Musica e film – Apocalypse Now

Apocalypse Now
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War ‘n’ Rock!

Il famoso film di guerra Apocalypse Now, capolavoro di Francis Ford Coppola, si può leggere su più livelli. Sì, è un film sulla guerra in Vietnam; è anche però una lenta discesa verso gli istinti più primordiali dell’uomo; infine, è l’individuo che affonta sè stesso.

Il complesso e mastodontico progetto di Coppola riprende solo in parte quel romanzo, Cuore di tenebra di Joseph Conrad (1899), che al film dà lo spunto principale. L’intero viaggio del capitano Willard e compagni è un’allegoria dell’intera condizione dell’uomo.

Che ruolo ha la musica in tutto questo? Possiamo individuare quattro momenti in cui canzoni pop/rock fanno capolino nel film. Il primo di cui parliamo è quello legato ad (I Can’t Get No) Satisfaction dei Rolling Stones.

In questa sequenza, la musica rock rappresenta fondamentalmente una delle debolezze dell’esercito americano in Vietnam.

E infatti vediamo i soldati ballare spensierati, mentre uno di loro si dedica addirittura allo sci d’acqua. Non una condotta esattamente disciplinata, e sulla quale tuttavia il capitano Willard decide di soprassedere.

Da specificare poi che la musica esce da una radio (introdotta, almeno sembra, da Adrian Cronauer, il famoso dj di Good Morning, Vietnam). La radio, con i suoi programmi di intrattenimento e di rock and roll, costituisce appunto una delle perdizioni che, secondo Kurtz, stanno portando l’esercito alla rovina.

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Un ruolo molto simile ha la canzone Suzie Q dei Creedence Cleawater Revival. La si sente come accompagnamento dello spettacolo offerto dalle conigliette di Playboy, in trasferta per sollazzare i soldati. Fa specie, in questo caso, pensare che i Creedence Clearwater Revival fossero uno dei gruppi che maggiormente si opponeva alla guerra in Vietnam. Pare quasi scontato ricordare la vecchia Fortunate Son.

In direzione completamente opposta, però, andiamo con due delle sequenze musicali più note di Apocalypse Now.

In entrambi i casi la canzone utilizzata è The End dei Doors, una lunga digressione psichedelica su immagini oniriche e dai toni lisergici. L’intro della canzone, com’è noto a molti, è utilizzato anche per la prima sequenza del film, una sequenza che per certi versi ne riassume il contenuto. La distruzione operata dal napalm è non solo una distruzione materiale, ma anche l’eliminazione di ogni significato e di ogni limite.

La stessa canzone viene ripresa, potremmo dire, all’altro capo del cerchio. Nella scena culminante dell’intero film, quando Willard, giunto alla fine del suo viaggio (materiale e spirituale), decide infine di assassinare il colonnello Kurtz. In questa scena, che corrisponde appunto al climax del film, sentiamo in parallelo il climax strumentale della canzone dei Doors.

Ma non finisce qui: in una famosa sezione della canzone, i Doors citano il complesso di Edipo. Edipo il quale, secondo la mitologia greca, uccide il padre. Questo è esattamente, fuor di metafora, ciò che Willard fa con Kurtz. Infatti, indubbiamente, durante la sua permanenza presso il ritiro di Kurtz, Willard finisce chiaramente col vedere nel colonnello una figura paterna, oltre che una guida mistica. Per completare il suo percorso, non può che eliminarla.

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Per concludere, un’ultima scena va citata, in cui la musica è un elemento fondamentale. Nel momento di attaccare un villaggio, il pazzo colonnello Kilgore (Robert Duvall), ha l’idea di sparare a tutto volume dagli elicotteri la famosa Cavalcata delle Valchirie. La musica, di Richard Wagner, è l’inizio del terzo atto dell’opera La Valchiria (1870), la quale a sua volta costituisce la seconda parte del famoso Anello dei Nibelunghi.

Al di là dei toni apocalittici che la musica porta con sè, il suo utilizzo anche in questo caso si può dire simbolico. In Apocalypse Now abbiamo infatti uno scontro di culture, occidentale contro orientale, sviluppata contro sottosviluppata, capitalista contro comunista. Wagner, com’è noto, è uno dei nomi centrali nel canone della cultura occidentale.

E la sua musica, imposta in tal modo ai vietnamiti, non può che significare che l’occidente deve invadere e trionfare.