Le migliori copertine del secolo scorso

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Joy Division – Unknown Pleasures (1979)

L’artwork di Unknown Pleasures, album d’esordio dei Joy Division, è un’immagine che in questi ultimi 38 anni è entrata con forza nell’immaginario collettivo.

Riprodotta su T-shirt, tatuaggi e graffiti non è più solo il simbolo della band di Ian Curtis, ma è diventata una vera e propria icona pop.

L’autore è il designer Peter Saville, grafico della Factory Records. Le famose linee bianche su sfondo nero riproducono le frequenze del segnale proveniente da una pulsar, o stella di neutroni. Lo stesso Saville ha ammesso di aver riprodotto un grafico di frequenze di pulsar della Cambridge Encyclopedia of Astronomy.

A cura di Antonello Lopizzo.

unknown pleasures album cover
Genere: Post Punk
Anno pubblicazione: 1979

 

King Crimson – In the Court of the Crimson King (1969)

Squarciante, così possiamo descrivere l’uomo schizoide del 21° secolo, cioè la copertina de In the Court of the Crimson King.

D’impatto non solo per l’immagine ma anche per il movimento che ha creato dopo di sé, In the Court of the Crimson King viene ormai identificato come vero e proprio manifesto del rock progressivo, presentando suoni di fusione con il jazz, improvvisazioni collettive e vere e proprie anticipazioni di generi come il metal (per 21st century schizoid man).

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A cura di Matteo Melillo.

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Genere: Progressive Rock
Anno pubblicazione: 1969

 

The Velvet Underground & Nico – The Velvet Underground & Nico (1967)

La copertina del primo album dei Velvet Underground è stata realizzata dallo stesso artista che ha scoperto, lanciato, e prodotto il gruppo: Andy Warhol.

L’artwork è perciò necessariamente da interpretare alla luce dei caratteri della pop art: un oggetto di uso quotidiano (in questo caso un alimento) assurge ad opera d’arte semplicemente perché lo decide l’artista; e deve essere un’immagine comune, simbolo della società dei consumi (siamo negli anni ’60).

In questo caso poi l’oggetto ha anche un doppio significato: l’aspetto fallico, già proprio della forma della banana, viene sottolineato con un rimando diretto alla sfera sessuale. Infatti, seguendo le istruzioni in alto (Peel Slowly and See), in alcune copie in edizione limitata era possibile letteralmente “sbucciare” la banana e scoprire il contenuto, che però anziché giallo, era di un rosa acceso.

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A cura di Andrea Campana.

Velvet Underground and Nico
Genere: Rock
Anno pubblicazione: 1967