Tre Manifesti a Ebbing, Missouri – La Recensione

La recensione del film pluripremiato agli ultimi Golden Globe

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Tre Manifesti a Ebbing, Missouri – La Recensione

Scritto e diretto da Martin McDonagh, la pellicola nella scorsa edizione dei Golden Globe ha portato a casa ben quattro premi, tra cui Miglior Film Drammatico e Migliore Sceneggiatura.

Siamo a Ebbing, una piccola cittadina immersa nel verde degli Stati Uniti. La tranquillità quotidiana viene interrotta da un audace gesto: una donna di nome Mildred prende in affitto tre grandi cartelloni situati alle porte della città e fa inserire tre frasi molto provocatorie, destinate alla polizia della cittadina.

La natura di questo gesto ha radici importanti; la donna ha perso la sua giovane figlia ed incolpa le autorità di una mancanza di impegno nelle indagini per trovare il colpevole dell’omicidio.

Ovviamente questa provocazione non passerà inosservata in città, addirittura attirando una piccola troupe di un telegiornale regionale. Ma le reazioni più decisive avranno origine soprattutto da parte dei poliziotti; tra questi lo sceriffo Bill Willoughby cercherà la strada del dialogo con Mildred, alcuni invece si muoveranno in maniera diversa.

Tre Manifesti a Ebbing, Missouri - La Recensione

Tre Manifesti a Ebbing, Missouri – La Recensione

McDonagh ci dimostra due punti importanti, per fare un ottimo film occorrono una sceneggiatura degna di tale nome e soprattutto grandi interpreti. Questo perché sono gli aspetti che emergono con prepotenza dopo la visione del film drammatico in questione. La cittadina fa da sfondo in una comunità dove ogni personaggio appare indurito dal tempo e dalla vita.

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Tre Manifesti a Ebbing, Missouri (stasera alle 21:10 su Rai Movie) parla di perdita, di lutto, della non accettazione del fatto, di come il dolore spinge alla ribellione. Una ribellione che se condotta in modo sbagliato, porta inevitabilmente alla violenza.

Ed è qui che si tocca il cuore del film; la violenza che cerca di risolvere questioni, fallendo in modo misero. Inoltre, viene analizzata anche la situazione a casa di Mildred, il suo ex marito violento e il suo secondo figlio che cerca in qualche modo di aiutare sua madre, non riuscendoci affatto. Questo perché Mildred vuole qualcosa che non si può ottenere: sua figlia.

Tre Manifesti a Ebbing, Missouri - La Recensione

Tre Manifesti a Ebbing, Missouri – La Recensione

Ebbing rappresenta una realtà che Mildred non è più disposta ad accettare, e con i suoi mezzi cerca di cambiare qualcosa. Un gesto così impulsivo che cambierà le vite di alcuni personaggi.

Parlando di personaggi, McDonagh mette insieme un cast superlativo, che funziona alla grande. Iniziando dalla protagonista Mildred, interpretata da Frances McDormand e premiata anche lei ai Golden Globe, abbiamo davanti un’interpretazione pura, senza cali o esagerazioni.

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La McDormand centra in maniera perfetta la durezza del personaggio, ed è fondamentale per il film. Un altro personaggio che fa vivere questa pellicola è lo sceriffo Bill Willoughby, ruolo assegnato a Woody Harrelson, che come suo solito non ci delude.

Il rapporto tra Mildred e lo sceriffo è arricchito dalla bravura di questi due attori. Un altro rapporto, conflittuale è dir poco, che Mildred stringerà è con il vice sceriffo Jason Dixon, che è interpretato da Sam Rockwell nei panni di un uomo tormentato e violento, supera la prova a pieni voti anche lui.

Tre Manifesti a Ebbing, Missouri - La Recensione

Tre Manifesti a Ebbing, Missouri – La Recensione

McDonagh finalmente si addentra in un progetto più serio, portando sullo schermo un dramma con dinamiche realistiche, che sanno colpire lo spettatore.

Già dal suo lavoro precedente, 7 psicopatici, il regista aveva dimostrato di saper dirigere una storia, anche se complessa. Abbiamo davanti un giovane regista che promette bene ed un film drammatico riuscito a pieno.