5) I figli degli uomini – (Alfonso Cuarón – 2006)
L’inquinamento torna ad essere il protagonista di una denuncia sociale e fulcro delle vicende di un futuro distopico e decadente. Il mondo ormai appartiene ai vecchi, i bambini non nascono nemmeno più e la società sembra aver liberato la parte più recondita e primordiale degli esseri umani. Un pianeta destinato ad appassire, se non fosse per una donna, una migrante destinata ad essere condannata per il suo essere straniera, ma che rimane improvvisamente incinta, quando nessuna è più capace di farlo. Esattamente come Maria, che secondo le credenze cristiane era portatrice in grembo del redentore, Kee ospita e protegge la salvezza dell’umanità intera. Il destino del mondo improvvisamente si trova tra le mani di una reietta, di una persona che a causa della sua nazionalità, viene considerata come un rifiuto dalla società in cui vivere. Una pellicola quanto mai attuale e che fa luce su uno dei problemi più antichi dell’essere umano, un cancro che si porta dietro da troppo tempo e che si chiama razzismo. Un futuro drammatico dove l’antico e il vecchio tolgono spazio al nuovo, soffocandolo con i fumi tossici dei propri sbagli.
