Genius, un racconto umano della vita di Albert Einstein

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La rubrica InSordina continua a cercare serie e film poco seguiti dal pubblico ma di indubbia qualità da portare alla vostra attenzione. Questa settimana tocca alla serie TV Genius (2017), l’adattamento del National Geographic del romanzo di Walter Isaacson Einstein: La sua vita, il suo universo; un romanzo che racconta la storia di una delle menti più geniali di tutti i tempi. Una rappresentazione dell’essere eccezionali prodotta con grande attenzione e presentata con grande intelligenza, ma fatta splendere soprattutto dai suoi protagonisti, Geoffrey Rush e Johnny Flynn.

Il tempo non è assoluto. La distinzione tra passato, presente e futuro non è altro che un’ostinata illusione”, disse Einstein nel 1922 durante una lezione a Berlino. Una lezione che i creatori della serie Noah Pink e Ken Biller sembrano aver preso particolarmente a cuore, dividendo la serie e la vita di Einstein in due linee temporali e intrecciandone gli avvenimenti.

Dal 1922 in avanti Einstein è interpretato dal premio Oscar Geoffrey Rush, per un periodo della sua vita in cui era ormai un famoso e riverito fisico e insegnava in Germania alla vigilia della fondazione del partito nazionalsocialista. Un Albert Einstein scherzoso e immerso nel suo lavoro al punto da trascurare la moglie Elsa, Emily Watson, e ignorando i suoi consigli di lasciare il paese dopo le prive avvisaglie antisemite. A Monaco, nel 1894, troviamo invece il giovane Einstein, uno studente di grande talento e indubbia predisposizione verso la fisica, interpretato da Johnny Flynn. Un giovane uomo che si interroga sui misteri del cosmo accantonando per scarso interesse le materie umanistiche; una scelta che si rivelerà problematica nell’ottenimento di una laurea. Il suo percorso intellettuale lo guiderà al politecnico di Zurigo, innamorandosi prima di Marie e poi della brillante Mileva Marić (Samantha Colley).

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Una scelta accorta quella di prendere nel cast Johnny Flynn, capace di fornire alla cultura di massa un giovane Einstein dal fascino magnetico e avido di risposte; dando così vita alla figura di un grande scienziato aggrovigliato tra le passioni giovanili e la sua natura ribelle. Un’altrettanto brava Samantha Colley riesce invece a dare al personaggio di Mileva un’intensità spaventosa; grazie anche alla serie che approfondirà il personaggio e il suo grande contributo nelle scoperte di Albert. Flynn e Rush riescono insieme a dare vita ad un Einstein convincente. Nonostante non vi sia alcuna somiglianza tra i due, le interpretazioni condividono la stessa stravaganza e passione per la scoperta, facendoli sembrare molto più simili di quanto non siano. Se Rush punta però più su un Einstein sarcastico e dalla battuta pronta, Flynn lo ritrae come un uomo la cui grande curiosità si manifesta non solo per il suo lavoro ma anche per la sua vita amorosa. Un ottima scelta di cast accompagnata da due ottime interpretazioni.

Una delle difficoltà dello show viene però proprio data dallo sdoppiamento del personaggio; perché se la possibilità di osservare i suoi anni da studente e quelli da uomo in fuga dal nazismo, ci permette di esplorare la sua indole in tutte le sue sfaccettature, moltiplica anche gli elementi storici che lo portarono a cambiare il mondo attorno a lui. Un ostacolo superato senza troppa fatica, mostrandoci la miriade di personaggi del campo scientifico e politico, ma anche artistico, incontrati da Einstein nel corso della sua vita. La serie viaggia con lo spettatore tra gli incontri di una vita spettacolare e le difficoltà di uomo nell’amare le persone più vicine, esplorando le sue scoperte e i suoi conflitti accademici; tutto con lo scopo di conoscere il grande uomo che si celava dietro al genio. Un concatenarsi di eventi incredibili a cui la serie attribuisce una visione quasi magica. Un dipinto molto umano e commovente che illustra chi fosse l’uomo Albert Einstein, senza esaltare unicamente gli straordinari obiettivi raggiunti in campo scientifico.

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Il primo episodio, diretto dal vincitore dell’oscar per A Beautiful Mind Ron Howard, è il perfetto esempio di come la serie riesca a veicolare le idee di Einstein non solo in forma verbale ma anche visiva; con un ottimo utilizzo di effetti speciali affascinanti. Un fascino condiviso con la colonna sonora ma soprattutto dai titoli di testa, accompagnati da una musica molto concitata composta da Hans Zimmer.

Una serie dal sapore storico, ma una storia pregna di fascino, grazie all’ottimo livello qualitativo sia delle prove attoriali che dei suoi aspetti più tecnici. La ricostruzione di una vita che ci lascia con un vero grande insegnamento: mai smettere di porci domande sul nostro mondo, mantenendo viva la nostra curiosità e sorridere in risposta al suo invito di stupirci delle meraviglie dell’universo. Il degno racconto di un personaggio storico che contribuì a dare forma al 21esimo secolo.