche seppure interpreta un personaggio diverso, porta avanti la messa in scena, a modo suo. Diventando una sorta di fulcro del racconto, insieme a Claudia Cardinale, che interpreta il ruolo della moglie, duchessa.

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A detta degli stessi produttori il film fa da cornice, o meglio introduzione, per un altro film che vedrà la luce probabilmente nel 2020. Un film concentrato maggiormente sulla storia del Bologna FC negli anni della guerra, inevitabilmente legata alla figura dello storico allenatore Arpad Weizs, che sarà il fulcro del racconto.

In conclusione Nobili bugie non può essere di certo considerato un gran film, di qualità o di spessore. Considerando numerose pecche di scrittura, recitative, scenografiche e costumistiche. 

Volendo mettere in discussione anche i tratti negativi del film, diremmo che il microcosmo diegetico rappresentato non sempre è congruo e coerente con  stesso, facendo storcere il naso allo spettatore più attento. Ciò nonostante è un film che merita la visione, riuscendo nello scopo di intrattenere il suo pubblico, divertendolo a più riprese.