Castlevania Recensione- Il Prologo Perfetto

Castlevania, una serie Netflix riuscita e che merita di essere vista almeno dai fan della saga videoludica

Condividi l'articolo

Netflix non si è dimostrata spaventata dal riportare alcuni brand alla luce adattandoli ai suoi format, (vedi le serie del Marvel Universe o il nuovo lungometraggio di Death Note) e in questo caso è toccato ad una delle più importanti saghe videoludiche della storia essere recuperata dopo l’apparente abbandono(viste anche le recenti politiche di Konami, casa fautrice della saga, che sembrano spingersi verso un abbandono del supporto al gaming verso il gioco d’azzardo) postumo alla sua ultima incarnazione uscita più di tre anni fa. L’idea di sfruttarne il marchio e l’universo per costruirci un anime (anche se di stampo e matrice occidentale è così definito dalla piattaforma stessa) è stata molto brillante da parte dell’azienda statunitense (anche perchè, probabilmente, è un tipo di media più adatto a riproporre gli universi videoludici rispetto ai media live action).

I primi 4 episodi di Castelvania volevano essere nient’altro che un test, ponendo le basi per la storia, riedificando l’universo ed introducendo i personaggi che vedremo impegnati nella lotta a Dracula e la sua Armata delle Tenebre. Proprio come nel terzo capitolo della saga, infatti, il macguffin è la morte della moglie del Conte della Valacchia per mano della Chiesa Cattolica che condannerà tutta la Valacchia ad esser perseguitata dalla sua rabbia vendicativa. Ciò accade nel primo episodio mentre, nei tre successivi, verremo a conoscere i tre membri del “party” (definendolo in maniera ruolistica) che guideranno la resistenza della razza umana di cui eviterò di discutere perchè uno dei tre è svelato con un colpo di scena (per chi non ha giocato i videogame, ovviamente).

LEGGI ANCHE:  Dracula al cinema: gli errori di Coppola e il trionfo di Herzog

La più grande croce e delizia di questi 90 minuti è, infatti, la sua natura di prologo che, seppur svolga il suo compito alla perfezione, lascia quella sensazione di incompletezza generale (come se fosse vedere un lungo pilot o giocare una demo, per esempio) che, fino all’arrivo di nuovi episodi, crea tanta hype quanto amarezza nello spettatore. Come prologo, però, è semplicemente perfetto. I primi 4 episodi di Castelvania ti introducono le basi della serie (personaggi, universo, trama, ambientazione) e le sue notevoli potenzialità (manifestate dalla qualità generale del prodotto) per poi obbligarti a smettere proprio quando iniziano ad arrivare i primi risvolti davvero interessanti e quando, parafrasando Aristotele, si stava per compiere quel processo di trasformazione dalla “potenza in atto”. Non che non abbia senso questa mossa da parte di Netflix che è riuscita a sondare le acque e “testare” il gruppo di artisti riuniti (anche perchè i progetti in ballo attualmente sono molteplici quindi è intelligente essere sicuri del successo prima di investire su un altro prodotto). Esperimento riuscito quindi, però sarebbe il caso di riportarci in Valacchia il prima possibile perchè noi non vediamo l’ora.