Strofe: Il Conformista di Giorgio Gaber

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conformista

[con-for-mì-sta] agg. e n.m. e f.

pl.m. -i, f. -e
che, chi si adegua passivamente alla mentalità, alle opinioni, ai modi di vita prevalenti in una società.

Questo sarebbe il risultato di una ricerca sul dizionario del significato della parola conformistaSintetica ed efficace, da dizionario. Eppure esiste un raro caso in cui una canzone può essere ancora più efficace di un dizionario nel definire una parola. E’ il caso de Il Conformista di Giorgio Gaber.

Nelle strofe è il conformista stesso a parlare in prima persona e a definirsi, risultando  appartenente ad ogni ideologia.

Io sono un uomo nuovo
talmente nuovo che è da tempo 
che non sono neanche più fascista 
sono sensibile e altruista orientalista
ed in passato sono stato un po’ sessantottista.
Da un po’ di tempo ambientalista
qualche anno fa nell’euforia mi son sentito 
come un po’ tutti socialista.

Io sono un uomo nuovo
per carità lo dico in senso letterale 
sono progressista 
al tempo stesso liberista antirazzista
e sono molto buono sono animalista.
Non sono più assistenzialista
ultimamente sono un po’ controcorrente 
son federalista.

Essenziale è il contributo dell’interpretazione canora di Gaber stesso. Nelle strofe, nel ruolo di conformista, il suo tono è sornione, le parole sono masticate, pronunciate con scarso impegno e probabilmente con scarsa appartenenza, da buon conformista.

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Nel ritornello (se così possiamo definirlo) invece il tono si fa più sprezzante, come del resto l’arrangiamento che passa ad un ritmo più deciso. Vi è un cambio di prospettiva: ora il conformista viene definito, in terza persona, da una figura esterna.

Il conformista
è uno che di solito sta sempre dalla parte giusta 
il conformista
ha tutte le risposte belle chiare dentro la sua testa
è un concentrato di opinioni
che tiene sotto il braccio due o tre quotidiani.
E quando ha voglia di pensare pensa per sentito dire

forse da buon opportunista
si adegua senza farci caso
e vive nel suo paradiso.

In questa prima parte del ritornello la definizione di conformista è realistica, limpida ed esplicita, quasi da dizionario.

Ma a partire dai versi che seguono, Gaber cambia il tipo di descrizione, stravolgendo la sagoma e l’immagine che nella nostra mente avevamo disegnato finora:

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Il conformista
è un uomo a tutto tondo che si muove 
senza consistenza il conformista
s’allena a scivolare dentro il mare della maggioranza
è un animale assai comune 
che vive di parole da conversazione.
Di notte sogna e vengon fuori
i sogni di altri sognatori 
il giorno esplode la sua festa
che è stare in pace con il mondo 
e farsi largo galleggiando il conformista
il conformista.

E’ interessante notare come Gaber lo definisca prima uomo e poi animale: se osservato come uomo egli appare deforme, tondo, quasi disumano; se osservato come animale risulta “assai comune“. In questo caso è evidente come colui che parla si distacchi totalmente dalla figura del conformista; un distacco pari a quello tra due specie viventi differenti.

Gaber crea inoltre un legame con due elementi/habitat in particolare: l’acqua, prima, e l’aria nel successivo ritornello.

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Ora prende nuovamente parola il conformista, che di nuovo millanta sue ulteriori appartenenze:

Io sono un uomo nuovo
e con le donne c’ho un rapporto straordinario 
sono femminista 
son disponibile e ottimista europeista.
Non alzo mai la voce sono pacifista
ero marxista-leninista
e dopo un po’ non so perché mi son trovato 
cattocomunista.

Segue un ulteriore ritornello, in cui la descrizione si concerta completamente sui movimenti e le azioni del conformista:

Il conformista
non ha capito bene che rimbalza meglio di un pallone il conformista 
aerostato evoluto che è gonfiato dall’informazione
è il risultato di una specie
che vola sempre a bassa quota in superficie.
Poi sfiora il mondo con un dito e si sente realizzato 
vive e questo già gli basta
e devo dire che oramai
somiglia molto a tutti noi il conformista
il conformista.

Come i precedenti, sono versi limpidi ed espliciti anche nelle loro metafore. Il tono si fa però ulteriormente critico, prima per l’insistenza del conformista, poi per una sorta di rassegnazione per la diffusione del conformismo.

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L’ultima strofa, in cui prende ancora parola il conformista, ce lo mostra in tutta la sua ipocrisia. Egli nonostante il suo adeguarsi alle idee ed opinioni degli altri, crede di spiccare tra la folla, di essere una sorta di novità all’interno della gamma degli umani:

Io sono un uomo nuovo
talmente nuovo che si vede a prima vista 
sono il nuovo conformista.

 

Nel conformista solo una caratteristica sembra costante: è tondo.

E come ci insegna l’infinità di palloni con cui abbiamo giocato, così come vengono lanciati in aria (di certo non volano da soli) così la forza di gravità li riporta giù, per poi tornare in aria dopo aver rimbalzato in terra. Ma con il primo volo hanno già delineato il loro limite e con ogni altro volo raggiungeranno vette sempre più basse, fino a che qualcuno non lo lanci di nuovo.
Se non vola, rotola finché l’attrito non lo ferma, o peggio ancora finché non incontrano un ostacolo.
Invece, come ci insegna l’infinità di conformisti che abbiamo incontrato, basta un pallone per unire chiunque e corrergli dietro.

E come molti palloni, se ci arriva addosso con forza può farci male e lasciare segni. Basterà pensare che con un finissimo oggetto appuntito possono bucarsi, sgonfiarsi e svuotarsi di ogni utilità.

 

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