Twin Peaks 3: Recensione 3×13

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L’episodio di questa settimana riparte esattamente dove ci eravamo lasciati con il precedente. Suddiviso principalmente in due parti, nella prima vediamo il marcato dualismo tra il buon Dougie/Cooper ed il suo irrefrenabile Doppelman malvagio, mentre nella seconda torniamo a Twin Peaks, alle sue storie e ai suoi personaggi, riportandoci a quella che sembra essere una “Posizione di partenza”. Infatti per chi si aspettava che l’abbinamento caffè/torta di ciliege risvegliasse dal suo stato comatoso il nostro buon Dale rimarrà, per l’ennesima volta, deluso. Kyle MacLachlan andrebbe premiato per l’efficacia della sua doppia interpretazione, completamente estremizzate ed opposte l’una dall’altra. Una è innocentemente pacifica ed in grado di purificare anche un anima corrotta, mentre la seconda in senso opposto ci mostra una malvagità ed una violenza inarrestabili.

Las Vegas

Dougie/Cooper scampa all’ennesimo attentato alla sua vita, facendo pentire con un semplice tocco (in realtà attratto semplicemente dalla forfora sulla giacca) il collega Sinclair incaricato di ucciderlo, quest’ultimo redento confesserà il tradimento e l’operazione criminale attuata da mesi (già sventata precedentemente da Dougie), e la complicità con il nemico Todd assieme ad altri due poliziotti corrotti. Nel mentre all’interno del dipartimento di polizia i fratelli Fusco ottenuti i risultati delle impronte di Dougie, li buttano nel cestino senza pensarci su due volte etichettandole come errori (possibile?), nonostante dai fogli si riscontri che non solo le impronte appartengono ad un agente dell’FBI ma che quest’ultimo è anche evaso due giorni fa da una prigione del South Dakota (Bad Cooper).

Note: Dougie riesce incredibilmente a rendere felice chiunque gli giri intorno senza dire nemmeno una parola, i Mitchum in vena di regali gli fanno recapitare a casa una BMW nuova e anche una pazzesca “palestra” per il piccolo Sonny Jim. Tra le altre cose dalle impronte scartate dai Fusco viene fuori che Dougie è evaso due giorni fa dal carcere, noi sappiamo che in realtà a fuggire è Bad Cooper, questo dettaglio assieme alla vecchia chiave spedita e poi recapitata a Benjamin Horne, ed al famoso anello di Dougie trovato nel corpo del maggiore Briggs, dovrebbe sdoganare la teoria nella quale vediamo Cooper vivere in una realtà fittizia, creata appositamente per intrappolarlo.

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Montana Occidentale

Si rivede finalmente il malvagio doppelganger che raggiunge la fattoria dove si nasconde Ray, il posto si rivela essere un covo di malviventi capeggiati da Renzo, un gigante tutto muscoli che sfida il terribile Bad Cooper a braccio di ferro (“ma siamo all’asilo?” dirà il doppelganger). Quest’ultimo dopo aver umiliato e sconfitto il suo avversario lo ucciderà istantaneamente con un singolo pugno. Ottenute poi le coordinate da Ray si indirizzerà probabilmente verso Twin Peaks sotto lo sguardo di Richard sopraggiunto in tempo nel covo per assistere.

Note: Ray prima di essere ucciso rivela che il suo mandante è Philip Jeffries (o qualcuno che usa il suo nome), intenzionato ad uccidere Bad Cooper per ottenere qualcosa dentro di lui (BOB). Scopriamo inoltre che Ray aveva istruzioni di inserire l’anello verde della Loggia (offertogli da una guardia durante la sua detenzione) sul dito di Bad Cooper dopo averlo ucciso, in modo tale da smaterializzare sia lui che il demone BOB all’interno della Loggia, come vediamo accadere al cadavere di Ray poco dopo essere stato ucciso, insieme all’anello posto sul suo anulare. Infine le coordinate ricercate da Bad Cooper si scoprono essere le stesse ottenute dall’FBI grazie ad Hastings, lo vedremo tornare presto nella cittadina dove tutto è iniziato.

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Twin Peaks

Si passa per il Double R, dal giorno alla notte. Si rivede il volto di Big Ed Hurley assieme a Bobby che guardano silenziosamente Norma mentre discute con il suo commercialista idiota Walter che tenta di convincerla che “l’amore non sempre fa guadagnare”. Il vice sceriffo Bobby ci fa notare che la sequenza in questione avviene poco dopo il ritrovamento del lascito di suo padre, avvenuto nella 9 parte, suggerendo come già si sospettava che il revival ideato da Lynch non segue un ordine cronologico degli eventi mescolando “futuro e passato”, esattamente come avviene nella Loggia. Il dottor Jacoby  e Nadine finalmente si ritrovano. Quest’ultima a differenza di molti altri personaggi originali della serie, non sembra aver subito un cambiamento caratteriale in tutti questi anni, sempre ossessionata dalle tende silenziose. Al contrario di Sarah Palmer che invece ci appare segnata da tutto ciò che gli è “accaduto”, bloccata in una specie di loop temporale, tra sigarette e alcool. Imprigionata come l’irriconoscibile Audrey, persa in una sorta di limbo dove non riconosce ne stessa ne ciò che la circonda… “che storia è Charlie?”. Al Bang bang Bar vediamo esibirsi un artista speciale, James Hurley. L’ex fidanzato segreto di Laura Palmer riporta alle nostre orecchie l’imbarazzante canzone “Just You”, un chiaro richiamo alla memorabile sequenza avvenuta nella seconda stagione assieme a Maddy e Donna.

Infine arriviamo ai titoli di coda con protagonista un cupo Big Ed, intento a mangiare pensieroso la sua zuppa in solitudine, nella sua stazione di servizio desolata. Mentre si avvicina al suo termine il revival di David Lynch e Mark Frost si fa sempre più oscuro e inquietante, ripagandoci piano piano per la lunga attesa. “Let’s Rock”.

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