Strofe: Zucchero – Diamante, un manifesto contro la guerra

Zucchero con la canzone Diamante crea un vero e proprio inno contro la guerra, mostrandoci la rinascita che avviene dopo un conflitto.

Zucchero, Diamante
Credits. Youtube/Zucchero - Diamante/Zucchero
Condividi l'articolo

Un tuffo all’interno di uno dei capolavori di Zucchero.

Diamante è un brano del 1989 di Adelmo “Zucchero” Fornaciari, estrapolato dall’album Oro incenso e Birra ed è stata scritta a quattro mani insieme con un altro gigante della musica italiana, Francesco De Gregori al quale il bluesman si affidò in toto per quel che riguarda il testo poiché aveva paura di rendere il brano troppo sdolcinato in quanto dedicato all’amata nonna. Infatti il titolo scelto non è assolutamente casuale anzi. Quello è proprio il nome di Diamante Alduini Fornaciari, madre del padre di Zucchero che in questa canzone viene rappresentata come la moglie che attende il marito tornare dalla guerra.

Il crescendo iniziale sui synth prepara l’ingresso al riff della chitarra e alle percussioni. Rinunciando alla componente più blues, Zucchero realizza uno dei momenti più intimi di Oro, Incenso e Birra. Un arrangiamento semplice che crea un’atmosfera magica intorno alla voce di Zucchero, che intona un’appassionata ballata dedicata alla nonna Diamante. Lei diventa il simbolo della rinascita dopo la guerra, una luce prismatica che infonde speranza nel buio.

LEGGI ANCHE:  Strofe: Lucio Battisti - I giardini di marzo

Fatta questa rapida premessa, iniziamo la nostra analisi del testo.

Zucchero, Per colpa di chi
Credits: Youtube/ Zucchero – X colpa di chi?/Zucchero

Zucchero ci presenta la sua terra

Respirerò
L’odore dei granai
E pace per chi ci sarà
E per i fornai
Pioggia sarò
E pioggia tu sarai
I miei occhi si chiariranno
E fioriranno i nevai
Impareremo a camminare
Per mano insieme a camminare
Domenica
Questa prima strofa serve a Zucchero per contestualizzare il brano e per presentarci la sua terra scolpita nei suoi ricordi. Il bluesman è difatti cresciuto in un contesto bucolico nella Pianura Padana, ricca di granai e nevai. Anche dal punto di vista temporale, la canzone è ben collocata. Difatti si parla di un momento di rinascita, al termine di una guerra, quando  finalmente si potrà avere pace per chi ci sarà, ovvero sia per coloro i quali non sono periti nel conflitto. La pioggia è una metafora classica che indica la capacità dell’acqua di portarsi via il passato, fatto di morte e desolazione. Il ritornello, ribadito a più riprese nel brano è una sorta di mantra che Zucchero utilizza. Dopo la grande paura impareremo tutti di nuovo a camminare, locuzione da intendersi come la capacità di rifare tutte quelle cose e di vivere come prima che la guerra scoppiasse.